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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0198
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BIBLIOGRAFIA

159

speranza di risultati felici. La conclusione della narrazione è
che un’ incognita ravvolge ancora e complica gli studi e le
nozioni acquisite sul Cenacolo e sui rimedi atti a conservarlo.

Biografia artistica.

99. Bode (W), Neuentdeckte Rembrandtbilder. (Zeit-
schr. f bild. K'., voi. XVII, pag. 9-14; Leipzig, 1905).

I principali sono VAsino di Bileam di una raccolta pri-
vata di Praga (circa 1629); il ritratto di Saskia in veste di
Flora, della raccolta Meyer von Stadelhofen nel castello di
Hermance presso Geuf; un ritratto virile (1646) della raccolta
Salting a Londra ; il Cristo e la Sa?narita?ia ( 1655) della raccolta
Sheepshanks a Harrogate nel Nordergland; il Trionfo di Sci-
pione (?) (1653) della raccolta Newgass a Londra. /. c.

100. Buschmann (P. Jr.), Jacques Jordaens et son
oeuvre; Bruxelles, Van Oest, 1905.

Questa biografia non contiene cose nuove, ma è vera-
mente pregevole per l’amore e la diligenza con cui è redatta.
L’A., sebbene riconosca le disuguaglianze singolari del grande
ma spesso spiacente maestro, è tratto tuttavia qualche volta
(pecca troppo comune nei biografi) a giudizi eccessivamente
favorevoli sulle opere del Jordaens. Deve anche notarsi che
il Buschmann non ha tenuto conto sufficiente o, meglio, ha
trascurato affatto l’influenza dell’arte italiana (che è profonda,
quantunque forse involontariamente subita e indiretta) nella
formazione della personalità artistica del maestro.

101. Colasanti (A.), Il memoriale di Baccio Ban-
dinelli. (.Repert. f Kunstw, voi. XXVIII, pag. 406-443;
Berlin, 1905).

II memoriale, pubblicato integralmente, è importante in

quanto offre elementi per determinare la personalità dell’ar-
tista, il quale ci appare certo pieno di presunzione quale già
ce lo avevano descritto il Vasari, il Celimi, Alfonso dei Pazzi;
ma ne esce quasi indubbiamente riabilitato dall’accusa di fiera
animosità contro Michelangelo, per il quale, al contrario, usa
sempre parole di alto riguardo e di profonda ammirazione,
non sospettabili di simulazione, in quanto che nello stesso
scritto, destinato ai suoi figli, il Bandinelli mostra di non ma-
scherare affatto i propri sentimenti di odio verso altri per-
sonaggi. I. c.

102. Fabriczy (C. von), Aus dem Gedenkbuch Fran-
cesco Baldovinettis. {Repert. f Kunstw., voi. XXVIII,
pag. 539-544! Berlin, 1905).

Ne riproduce alcuni passi contenenti notizie intorno ad
Alessio Baldovinetti e le opere sue. /. c.

103. Freiherr von Bodenhausen (Eberhard),
Gerard David und seine Schule ; Mlinchen, Bruck-
mann, 1905.

104. Grigioni (Carlo), Due opere di Giovati Fran-
cesco Gagliardelli, pittore e scultore abruzzese del se-
colo XVI. (Rass. bibl. dell’arte ital., a. Vili, pagine
181-185 5 Ascoli Piceno, 1905).

Un affresco del Gagliardelli, con la sua firma e la data 1 526,
esisteva nella chiesa di San Francesco di Ripatransone : in
questa chiesa stessa è tuttora conservata una Madonna in
terracotta di quel maestro. L’A. crede che possa attribuirsi

al Gagliardelli anche l’immagine lignea della Vergine, esi-
stente a Chieti nella chiesa di Santa Maria Mater Domini.

105. Hocquet (A.), Roger de la Posture ; Tournai,
Casterman, 1905.

L’A dimostra, in modo inconfutabile, che Ruggero Van-
derweyden ebbe origine a Tournai. E, secondo lui, il maestro
è francese, sia per la nascita, sia per il temperamento artistico.

106. Holmes (Richard), English miniature painters
- Nicholas Hilliard. (The Buri. Mag., voi. Vili, pa-
gine 229-236 e 316-325 ; London, 1906).

L’H. inizia una serie di notizie sui miniatori inglesi, con
uno studio sulla interessante figura di Nicola Hilliard, minia-
tore cui si deve una serie notevole di ritratti di personaggi
della corte inglese, sopratutto al tempo di Elisabetta; e che
lasciò un importante Treatise on thè Art of Limning.

107. Maffei (Raffaello Scipione), Zaccaria Zacchi
pittore e scultore volterrano/Volterra, tip. Sborgi, 1905.

Da quest’opuscolo è arricchita d’importanti notizie la bio-
grafia dell’artista volterrano (1474-1544). Non è altrettanto
completo ed esatto lo studio delle opere di lui: doveva per
esempio esser meglio studiata la sua attività a Bologna.

108. Mauceri (Enrico) e Agati (Sebastiano),
Francesco Laurana in Sicilia. {Rassegna d’arte, a. VI,
pag. i-S; Milano, 1906).

Gli A. si propongono di dimostrare, in base a nuovi do-
cumenti e con raffronti stilistici, come il Laurana abbia tra-
scorso in Sicilia un periodo non breve della sua esistenza, e
come di lui esistano tuttora nell’ isola molte altre opere oltre
le poche conosciute. E che egli sia stato nell’ isola non pochi
anni e v’abbia lasciato larga traccia di se, non par dubbio ;
la dimostrazione su questo punto, non potrebbe essere più
persuasiva. Ma non tutte le nuove e numerose attribuzioni
al maestro appaiono giustificate ; dalle affinità di alcune scul-
ture con opere del Laurana gli A. hanno forse troppo ra-
pidamente indotto una paternità che potrebbe dar luogo a
un’azione di disconoscimento.

Gli A. hanno comunque felicemente aperto la via a uno
studio analitico sul Laurana in Sicilia che sarebbe del massimo
interesse, e che essi stessi è da augurare vogliano proseguire.

109. Suida (Wilhelm), Le opere di Giovanni da Mi-
lano in Lombardia. {Rassegna d’arte, a. VI, pag. 11-14;
Milano, 1906).

Attribuisce a Giovanni da Milano gli affreschi del coro
della chiesa di Viboldone, presso Milano ; in questi affreschi
è la data 1349^ e pertanto essi rappresenterebbero la prima
opera di data sicura del maestro. Un altro ciclo di affreschi,
esistente nell’oratorio di Mochirolo presso Leniate sul Seveso,
già determinato per opera di Giovanni dal Carotti, è cre-
duto dal Suida appartenere a una fase posteriore dello stile
di Giovanni, e forse agli anni 1365-66.

no. Veth (Ian), Rembrandtiana. 1. Les proce'dés
d’adaptation de Rembrandt. IL Les premières oeuvres
de Rembrandt. {L’art flamand et hollandais, a. II,
pag. 81-92 e 135-150; Bruxelles, Van Oest, 1905).

Molto notevole si annunzia, a giudicarne da questi due
saggi, la serie di studi dedicati al Rembrandt dal Veth. Nel
 
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