ANTONIO MUNOZ
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testimoniano della presenza in suolo italiano delle forme più belle dell’arte bizantina, nes-
suno si è mai proposto di rintracciare tutta la suppellettile artistica che in essi doveva tro-
varsi e che è andata dispersa; icone, smalti, avorii, codici miniati; così che mentre la paleo-
grafia già ha permesso di ricostruire le diverse scuole di scrittura greca italiane, in fatto
d’arte assai meno sappiamo.
L’Esposizione di Grottaferrata può forse riparare in parte a questa mancanza e almeno
in ciò apparirà giustificato il suo titolo di italo-bizantina. La bella raccolta di codici greci
scritti in Italia, alcuni dei quali adorni di figure e di iniziali colorite, dottamente disposta
Piatto liturgico proveniente dalla Siberia. Roma, Collezione Stroganov
dai monaci stessi della Badia, permetterà già di valutare l’importanza delle scuole di mi-
niatura greche fiorite in Italia, permetterà meglio di stabilire i rapporti dell’arte benedettina
con l’oriente; ma ancora pei Musei e per le biblioteche bisognerà continuare a distinguere
quante delle opere che passano sotto il nome generico di arte bizantina, appartengono
all’Italia del sud.1
I visitatori della mostra usciranno anche abbastanza illuminati, su un altro ramo del-
l’industria artistica bizantina, l’oreficeria. Accanto alla numerosa raccolta di icone metalliche
russe d’epoca assai tarda, figurano pezzi di prim’ordine; gli ori del Nelidov, gli encolpii
d’oro del Vaticano, i cofanetti, le croci smaltate di Capua e di Cosenza. Quest’ultima sebbene 1
1 È quello che abbiamo cercato di fare illustrando metto in corso di stampa su « I codici greci miniati
un codice della Biblioteca Casanatense, in un volu- delle minori biblioteche di Roma », Firenze, 1905.
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testimoniano della presenza in suolo italiano delle forme più belle dell’arte bizantina, nes-
suno si è mai proposto di rintracciare tutta la suppellettile artistica che in essi doveva tro-
varsi e che è andata dispersa; icone, smalti, avorii, codici miniati; così che mentre la paleo-
grafia già ha permesso di ricostruire le diverse scuole di scrittura greca italiane, in fatto
d’arte assai meno sappiamo.
L’Esposizione di Grottaferrata può forse riparare in parte a questa mancanza e almeno
in ciò apparirà giustificato il suo titolo di italo-bizantina. La bella raccolta di codici greci
scritti in Italia, alcuni dei quali adorni di figure e di iniziali colorite, dottamente disposta
Piatto liturgico proveniente dalla Siberia. Roma, Collezione Stroganov
dai monaci stessi della Badia, permetterà già di valutare l’importanza delle scuole di mi-
niatura greche fiorite in Italia, permetterà meglio di stabilire i rapporti dell’arte benedettina
con l’oriente; ma ancora pei Musei e per le biblioteche bisognerà continuare a distinguere
quante delle opere che passano sotto il nome generico di arte bizantina, appartengono
all’Italia del sud.1
I visitatori della mostra usciranno anche abbastanza illuminati, su un altro ramo del-
l’industria artistica bizantina, l’oreficeria. Accanto alla numerosa raccolta di icone metalliche
russe d’epoca assai tarda, figurano pezzi di prim’ordine; gli ori del Nelidov, gli encolpii
d’oro del Vaticano, i cofanetti, le croci smaltate di Capua e di Cosenza. Quest’ultima sebbene 1
1 È quello che abbiamo cercato di fare illustrando metto in corso di stampa su « I codici greci miniati
un codice della Biblioteca Casanatense, in un volu- delle minori biblioteche di Roma », Firenze, 1905.