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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0256
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2IÓ

MISCELLANEA

Vita derivata dalla parabola che il santo Barlaam
espone al giovine Iosafat, noterò che essa era così
diffusa, che naturalmente agli esempi da me citati
nel precedente studio se ne possono aggiungere molti
altri.

La troviamo ad esempio nel ms. Barberini gr. 172,
(fol. cart. 1-67) del secolo xvi, che contiene come dice
una nota a fol. 1, alcune favole indiane, tra le quali
c’è la parabola dell’albero della vita.

Le miniature sono assai rozze, e riproducono
motivi iconografici antichi : la scena che ci inte-

Fig. 5 — Biblioteca della società Imperiale
degli amatori dell’antica letteratura S. Pietroburgo

l’alto a sinistra dove si vedono tracce di colore rosso,
le gocce del miele. Vicino c’è l’iscrizione serba « se
sviet » (questo mondo). Da sinistra viene l’imicorno di
color grigio, in basso sotto all’uomo c’è una testa
umana bianca, e tracce di un’altra testa di animale,
proprio come nel salterio barberiniano. 1 1 2 Si vedono
anche, secondo lo Strzygovvski, tracce del topo nero.
La copia di Belgrado non aggiunge altro, anzi manca
l’animale a testa umana, e si ispira perciò secondo
Strzygowski più sui salteri che sull'originale: ma si
osservi invece che anche nel salterio Barberini c’ è
l’animale a testa umana.

Altri esempi della rappresentazione dell’albero
della vita nell’arte slava vedonsi in un salterio
dell’anno 1397 conservato a Kiev; in un altro
dell’anno 1485 della Biblioteca Pubblica di Pie-
troburgo (fig. 4); quest’ultimo è simile a quello
del salterio barberiniano.

In un codice della prima metà del secolo xvn
contenente la Vita di Barlaam e Iosafat in lingua
russa, e conservato a San Pietroburgo nella Bi-
blioteca della Società imperiale degli amatori del-
l’antica letteratura, si vede la rappresentazione
della parabola al fol. 183.

Come vedesi dalla nostra riproduzione (fig. 5),
la scena è divisa in due quadri ; in quello di
sinistra in un paesaggio montuoso corre 1’ uni-
corno (il cui corno non è sollevato verso l’alto
ma scende in basso); in quello di destra sull’al-
bero sta l’uomo che alza la mano come per pren-
dere il miele; in basso i topi rodono le radici,
mentre ai lati i quattro serpenti protendono le
lingue velenose, e al disotto il dragone alato sol-
leva il capo. 2 Antonio Munoz.

ressa (fig. 3) sta al fol. 15-v: vi son tutti gli elementi
dati dalla parabola, il drago, i serpenti; l’uomo porta
la destra al capo in atto di dolore. Ma il pittore pro-
babilmente non conosceva il significato della storia,
perchè ha dimenticato il topo nero, simbolo della
notte.

La rappresentazione si rivede nel salterio serbò del
xv secolo, della bibiblioteca di Monaco (come anche
nella copia della Biblioteca Nazionale di Belgrado) il-
lustrato recentemente dallo Strzygowski. 1 Nel codice
di Monaco, che è del xv secolo ma ispiralo su antichi
modelli siriaci e quindi di grande importanza perchè
la storia di Barlaam è d’origine orientale, si vede a
fol. 2-v nel centro di un paesaggio limitato ai lati da
montagne, avanti al fogliame un poco sollevato da
terra, di un albero, un uomo con le mani incro-
ciate (?) innanzi al petto, che volge la testa verso

Un drappo prezioso del secolo XIII nella basi-
lica di San Francesco d’Assisi. — Nell’antico inven-
tario della sagrestia della basilica di San Francesco
d’Assisi compilato, a quanto pare, nel 1341 (cfr. Frat-
ti ni, Storia della basilica e del convento di San Fran-
cesco d’Assisi, Prato, 1882) trovansi indicati:

una borsa di panno tartaresco listato con quattro
monili ;

un paliotto di sciamito rosso con ruote d’oro,
grifoni e aquile d’oro ;

un gran drappo giallo, con grifoni e altre bestie e
uccelli d’oro ;

un gran drappo rosso con le viti d’oro;

un panno rosso con leopardi in grandi ruote,
tutto inorato (I tre drappi suddetti li mandò l’impe-
ratore de’ Greci);

un drappo tartaresco a liste, tutto inorato;

1 I. Strzygowski, Die Miniaturen des Serbischen Psalters der
kgl. Bibliothek in Miinchen. Denkschriften des kais. Akad. derWiss.
in Wien, Band LII. Wien, 1906, tav. I e fig. 8, pag. 11 e 97.

1 Figura a pag. T39 de IJ Arte, 1904.

2 L’intero facsimile del codice si veda nella pubblicazione
della Società imperiale degli amatori dell’antica letteratura, vo-
lume LXXXVIII, Pietroburgo, 1887.
 
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