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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Pietro de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0406
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PIETRO DE SALI3A

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quella del putto di Santa Maria Formosa; e non è forse da escludere che in origine potesse
esser preferibile alle altre questa replica, cui un falsario audace appose la firma Ioannes
Bkllinvs (su un cartellino fissato in basso al solito parapetto). Ma trattasi, ripeto, di una
larva di quadro, su cui non sarebbe consigliabile qualsiasi giudizio: penso tuttavia che non
si possa proporre altro nome che quello di Pietro per questa Madonnina, ove si ritrova il
dettaglio caratteristico della emme maiuscola formata dalle increspature del velo.1

La conclusione che, dall’esame delle opere autentiche di Pietro, si può ricavare è stata
già preindicata. Pietro appare come un pittore del gruppo degli antonelleschi, che ha subito
anche gli influssi di un maestro veneziano, probabilmente Cima: forse, come all’arte di Cima,
così potè egli attingere direttamente all’arte di Giovanni Bellini, ma sulla sua natura vol-
gare di pittore in ritardo l’arte più facile, più familiare del maestro di Conegliano dovè eser-
citare un’attrazione maggiore di quella, più eletta
ed evoluta, del grandissimo maestro veneziano.

Sono in ogni modo comuni a Pietro i caratteri
tecnici e le tendenze dell’arte di Antonello di
Saliba, ma egli è di un livello ancora più basso.

Antonello non è privo del senso della grazia, e
in alcune sue opere si manifestano una coscien-
ziosità e una diligenza, che a Pietro sono ignote.

Sebbene Pietro debba da un punto di vista stret-
tamente tecnico, considerarsi come appartenente
alla scuola messinese piuttosto che alla vene-
ziana, al modo stesso di suo fratello, questi ap-
pare nondimeno più profondamente penetrato
dall’ influsso dello zio. Quando Antonello iuniore
imita i Veneziani, il ricordo dell’arte del grande
Antonello è sempre in lui vivissimo ; mentre
Pietro, che nulla assolutamente ha di personale,
traduce tipi veneti servilmente. La differenza fra
i due fratelli non è tuttavia tale, che non possa
in qualche caso sorgere il dubbio se si tratti del-
l’uno o dell’altro. Un criterio per distinguerli
potrebbe esser questo, che Pietro non sa dise-
gnare, mentre Antonello disegna abbastanza
bene o almeno è capace di disegnare corretta-
mente :2 tra le opere che possono attribuirsi ai due fratelli, quella che mostri errori gros-
solani di disegno sarà sempre imputabile a Pietro. Un altro criterio di distinzione potrà,
in un certo ordine di casi, desumersi dalle firme supposte del maggiore Antonello. Per
alcune opere che portano la firma ritenuta, sin quasi ai giorni nostri, esclusiva di quest’ul-
timo e che non sono assolutamente degne di lui, vennero proposti dalla critica i nomi or
dell’uno or dell’altro dei fratelli de Saliba: ora non si deve dimenticare che uno di costoro
aveva pieno diritto di firmarsi al modo stesso dello zio. Così la Madonna della Galleria
di Berlino (n. 13) che porta la segnatura . ANTONELLVS . MESSÀNESIS . P . fu attri-
buita a Pietro dal Morelli ; e per vero quest’opera in molti particolari rammenta Pietro
in modo impressionante, ma, data d’altra parte la sua rispondenza strettissima con un’opera

Scuola di Cima da Conegliano
Madonna col Bambino. Venezia, Museo Civico
(Fot. Filippi).

1 Ringrazio sentitamente l’amico Gino Fogolari, cui
debbo se posso far cenno di questo quadro, finora
completamente ignorato.

2 Antonello de Saliba appare estremamente debole
e grossolano in alcune sue opere ; ma bisogna avver-

tire che si tratta generalmente di opere spettanti ad
un’età già avanzata. Per esempio il quadro della chiesa
di Santa Lucia a Messina (1516) fu da lui (?) compiuto
a 50 anni, il quadro firmato di Milazzo (1531) a 65
anni, ecc.
 
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