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Fasc. 1
DOI article:Toesca, Pietro: Umili pittori fiorentini del principio del quattrocento
DOI Page / Citation link: https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0098
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PIETRO TORSO A
1 II pittore eseguì forse questo quadro a Roma stessa, in quel tempo frequentemente visitata da artisti
fiorentini.
filati di bruno e tinti d’un caldo colore sfumante, e nel volto di Sant’Antonio le carni si fanno
brune, riarse, lumeggiate crudamente.
Anche altre prove qui ritroviamo che pongono il suggello alle somiglianze già notate
fra il gruppo dei trittici e la predella: guardisi, pel drappeggio, il manto dell’Annunciata dai
risvolti capricciosi degli orli come quello dell’apostolo San Filippo, nella predella; si osser-
vino le luci che, anche nel trittico, corrono sulle pieghe della tunica di Sant’Antonio ; vedasi
la figura di San Ludovico simile in tutto (nel segno scuro che profila il volto, nelle guance
tornite) a quella del santo vescovo inginocchiato dinanzi a San Pietro in cattedra.
Alla base della tavola del Museo Cristiano sta scritto, fra altro: « hec fieri fècit ser
Angelus de Actis de Tuwkrto apostolicae canierae notarius anni domini mccccxxxv die xxvi
Fig. 6 — Pittore fiorentino del 1435 c. : Trittico
Firenze, Galleria degli Uffizi - (Fotografia Alinari)
martii ».1 È adunque circa il quarto decennio del secolo XV che furono eseguiti i dipinti finora
esaminati.
Un’altra opera, dello stesso periodo di tempo, presenta tali caratteri che permettono di
attribuirla, almeno in parte, al nostro pittore. Nei restauri della chiesa di Santa Trinità in
Firenze tornarono in luce avanzi di antichi affreschi onde erano adorne la cappella degli
Scali e quella ove fu sepolto Paolo de’ Dagomari. Sull’arco della prima cappella, dedicata
a San Bartolomeo, vedesi affrescata entro una cuspide gotica la figura del santo ai piedi
del quale stanno genuflessi due angioli, suonando l’arpa e la mandola. L’uno degli angioli 1
PIETRO TORSO A
1 II pittore eseguì forse questo quadro a Roma stessa, in quel tempo frequentemente visitata da artisti
fiorentini.
filati di bruno e tinti d’un caldo colore sfumante, e nel volto di Sant’Antonio le carni si fanno
brune, riarse, lumeggiate crudamente.
Anche altre prove qui ritroviamo che pongono il suggello alle somiglianze già notate
fra il gruppo dei trittici e la predella: guardisi, pel drappeggio, il manto dell’Annunciata dai
risvolti capricciosi degli orli come quello dell’apostolo San Filippo, nella predella; si osser-
vino le luci che, anche nel trittico, corrono sulle pieghe della tunica di Sant’Antonio ; vedasi
la figura di San Ludovico simile in tutto (nel segno scuro che profila il volto, nelle guance
tornite) a quella del santo vescovo inginocchiato dinanzi a San Pietro in cattedra.
Alla base della tavola del Museo Cristiano sta scritto, fra altro: « hec fieri fècit ser
Angelus de Actis de Tuwkrto apostolicae canierae notarius anni domini mccccxxxv die xxvi
Fig. 6 — Pittore fiorentino del 1435 c. : Trittico
Firenze, Galleria degli Uffizi - (Fotografia Alinari)
martii ».1 È adunque circa il quarto decennio del secolo XV che furono eseguiti i dipinti finora
esaminati.
Un’altra opera, dello stesso periodo di tempo, presenta tali caratteri che permettono di
attribuirla, almeno in parte, al nostro pittore. Nei restauri della chiesa di Santa Trinità in
Firenze tornarono in luce avanzi di antichi affreschi onde erano adorne la cappella degli
Scali e quella ove fu sepolto Paolo de’ Dagomari. Sull’arco della prima cappella, dedicata
a San Bartolomeo, vedesi affrescata entro una cuspide gotica la figura del santo ai piedi
del quale stanno genuflessi due angioli, suonando l’arpa e la mandola. L’uno degli angioli 1