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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Pietro de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0411
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37°

ENRICO BRUNELLI

L’esemplare della Galleria di Berlino non è gran fatto migliore, ma è migliore del-
l’esemplare Hertz. Anche in esso il modellato è debole, e le carni sono monotonamente gial-
lastre. Io ho proposto altra volta in via d’ipotesi,1 il nome di Antonello de Saliba per questo
busto, che può anche certamente ricordar da vicino la maniera di Pietro, più da vicino che
non la Madonna della stessa Galleria. Il busto conviene all’uno e all’altro dei fratelli ; nel
dubbio, la firma, non sospetta di falso, ANTONELLVS . MESANEVS . P., potrebbe, a mio
avviso, risolvere la questione in favore di Antonello : perchè non dovrebbe attribuirsi im-
portanza a una segnatura, quando nulla ad essa contraddice nella fattura del quadro?2

Parmi possa escludersi assolutamente la mano di Pietro per il busto dell’Istituto Stadel,
che è troppo superiore a lui, che è superiore fors’anche a quanto poteva fare Antonello de
Saliba. Che in tutta la serie debba vedersi l’opera dei mediocri nipoti del grande Antonello,
è induzione che si presenta spontanea e facile ; ma un’affermazione così generica non sarebbe
prudente. Il prototipo di Antonello è opera tale che dovette a suo tempo destare ammirazione
e spirito d’imitazione in molti, e come potè ispirare un maestro, quale è Liberale da Verona,
così potè ispirare altri maestri inferiori ; ora nella sfera dei maestri inferiori le determina-
zioni sono sempre più ardue e incerte. Una ragione assoluta per negare che spettino a Pietro
i busti di Milano e di Bergamo non vi è; non vi sono nemmeno argomenti che possano
dimostrarne inconfutabilmente l’appartenenza a lui. Ho già accennato alla superiorità d’ese-
cuzione dell’esemplare Crespi rispetto all’esemplare Hertz. Quanto al San Sebastiano di Ber-
gamo, abbastanza prossimo al San Sebastiano di Berlino, deve notarsi che esso, a differenza
di tutti gli altri, spicca su un fondo a paesaggio ; ed il paesaggio, regolare e simmetrico,
ove prevalgono i filari di cespugli e d’alberi giovani allineati, ricorda soprattutto quello della
Madonna di Berlino ; mentre nel quadro autentico di Pietro, ove è più sviluppato il paesaggio,
questo s’avvicina maggiormente a un carattere veneto.3

Non guadagnerebbe molto, comunque, la fama di Pietro, quando potesse essere dimo-
strata una maggiore sua partecipazione nella serie. Dovrebbe invece la sua fama crescere di
non poco e dovrebbe di lui farsi un giudizio molto più favorevole che non sia quello in
precedenza espresso, quando, secondo una recentissima ipotesi, potesse attribuirglisi il Cristo
alla colonna dell’Accademia di Venezia (n. 589), in cui molti ancor oggi vedono un’opera
dello stesso Antonello seniore. Quando si pongano a confronto opere certe di quest’ultimo
e opere certe di Pietro, davvero è a stupire che possa fra essi sorger dubbio, nel battesimo di
un’opera incerta. Pietro dovrebbe esser molto lusingato del dubbio : l’artista sfortunato e me-
diocre potrebbe dunque, a un tratto, rivelarsi valente ?

L’ipotesi, proposta dal Paoletti* 4 * ha avuto favore ; è stata accolta da alcune guide, com-
presovi il Baedeker ;! ha trovato consenzienti i più recenti biografi di Antonello, come il
Di Marzo e il D’Amico.6 Eppure il fondamento dell’ipotesi è debolissimo. Il Cristo di Ve-
nezia e firmato su un cartellino, in lettere minuscole, cmtonelhis messanetis me pinxit: tale
segnatura, afferma il Paoletti, venne parzialmente falsificata da qualche speculatore che, nella
prima parola di essa, lasciando Yus finale originario, aggiunse le lettere untemeli. E invero
queste lettere, segnate con minor fermezza e alquanto più riavvicinate le une alle altre delle
successive, possono dar luogo a sospetti, sebbene, in fatto di firme di quadri, certe irrego-
larità non siano tali da destar meraviglia. In ogni modo non è esatto, come affermano, più
realisti del re, alcuni seguaci dell’ipotesi del Paoletti, che sotto la firma alterata di Antonello,

1 L’Arte, a. VII, pag. 282.

2 II De Wyzewa ha accolto l’attribuzione ad Anto-
nello de Saliba del San Sebastiano di Berlino, propo-
nendo per esso la data approssimativa del 1485. (Les
deux Antonello de Messine, in Revue de l’ari ancien et
moderne, a. IX, pag. 68-69). Ma deve osservarsi che
circa il 1485 Antonello non aveva ancora vent’anni.

3 II paesaggio del quadro di Santa Maria Formosa,

sebbene più arido, presenta invece qualche affinità coi
paesaggi della Madonna di Berlino e del San Seba-
stiano di Bergamo.

4 Paoletti, Catalogo delle RR. Gallerie di Venezia,
Venezia, 1903, pag. 171.

s Italie septentrionale, i6a ediz., pag. 259.

6 Di Marzo, Dì Antonello da Messina, pag. 85 ;
D’Amico, Antonello, pag. 103.
 
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