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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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Bellucci, Alessandro: Arte decorativa: Un'antica industria tessile Perugina
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0159
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ALESSANDRO BELLUCCI

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Certo non di Raffaello o del Man-
tegna sono i cartoni di queste mo-
deste opere ; ma la loro varietà è
grande, l’originalità e il buon gusto
della disposizione sono notevoli.

Ce ne sono con figure e motti;
ce ne sono con disegni che ricor-
dano cose locali e altri che ricor-
dano antiche forme medievali.

La famosa fontana di Perugia
prestò un motivo ornamentale a più
d’un tessuto : e coppie di grifi ram-
panti rivolti, a due a due, l’un con-
tro l’altro, completano l’ornamenta-
zione, mentre un altro frammento
ci presenta due file di grifi contro-
rampanti a due a due : altri ricordano
nel carattere alcuni animali scolpiti negli specchi della fontana stessa: alcuni hanno leggende
come ardo, anima (ama), o nomi di donna come Sirina, Lautomia, Julia bella: un altro ha
coppie di guerrieri duellanti con una leggenda, quasi indecifrabile : altri furono tovaglie da
altare e recano l’agnello simbolico: altri hanno gruppi di dame e cavalieri in atto di danza:
ben scompartite fughe di pavoni, giraffe, cani, cavalli, pappagalli, rondini, aquile, fagiani, cava-
lieri che si avviano alla caccia col falcone in pugno, negromanti e centauri, demoni cavalcanti,
leoni, fughe di sfingi, di sirene, di aquile, di draghi ci passano dinanzi: lepri inseguite da
cani e centauri col falcone in pugno. Tutto in generale è disegnato con brio e spirito quanto
lo permettevano la grossezza del lavoro e la destinazione di questi tessuti.

Molti disegni noi li ritroviamo in ornamenti del Quattrocento e Cinquecento, nei vasi e
piatti di Deruta, in qualche antico vaso etrusco. Molte fiere mitologiche sono evidentemente
di origine italica e greca: i pavoni e i pappagalli ci ricordano le influenze orientali.

Questo insieme così vario di ornamentazioni in un genere di tessuti, più destinati al
grosso popolo che ai signori, ci rivela i gusti, le ispirazioni, le preferenze nella cultura arti-
stica della borghesia perugina quattrocentesca.

Possiamo definirli documenti storici in panni di lino di una fiorentissima industria, che
spesso ricorda un’arte più antica, destinati ad usi sacri e ad usi profani. Ce n’è uno col motto:
Ave Regina Coeli: certo era una sottoto-
vaglia di altare. Moltissime chiese urbane
e campestri del territorio perugino hanno
tuttora siffatti tessuti per sottotovaglia.

Ma certi altri motti ci svelano l’origine
di qualche corredo di sposa. Erano i nomi
di donna e i molti titoli di possesso delle
massaie, od omaggio dell’uomo innamorato,
dello sposo? E non sarà stato un eguale sen-
timento che avrà dettato gli epiteti di bella e
gratiosa e i motti amor, ama, ardo, buon alba?

Molte decorazioni ricorrono talora negli
arazzi di origine francese; anzi l’arte del pan-
nilino bianco e turchino sta di mezzo, per
chi conosce il lavorìo complicato del liccio,
fra il tappeto a fiamma e l’arazzo; ma tiene
più dell’arazzo che del tessuto a fiamma.

Perugia. Collezione Mariano Rocchi
 
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