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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Frizzoni, Gustavo: Opere di maestri antichi a proposito della pubblicazione dei disegni di Oxford
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0287
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246

GUSTA VO FRI ZZO NI

Bazzi, che riassume in bell’ordine quanto è stato fin qui studiato e raccolto intorno all’ar-
tista. 1 II disegno non meno che il dipinto vi sono descritti ; solo non apparisce egli abbia
avvertito lo stretto nesso che corre fra loro, come identico assunto.

Passando alla scuola fiorentina il Colvin ci presenta in perfetto fac-simile (sino nel colore
della carta violacea), due fogli con istudii di figure d’uomini, in diversi atteggiamenti, parte
nudi, parte drappeggiati, ritenuti di Filippino Lippi. Come egli bene osserva, esiste un buon
numero di studii dal vero di detto autore, dello stesso carattere, alcuni di qualità anche
superiore; (ed egli ne adduce come esempio alcuni del British Museum, già nella raccolta
Malcolm, mentre altri si potrebbero riscontrare a Dresda e agli Uffizi). I due fogli di Oxford
poi hanno un interesse particolare anche per la loro derivazione dal noto libro di disegni
già appartenuto al Vasari. Come in altri casi egli si era compiaciuto inquadrarli entro un
ornato architettonico da lui imaginato, munito del ritratto in silografia di Filippino Lippi.
Sono eseguiti detti fogli a punta d’argento e illuminati a biacca; con un sentimento del
nudo assai vivo e un movimento di linee accentuato, proprio della sua età più matura.

Provenienti dalla raccolta Lawrence due fogli certamente originali di Michelangelo. Par-
ticolarmente notevole il primo, che contiene degli studi di cavalli, condotti a penna. Il Berenson
nella sua opera intorno ai disegni fiorentini bene osserva che il Buonarroti sembra essersi
occupato raramente di ritrarre il nobile animale, contrariamente a quanto si verifica rispetto
a Lionardo, e soggiunge: « Questi schizzi tuttavia devono essere stati ricavati direttamente
dal vero ; perchè io domanderei, se in tutto lo sviluppo dell’arte italiana, non eccettuato nem-
meno Lionardo, si saprebbe trovare un altro cavallo così simile all’animale nella sua realtà
e così affine al cavallo quale l’arte contemporanea sino a Géricault è venuta rappresen-
tando ».2 Probabilmente questi accurati studi gli servirono di preparazione per eseguire il
cartone dell’Assedio di Pisa, che doveva essere eseguito nel salone di Palazzo Vecchio. Pre-
lude poi vie più evidentemente alla stessa opera un pensiero espresso con pochi tratti di
penna alla rinfusa, concernente un gruppo di combattenti a piedi e a cavallo, imaginato in
modo non molto dissimile da altri analoghi che si vedono impressi su alcuni fogli di Leo-
nardo, quando nel tempo medesimo, cioè intorno al 1504, stava preparando la sua Battaglia
d’Anghiari per lo stesso salone.

I ripetuti saggi a carboncino riferentisi al soggetto del Sansone che ammazza il Filisteo,
quali vedonsi tracciati sul secondo foglio di Michelangelo, ci riportano a’ suoi anni più maturi
(intorno al 1535-45 direbbe il Colvin). Il Vasari nella sua vita di Pierino da Vinci, racconta
che il medesimo vide certi schizzi di Michelangelo di Sansone che abbatte un Filisteo con
la mandibola di un asino ; allusione che ben si può congetturare si riferisca al foglio di che
si ragiona, come ebbe ad avvertire il Berenson già dianzi citato.

* * *

Un capitolo di speciale interesse nella storia dell’arte è quello che prende in conside-
razione lo sviluppo graduale dell’ingegno di Raffaello. Benché lungi dall’essere esaurito e
pienamente assodato l’argomento, merita di essere segnalato quanto scrisse in proposito
con l’acume consueto il nostro critico pseudo-russo più volte rammentato, massime nel
terzo volume dei suoi Runstcritische Studien. Gli è costì ch’egli si applica in più luoghi
ad escogitare i legami che devono avere unito l’artista giovanetto all’ambiente ideale della
sua nativa Urbino. Rimasto orfano di padre nella tenera età di 11 anni, nel 1494, è lecito

1 Vedi: Giovanni Antonio Bazzi, hìtherto usually ratteri del testo, questo è intercalata da ben 56 tavole
styled « Sodoma ». The man and thèpainter 1417-1549, illustrative da tutte le più notevoli opere dell’autore,
a study by Robert H. Hobart Cust, London, John 2 Vedi la sua grande opera intitolata: Drawings of

Murray, Albemarle Street, W., 1906. È un volume fiorentine masters, voi. II, n. 1558. (Editore il Murray
in-8° grande, di 442 pagine, edito in modo esemplare, di Londra, a. 1903).
come sanno fare le Case inglesi. Nitidi e grandi i ca-
 
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