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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 3
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Reymond, Marcel: L' antica facciata del duomo di Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0219
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MARCEL REYMOND

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per ritornare alle orizzontali del Sud. Tutto, del resto, in questo edificio, anche dopo la
sua origine, indica il desiderio di mantenere le linee orizzontali.

A traverso il xiv secolo, infeudato dall’arte gotica, la Cattedrale di Firenze conserva le
antiche tradizioni italiane, le trasmette al secolo del Rinascimento.

Avanti di parlare della facciata vorrei dire una parola del concetto generale del monu-
mento, poiché in un edificio tutto dipende dal piano architettonico. La disposizione di una
facciata non è che la conseguenza del piano generale.

Per giudicare dell’opera di Arnolfo, per parlare dei suoi progetti che hanno subito in
seguito tante modificazioni, noi abbiamo parecchi elementi; noi abbiamo il piano primitivo
della chiesa, o almeno una parte di questo piano, e di più noi conosciamo le sue dimensioni
in larghezza e lo spessore dei muri ; questo ci basta.

Questo piano ci mostra che Arnolfo non impronta che poche cose all’arte gotica, e che
egli continua ad operare secondo il sistema basilicale italiano. Dal gotico egli prende le volte
con crociere a ogiva, ma vuole impiegare questo sistema nuovo di copertura senz’apportarc
delle profonde modificazioni nei suoi supporti. Nel gotico i muri perdono il loro valore, 1 e
l’importante è di stabilire delle forti e solide masse là dove si esercita la pressione delle
volte. Arnolfo, al contrario, continua a servirsi di un muro continuo, avente da per tutto lo
stesso spessore, come egli aveva fatto a Santa Croce per sostenere la copertura in legno.

La soluzione del problema gotico nelle mani degli architetti italiani fu il mantenimento
dei muri. Conservando i muri e contentandosi di rafforzarli con qualche contrafforte di poca
sporgenza, rinunciando assolutamente all’arco di sostegno ed evitando di moltiplicare i pilastri
troppo ingombranti all’interno, gli architetti italiani cercarono di risolvere il problema gotico,
problema che consisteva a coprire dei grandi spazi e ad innalzare le volte più alte che fosse
possibile.

Arnolfo, con una temerità sorprendente, con delle risorse veramente rudimentali, tenta
di costruire una navata tanto alta quanto la più alta delle navate gotiche di Francia, e, ciò
che è più difficile ancora, di costruire delle navate tanto larghe quanto quelle degli edifici
che erano la gloria degli architetti del Nord.

Da un muro all’altro la Cattedrale di Firenze misura quaranta metri di larghezza, e la
nave centrale venti. Si capirà quale era questo ardire, potremmo dire questa follìa, se si
pensi che la grande navata della Cattedrale di Parigi non ha che tredici metri, e che le più
larghe navate delle Cattedrali gotiche non hanno mai oltrepassato i quindici metri.

Nel concetto di questo piano si riconosce bene l’uomo che ha costruito Santa Croce,
Santa Croce tutta coperta in legno, e che s’immagina di poter conservare lo stesso piano
per ricoprire in pietra Santa Maria del Fiore. Il piano del Duomo di Firenze non è altro
che quello di Santa Croce. Ed invero, se non si fosse prevenuti, vedendo, il piano di Arnolfo
per il Duomo, vedendo i suoi muri così sottili, i suoi pilastri così distanziati e così leggeri,
si potrebbe credere che egli volesse ricoprirlo con delle travi in legno e non con delle volte
di pietra.

La Cattedrale, quale noi la vediamo oggi, non è più affatto quella che aveva progettato
Arnolfo. I progetti di lui furono considerevolmente modificati nel corso del secolo Xiv ; ma
non ci si allontanò dal suo concetto, e si può anche dire che si abbondò nell’assecondarlo.
I suoi successori non cambiarono la soluzione del problema, e non fecero che renderlo più

1 Senza dubbio i muri, anche nel sistema gotico, teorie, per offrirsi il piacere di moltiplicare le vetrate

hanno la loro utilità ; e se i Francesi sono arrivati fino e di fare un edificio tutto di cristallo e di sole, ma

a sopprimerli totalmente, fu nella frenesia della loro facendo questo essi hanno singolarmente complicato

scienza, per andare fino all’estremo limite delle loro il problema che avevano da risolvere.
 
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