LA DECORAZIONE BACCHICA
DEL MAUSOLEO CRISTIANO DI SANTA COSTANZA
ELLE ricerche da noi intraprese già da molti
anni sulle antichità cristiane della via Nomen-
tana in vista dello studio critico dei testi rela-
tivi a Sant’Agnese, avemmo ad occuparci
V^ della famosa rotonda di Santa Costanza. Noi
eravamo assai disposti a riguardare come defi-
nitivamente chiusa la discussione due o tre
volte secolare sulla primitiva destinazione del
monumento, sembrandoci che il De-Rossi avesse
detta l’ultima parola sulla questione. L’eminente
archeologo Lanciani, insistè invece sulla necessità
di nuove ricerche, e spinse la sua cortesia
^ fino a comunicarci dei documenti che gli
impedivano di creder risoluto « l’enigma
di Santa Costanza ». E in realtà noi ci trovammo alle prese con più enigmi intricati ; ma
le nostre investigazioni ci portarono a risultati inattesi e non privi d’interesse per la storia
romana del IV secolo.
Cercheremo di riassumere qui ciò che concerne un problema artistico assai dibattuto:
il carattere della decorazione primitiva del monumento
E incontestato che la rotonda di Santa Costanza, abbia servito di sepoltura a Costantina,
figlia di Costantino, Ma gli antichi archeologi, al tempo in cui sussisteva l’insieme della
decorazione interna, furon cosi colpiti dal suo carattere bacchico che riguardarono comu-
nemente l’edificio come un santuario pagano trasformato e lo designarono col nome di
Te?npio di Bacco. Al contrario il De-Rossi ritrovando nel centro della rotonda le tracce di
un’antica piscina battesimale, tenne come provato che, secondo l’indicazione del Liber Ponti-
ficalis l’edificio fu costruito come battistero da Costantino, e concluse, come già il Garrucci
che i principali motivi di decorazione fatti per questo santuario cristiano non potevano essere
mitologici.
Alcune particolarità costruttive trascurate fin qui, bastano a mostrare che nessuno di
questi due giudizi era ben fondato.
1 Per la descrizione generale di esso non pos-
siamo meglio rimandare i lettori che alla Storia del-
l’arte del Venturi: nessun autore ha fatto questa de-
scrizione con un senso artistico più fine e delicato.
L'Arte. VII, 59
DEL MAUSOLEO CRISTIANO DI SANTA COSTANZA
ELLE ricerche da noi intraprese già da molti
anni sulle antichità cristiane della via Nomen-
tana in vista dello studio critico dei testi rela-
tivi a Sant’Agnese, avemmo ad occuparci
V^ della famosa rotonda di Santa Costanza. Noi
eravamo assai disposti a riguardare come defi-
nitivamente chiusa la discussione due o tre
volte secolare sulla primitiva destinazione del
monumento, sembrandoci che il De-Rossi avesse
detta l’ultima parola sulla questione. L’eminente
archeologo Lanciani, insistè invece sulla necessità
di nuove ricerche, e spinse la sua cortesia
^ fino a comunicarci dei documenti che gli
impedivano di creder risoluto « l’enigma
di Santa Costanza ». E in realtà noi ci trovammo alle prese con più enigmi intricati ; ma
le nostre investigazioni ci portarono a risultati inattesi e non privi d’interesse per la storia
romana del IV secolo.
Cercheremo di riassumere qui ciò che concerne un problema artistico assai dibattuto:
il carattere della decorazione primitiva del monumento
E incontestato che la rotonda di Santa Costanza, abbia servito di sepoltura a Costantina,
figlia di Costantino, Ma gli antichi archeologi, al tempo in cui sussisteva l’insieme della
decorazione interna, furon cosi colpiti dal suo carattere bacchico che riguardarono comu-
nemente l’edificio come un santuario pagano trasformato e lo designarono col nome di
Te?npio di Bacco. Al contrario il De-Rossi ritrovando nel centro della rotonda le tracce di
un’antica piscina battesimale, tenne come provato che, secondo l’indicazione del Liber Ponti-
ficalis l’edificio fu costruito come battistero da Costantino, e concluse, come già il Garrucci
che i principali motivi di decorazione fatti per questo santuario cristiano non potevano essere
mitologici.
Alcune particolarità costruttive trascurate fin qui, bastano a mostrare che nessuno di
questi due giudizi era ben fondato.
1 Per la descrizione generale di esso non pos-
siamo meglio rimandare i lettori che alla Storia del-
l’arte del Venturi: nessun autore ha fatto questa de-
scrizione con un senso artistico più fine e delicato.
L'Arte. VII, 59