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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0470
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Bibliografia

numeriti assai più tardi non diminuisce d’importanza.
Del resto il maestro russo ha portato recentissima-
mente in un'opera di cui altrove parleremo, un note-
volissimo contributo alla intricata e combattuta que-
stione delle origini dell’arte bizantina e delle relazioni
di questa con l’arte dei paesi occidentali.1 II Kondakov
poi assai spesso prende occasione dai monumenti del-
l’Athos per trattare argomenti d’importanza generale
per la storia dell’arte bizantina, come fa nel capitolo
sulla pittura in tavola. I monumenti dell’Athos, erano
già stati oggetto di ricerche e di studi fin dalla metà
del secolo scorso: il Didron ne aveva dato notizia in
più volumi dei suoi Annales archéologìques; il celebre
vescovo russo Porfirio Uspenskij, così benemerito degli
studi bizantini, aveva stampato a Kiev nel 1877 e a
Mosca nel 1880 le relazioni dei suoi numerosi viaggi
sulla montagna sacra, e nei Lavori dell'Accademia
eeclesiastìca di Kiev molte lettere e studi specialmente
sulla pittura, e una Storia dell'Athos in due parti
(1871 e 1874). Il Langlois nel 1867 pubblicò Le mont
Athos; il Duchesne e il Bayet nel 1876 la Missioni au
mont Athos; il Neyrat nel 1884 l'Athos; il de Vogue
nel 1887 Syrie, Palestine, mont Athos. Più recentemente
Heinrich Brockhaus ci ha dato il libro Die Kunst in d_
Athosklostern, Leipzig. 1891, pregevole se non altro
per le numerose illustrazioni; attualmente G. Millet,
J. Pargoire ed L. Petit pubblicano nella Bibliothèque
des écoles franqaises d’Athèneset Rome, un Recueil des
inscrìptions chrétiennes'du mont Athos, opera d’impor-
tanza fondamentale per la storia dell’arte athonica.

11 volume del Kondakov, ricchissimo di illustrazioni
e di tavole fototipiche, sarà ormai la fonte principale
per gli studi dell’Athos. E diviso in otto capitoli; il
primo delinea l’importanza e il posto che i monumenti
del sacro monte occupano nella storia generale dell’arte
bizantina, e riferisce sui lavori della spedizione archeo-
logica del 1898. Segue l’illustrazione delle architet-
ture dei monumenti dell’Athos e degli ornamenti scol-
piti, come pilastri, formelle, plutei, uno dei quali si
è pubblicato anche in questa rivista (1904, pag. 137).
Il terzo capitolo è dedicato alla pittura parietale sul-
PAthos e ad alcuni suoi monumenti. Non è necessario
ricordare qui le questioni attinenti ai grandi cicli di
affreschi dei conventi dell’Athos, alle loro relazioni co^
manuale di Dionisio da Phurna; il Kondakov riprende
in esame le più importanti rappresentazioni metten-
dole in rapporto con altre anche di arte occidentale.
Nel quarto capitolo si studia la pittura su tavola, o
come proponiamo di chiamarla secondo il vocabolo
russo pittura di icone. È noto come poco chiare siano
le nostre conoscenze sulla storia della pittura in legno
greco-bizantina, specialmente delle origini e ciò per
più cause: per la facile perdita delle opere dovuta al

1 N. P. Kondakov, Arxeologiceskoe putescestvie po Sirii i Pa-
lestinje. (Viaggio archeologico in Siria e in Palestina). San Pietro-
burgo, 1904, pag. 30S, con 78 incisioni nel testo e 72 tavole.

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putrefarsi del legno; pel fuoco, per la distruzione de-
gl’ iconoclasti per più di un secolo. Ma ancor più la
mancanza di lavori scientifici sulla pittura di icone
bizantina dipende dalle grandi difficoltà che si oppon-,
gono a chi voglia ricercarne i monumenti, custoditi
gelosamente nei tesori delle chiese orientali, o chiusi
nelle iconostasi e coperti da polvere secolare. L’Ac-
cademia ecclesiastica di Kiev conserva nel'suo museo
saggi preziosi di pittura di icone, già illustrati dal
prof. N. I. Petrov,1 portati dal Sinai dal già ricordato
vescovo Porfirio Uspenskij. Il Kondakov tratta a lungo
delle icone orientali, una delle quali, con la rappre-
sentazione della Madonna col Bambino, risale alla
prima metà del vi secolo e passa poi ad illustrare le
numerosissime icone dei conventi dell’Athos pure quasi
tutte raffiguranti la Madonna, così che questo capitolo
ci offre fra altro un vero e completo studio d’ icono-
grafia mariana. r II Kondakov tratta la questione dal
fondo, rifacendosi dalla leggenda delle imagini dette
di San Luca, determinando i vari tipi della Madonna
nell’arte primitiva cristiana orientale, le trasformazioni
da essi subite, le varianti, le principali riproduzioni.
E questa la prima volta che si fa con sicurezza una
classificazione dei vari tipi della Madonna rappresen-
tati nelle icone dell’Oriente e specialmente della Rus-
sia; opera che neanche il diligentissimo Rohault de
Fleury aveva potuto compiere. Nel capitolo quinto si
illustrano le opere di oreficeria, le cornici delle icone,
ornate di cesellature e di smalti, le coperte di codici,
le croci, le lampade, le icone metalliche dette delle
dodici feste; nel sesto altri lavori di oreficeria di spe-
ciale importanza come la tazza di Michele Paleologo
nel convento di Vatopedi, le porte di bronzo scolpite
pure in Vatopedi e le cosiddette artospanagie di cui
i monasteri dell’Athos offrono cospicui esempi. Il set-
timo capitolo è dedicato alle antiche stoffe, ai veli,
agli abiti sacerdotali conservati in gran quantità, ma
quasi tutti di epoca tarda; importantissimi sono spe-
cialmente i sudari su cui è rappresentato il Cristo de-
posto attorniato dalla madre, dagli angeli, dagli apo-
stoli, dalle pie donne: iscrizioni ricamate negli orli
permettono quasi sempre di datare queste stoffe. Nel-
l’ottavo ed ultimo capitolo trattasi della miniatura sul-
l’Athos. Già eran noti per il catalogo a stampa e per
ricerche di molti studiosi tutti i manoscritti delle bi-
blioteche dell’Athos: ma solo filologicamente: il Kon-
dakov ora li studia dal punto di vista artistico, dando
ottime riproduzioni delle più importanti miniature.

Insomma dalla pubblicazione promossa dall’Impe-
riale Accademia delle scienze di Pietroburgo, così
benemerita degli studi artistici, innumerevoli problemi
dell’arte bizantina tarda e molti della primitiva sono
definitivamente chiariti. Antonio Munoz.

1 N. I. Petrov, La collezione di antiche icone orientali nell’Ac-
cademia ecclesiastica di Kiev, nel giornale Lavori dell’Accademia
ecclesiastica di Kiev, 1886 (russo).
 
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