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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0185
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CORRIERI

146

certamente un’opera originale. Di chi? Gli antichi
cataloghi delle collezioni reali la descrivono alternati-
vamente come di Tiziano e di Giorgione.

Wan Dyck, quando prese nota nel suo taccuino di
ciò che vide in Italia nel 1621, buttò giù uno schizzo
a contorni della pittura, e vi scrisse «Tiziano». Non-
dimeno la composizione sembra più di Giorgione che
di Tiziano, ed è possibile che si sia ripetuto qui il
caso di un opera lasciata incompiuta dal primo, e
finita dal secondo, come nel caso della Venere di
Dresda.

Disgraziatamente non è possibile averne una ripro-
duzione, eccettuata quella comparsa recentemente nel

crestia di Santa Maria Novella in Firenze stava fino
allo scorso anno racchiusa ed ignorata l’antica tavola
che qui presentiamo agli studiosi dell’antica arte nostra.
Nessuno degli antichi e dei recenti illustratori della mi-
rabile chiesa, dal Fineschi e dal Richa fino al VVood-
Brovvn,1 ne aveva mai fatta menzione: nè lo stesso
P. Marchese illustrando le glorie dell’arte domenicana,
mostrò mai di conoscere questa opera d’arte, che era
di per sè documento notevole della gloria del suo
ordine e dell’arte ad esso congiunta. Quando per una
fortunata circostanza a me venne fatto di vedere co-
desta nascosta opera trecentesca, suggerii tosto a quei
padri di trarla alla luce in modo che fosse visibile a

Scuola di Giorgione: Processione trionfale. Richmond, Collezione Cook

grande volume nelle Collezioni Reali pubblicato da
Lionel Cust. Ed a quest’opera rimandiamo il lettore.

Fra le opere delle altre scuole 1’ Elisabetta di Valois
di Antonio Mor è uno dei più bei ritratti, e, per la
sua pura magnificenza, il miglior pezzo di pittura
della sala.

Gli artisti fiamminghi sono ben rappresentati da
Rembrandt, Metsu, Dow, Cuyp, Hals, Oeterveldt e Van
der Cappelle; gli acquarelli inglesi competono degna-
mente colle altre opere per la loro grande leggiadria.

Aggiungeremo che dal maggio al luglio prossimo
il Burlington Club terrà un esposizione di antiche pit-
ture tedesche, raccolte dalle collezioni private di In-
ghilterra. Sarà pubblicato un catalogo illustrato simile
a quello compilato per l’arte Milanese, Ferrarese e
Senese.

Herbert Cook.

Notizie di Firenze.

Antica tavoletta del secolo XIV rinvenuta in
Santa Maria Novella. — Nei grandi armadi della sa-

tutti ; il che con cortese sollecitudine fu fatto. Ed ora
l'antica tavola sta appesa ad una delle pareti della
sacrestia di fianco alla porta. Nè vi è bisogno di spen-
dere molte parole a dimostrarne la singolare impor-
tanza sì per la storia dell’arte fiorentina del secolo xiv,
e sì per quella dei rapporti che essa ebbe cogli ordini
monastici più fiorenti in quella età.2

La tavola cuspidata, a fondo d’oro, misura cm. 125
di altezza per 45 di larghezza. In alto stanno le due
figure del Cristo e della Vergine, assise maestosa-
mente sopra un alto trono dal fondo riccamente arabe-
scato. Il Cristo recinto della corona di re dei cieli, ed
avvolto in un ampio paludamento vermiglio, mentre
con la destra mano regge lo scettro regale, sostiene

1 Wood-Broyvn, The Dominican Church S. M. Novella al Flo-
rence. Edinburgh, 1902.

2 Cfr. il mio libro Pagine d'antica arte fiorentina, Firenze, 1905,
pag. 67 seg. Suppongo che la tavoletta domenicana potesse essere
prima nella stanza così detta dei Beati, attigua alla sacrestia : sulla
quale v. Richa, Chiese fiorentine, III, 49 ; Wood-Brown, opera
cit., 136.
 
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