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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0383
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328

BIBLIOGRAFIA

Notes oìi thè Church of St. Michael Bassishciw (Ar-
chaeologia, Vili, 1902, 189-216).

Notizie particolareggiate della chiesa di San Michele Wood
Street, che fu già chiesa gotica medioevale distrutta nell’ in-
cendio del 1666, rifatta in stile del Rinascimento dall’archi-
tetto Cristoforo Wren nel 1675, e demolita infine nel 1897
sotto X Union of Benefices Act.

L. Serbat, L’archìtecture gothiqìie des Jésuites au
XVIIe siècle, Caen, 1903).

Si tratta di chiese erette nel settentrione della Francia,
del Belgio, nelle regioni renane: a Colonia, a Lussemburgo,
a Molsheim, a Gand, a Courtray, a Tournay, ad Arras, ecc.

Scultura.

L. Feltrami, Il monumento funerario di G. Gia-
como Medici nel duomo di Milano (Rassegna d* Arte,
1904, 1-4).

L’autore rifa la questione della collaborazione di Miche-
langelo con Leone Leoni nel monumento di G. Giacomo
Medici, limitandola tutto al più a consigli dati dal Buonar-
roti per la parte architettonica. Crede poi, contrariamente al
Plon, che il monumento sia rimasto tale quale l’ideò Leone
Leoni.

L. Beltrami, Pasio Gaggini da Bissone alla Certosa
di Pavia (Rassegna d'Arte, 1904, 26-29).

L’autore, esaminando le opere di Pasio Gaggini, trova che
esse sono di valore secondario, in ogni modo molto inferiore
alle lodi da alcuni critici prodigate. Amadeo e i Mantegazza
sono, secondo l’autore, di gran lunga superiori al Gaggini.

L. Beltrami, Le opere di Pasio Gaggini in Francia
(Rasseg7ia d’Arte, 1904, 58-62).

L’autore crede che l’opera di Pasio Gaggini si riduca ad
alcune parti della fontana nel cortile del castello di Gaillon
e alla lastra tombale del monumento Lannoy a Folleville.
Nei due lavori furono soci il Gaggini e il Tamagnino du-
rante gli anni 1506 e 1507.

A. Blomme, Une oeuvre de Mathieu vaìi Beveren
(.Annates de VAcad. Boy al dX arche ol. de Belgique, 1902,
LIV, 5a serie, tomo IV).

Si illustra con un nuovo documento (1680) il pulpito della
collegiale di Nótre Dame a Termonde, opera eccellente dello
scultore anversano.

E. Caviglia, Il bassorilievo della Roccella (.Byzant.
Zeitschr., 1904, 294-296).

Il bassorilievo di una Madonna col Bambino già riprodotto
dal Lenormant e attribuito stranamente all’epoca giustinianea,
fu scolpito nel 1854 da un tale Michele Barillaro, scalpel-
lino di Serra San Bruno !

A. CoLASANTi, Vìi sarcofago inedito con rappresen-
tazioni cristia7ie (Nuovo Bullettino d archeologia cri-
stiana, IX, 25-42).

Pubblica ed illustra un sarcofago del Museo civico di Spo-
leto, proveniente dalla chiesa di San Giuliano presso quella
città, nel quale sono rappresentati il Cristo coi quattro sim-
boli evangelici, la Vergine ed altri cinque personaggi. Ritro-

vando l’A. nel sarcofago di Spoleto alcuni elementi bizantini
fusi con la rude efficacia della scultura romanica e con l’istin-
tiva imitazione dell’antico, crede di poterlo giudicare opera
di uno scultore di scuola benedettina della prima metà del
secolo xil.

M. Cruttwell, Girolamo della Robbia et ses ceuvres
(Gazette des Beaux-Ar/s, 1904, XXXI, 27-52, 140-148).

L’A. osserva la importanza che ebbe Girolamo nella
bottega di Giovanni della Robbia, e ricostruisce la vita di
quello scultore ora contraddicendo e ora appoggiando con
documenti le notizie del Vasari. Raccoglie notizie sui lavori
eseguiti da Girolamo al Castello di Madrid nel Bois de Bou-
logne, ora andati quasi tutti perduti, e si ferma sul gigante
(rimasto incompiuto per la morte di Girolamo) che apparte-
neva alla tomba di Caterina de’ Medici, e ora nella École
des Beaux-Arts a Parigi. Basandosi su questa statua di mera-
viglioso verismo, l’autore attribuisce a Girolamo il fregio
dell’Ospedale del Ceppo a Pistoia, fino ad ora detto opera
di Giovanni.

C. de Fabriczy, Uno scultore, veronese scoriosciuto
(,Rassegna d’Arte, 1904, 5-6).

L’A. propone, ma con molte reticenze, l’ipotesi che Fran-
cesco di Giuliano da Verona, autore d‘un bassorilievo in
legno del Museo di Berlino, possa essere lo stesso artista
che, sotto il nome di Francesco di Sant’Agata, scolpì un Er-
cole in legno al Museo di Ilertford-IIouse di Londra e un
Precursore nel Museo di Vienna.

G. Ferrari, Il inoniunento Gonzaga a Guastalla
(.Rassegna d’Arte, aprile, 1904, 53-54)

Riproduce ed illustra il monumento in bronzo che, comin-
ciato da Leone Leoni aretino (1509-1590), fu terminato dal
figlio Pompeo (f 1669).

G. Giovannoni, Drudus de Trivio, marmorario ro-
matio (Nozze Hermatm Hausmatm, 22-32, Perugia,
Unione Tipografica Cooperativa, 1904).

Il nome di questo artista pochissimo noto è stato trovato
dall’autore sul ciborio della cattedrale di Ferentino. Del ci-
borio, simile nel tipo a quello di San Clemente a Roma, ci
dà il Giovannoni un’analisi stilistica e storica (accompagnata
da un’ottima riproduzione) per dedurne, in base ad osserva-
zioni comparative, il periodo dell’attività di quel maestro tra
la fine del xil e il principio del xm secolo.

F. Podestà, Monumento robbia7io in Sarzana, pag. 54,
in-8, Sarzana, 1903.

Illustra il monumento robbiano esistente nella cattedrale
di Sarzana, rappresentante San Girolamo penitente, con storie
relative alla vita del santo nella predella sottostante, e Cristo
fra due angioli nella lunetta. L’autore crede di poter attri-
buire l’opera ad Andrea della Robbia.

H. Rousseau, La Ruthwéll Cross (A?i?iales de la
Soc. d’archéol, de Bruxelles, 1902, XVI, 53-71).

Si studia un tipo di croce in pietra che trovasi nella chiesa
di Ruthwéll in Scozia (Drunfriesshire), foggiata a obelisco,
ornata di bassorilievi e iscrizioni runiche. Dai caratteri stili-
stici degli ornati l’autore deduce si possa assegnare l’origine
di questo monumento al IX secolo.
 
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