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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Ohlsen, F. Y.: I bassorilievi nei sacrofagi in Roma (metá del IV, fine del V secolo): saggio di classificazione cronologica basata sill'analisi tecnica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0119
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BASSORILIEVI NEI SARCOFAGI IN ROMA

(METÀ DEL III - FINE DEL V SECOLO)

SAGGIO DJ CLASSIFICAZIONE CRONOLOGICA BASATA SULL’ANALISI TECNICA.

ER quanto l’arte romana, in confronto a quelle orien-
tali ed ellenica, sia stata trascurata dagli storici
dell’arte profana, e per quanto gli archeologi cri-
stiani abbiano sempre rivolto il loro interessamento
con impari intensità all’affresco che non al basso-
rilievo, all’arcosolio che non al sarcofago, pure fino
dai giorni di Gian Battista de Rossi anche le opere
dello scalpello nei bassi tempi non sono passate
del tutto inosservate. Ma lo scopo primo cui tende,
su via diretta, la spettabile schiera de’ seguaci del De Rossi
— forse più ancora dello stesso maestro — è di affermare la
natura della fede dei primitivi cristiani, circoscrivere i singoli
suoi articoli e seguirne le metamorfosi attraverso i suoi rispec-
chiamenti nell’arte simbolica.

È vero che De Rossi già si appellava talora allo stile di
qualche monumento (per esempio, del sarcofago n. 119 al
Museo Cristiano Lateranense e dei due nella cripta di Lucina), ma vi annetteva immanca-
bilmente un anche. Non si azzardò mai a pronunciare un giudizio cronologico in base allo
stile di un monumento sprovvisto di epigrafe e di origine topografica incerta. La datazione
dei monumenti così si fermò a quei pochi capisaldi che ci forniscono esplicitamente, mediante
le iscrizioni apposte, la loro data \ o la cui situazione topografica aveva dato occasione a
geniali ricostruzioni, quale il coperchio d'enormissima mole del Mausoleo di Papa Melchiade
alle catacombe di San Callisto (anno 311), o a tradizioni secolari, dinnanzi alle quali indie-
treggiava persino lo scetticismo profanatore della scienza: come i Mausolei di Elena e di
Costantina al Vaticano.

1 Quali: « l’ingens sarcophagus ex Via Labicatta
prope Torre Nova», anno 217 (ora a Villa Borghese);
i sarcofagi di L. TAVSTINVS al Museo epigrafico
lateranense (dalle catacombe di Pretestato, anno 353);
di Giunto Basso alle grotte vaticane (anno 359); di
Probus et Proba alla cappella del Sagramento in San
Pietro (anno 371); pochi frammenti al Museo epigra-
fico lateranense (IV, 2, anno 238 «.ex Coemeterio Lu-
cinae »). IV, 3, anno 273 « ex Coem. Praetestati »).

IV, 18, anno 345 «facile ex Agro Ver ano ») al Museo.
Vatic. Galleria Lapidaria (i° strigili, protome giovanile,
iscrizione greca, an. 343; 20 delfini e iscrizione, da
Sant’Agnese, anno 348), al Kircher (n.° d’inventario
7986 : cartello sorretto da due gemetti, iscrizione di
un Pisentius f anno 378, dalla Vigna Molinari); la Na-
tività delle Catacombe di Pietro e Marcellino (anno 343,
scomparso; già dal De Rossi riprodotto solo secondo
l’anonimo del Codice Barberiniano XXX, 92, f. 55).

L'Arte. IX, 11.
 
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