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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Bouchot, Henri: I primitivi francesi "L'Ouvraige de Lombardie"
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0062
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/ « PRIMITIVI » FRANCESI

19

spinse un’intera scuola di critici a trovare nell’Italia la spiegazione di tutto. E nel caso
presente ciò diede luogo a un curioso errore. Alcuno che nelle Très riches Heures del duca
di Berry, lo splendido manoscritto del duca d’Aumale, osservò un’Adorazione dei Magi
assai simile a quella di Gentile di Fabriano, pensò di avere in mano la prova dell’influenza
italiana. Orbene, il dipinto di Gentile reca la data del 1423 (e gli eroi vi appaiono in fogge
originarie francesi) mentre la miniatura di Chantilly fu eseguita, al più tardi, nel 1415, a
otto anni di distanza ! Adunque o Gentile stesso ha eseguito la miniatura o non ha fatto
che interpretarla: ma averla eseguita non può, poiché essa, secondo il Delisle, è dovuta
ai fratelli de Limbourg. Tale constatazione dà qualche noia a uno degli storici del duca
di Berry, al De Champeaux, alquanto partigiano dell’Italia: egli non fa nessuna supposi-
zione, ma ben dà a vedere che poco gli talentano i fratelli Limbourg. Altri ha pensato — e
forse ha scritto —- che nulla impedisce di credere che Gentile abbia lavorato pel vecchio
mecenate francese, pel duca di Berry. Sì: ma questo puro italiano non avrebbe mescolato
elementi francesi nella composizione della sua miniatura! Si risponderà che nel 1423 egli
vestì i suoi Re Magi con le fogge che vide usate dai nostri signori dal 1400 al 1410: ed
è vero ; ma se è sua la miniatura dell 'Adorazione a lui stesso vanno attribuite le più belle
pagine delle Très riches Heures, miniate in uno stile assolutamente identico. Nel mano-
scritto, si osserverà, vi sono realmente due distinte Adorazioni, nell’una si vede in lonta-
nanza una città indeterminata ma l’altra ha nello sfondo una veduta di Parigi con Mont-
martre, Nòtre Dame, la Sainte Chapelle ed il castello di Bicétre, : 1 Gentile adunque o dovette
venire a Parigi o dovette possedere documenti singolarmente precisi per l’ideazione dei
luoghi.

Invero io non posso credere che il duca di Berry potesse appagarsi di un simile lavoro
eseguito a distanza di 300 leghe, e per il quale egli avrebbe dovuto attendere il benepla-
cito di un artista straniero.

Ma a che tale discussione se le miniature sono l’opera di uno dei fratelli Limbourg,
di quel Poi il cui nome appare in testa della notizia fornitaci da Leopoldo Delisle?

Un fatto che mi ha sempre meravigliato è come Robinet d’Etampes, familiare del duca,
in giornaliero contatto col principe e coi suoi artisti preferiti, ch’egli conosce tutti nelle loro
vicende, non menzioni mai nei suoi inventari i Limbourg, nè attribuisca ad essi alcun ma-
noscritto: tale singolarità fu osservata anche da J. J. Guiffrey nella sua Introduzione agli
inventari del duca.2

La notizia intorno ai fratelli Limbourg, che dal Delisle fu riferita ad un manoscritto,
venne scoperta da Gabriele Peignot ; nella sua concisione essa appare ben chiara: Paul o
Poi de Limbourg e i suoi fratelli, miniavano al momento della morte del duca, alcune pagine
di un manoscritto ricchissimo, le Très riches Heures, ch’essi lasciarono incompiuto ; 3 « plu-
sieurs cahiers — dice la postilla — d’unes tres riches LIeures que faisoient Paul et ses
freres tres richement historiés et enluminez ».

Senza dubbio vi sono molte ragioni per riferire questa notizia al libro d’Ore di Chan-
tilly, in favore di Poi, il pittore ufficiale del duca (o, a meglio dire, uno dei pittori uffi-
ciali : chè altri ve n’erano) e prima fra tutte il fatto che il manoscritto restasse incompiuto
come appunto le Heures di Chantilly; poi, ch’esso non fosse opera di un solo artista, bensì di
diverse mani: ciò che appunto si ritrova nel ms. di Chantilly; infine che il duca, per quanto
uomo magnifico, non avrebbe fatto eseguire un manoscritto pari in bellezza a quello di
Chantilly, un altro libro di Très riches Heures, senza che ne restasse una qualche notizia: e
nessuna notizia ne è rimasta.

1 La prima è al fol. 51, la seconda al fol. 52 del 2 Pag. lxxviii.

ms. di Chantilly: ambedue sono della mano deime- 3 Cfr. L. Delisle in Gazette des beaux-arts, XXIX,

desimo grande artista che compose le grandi minia- 403.
ture del codice.
 
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