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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0437
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BIBLIOGRAFIA

395

Così potessero in tutti i centri artistici d’Italia sor-
gere e svilupparsi dei consimili «repertori», a racco-
gliere coscienziosamente i dati ed a fornire i rilievi
delle tante opere architettoniche germogliate nel nostro
suolo! La storia dell’architettura e quella ad essa
intimamente connessa dell’arte decorativa, ancora
adesso così in ritardo rispetto quelle delle arti figu-
rative, verrebbero alfine ad acquistare uno stabile
fondamento scientifico, ad intrecciare la rete intorno
cui poter poi tessere una tela regolare. E sarebbe
questo un compito veramente utile e fecondo per
quelle varie Società degli Amici dei Monumenti che
ora vivacchiano qua e là senza lasciare, salvo poche
lodevoli eccezioni, vere tracce durevoli.

La monografia con cui s’inizia la serie è quella
dell’architetto Canestrelli sulla Pieve di San Quirico
in Osenna, nella valle dell’Orda, non lungi da Pienza.
È la chiesa una piccola costruzione, forse del prin-
cipio del Duecento, che ancora ha conservato integre,
malgrado i molti restauri, le sue parti essenziali.
L’A. ritiene giustamente fosse in origine costituita da
una sola navata rettangolare, a cui nel 1298, anno indi-
cato in una iscrizione su di una porta laterale, si sareb-

bero aggiunte le braccia del transetto. I portali di tipo
lombardo, le finestre, le cornici ad archetti offrono ele-
menti meritevoli di studio ; ma più ancora li offrono
le antiche capriate che l’A, ha ritrovato intatte al
disopra delle volte, aggiunte nel xvm secolo, e che
con gran cura ha riprodotto in tutti i dettagli di ornato
e di colore. Sono capriate del solito tipo italiano, già
apparso in San Miniato, in Monreale, in Viterbo, con
le corde sostenute da mensole, variatissime di disegno
e di ornamentazione. Ed è invero tanto raro il caso
di trovare una struttura in legno così antica, così com-
pleta, così ricca di decorazione, ed è tanto grave la la-
cuna che da questa scarsezza di esempi risulta nelle
nostre cognizioni su elementi veramente notevoli del-
l’architettura medievale (e recenti discussioni su recenti
restauri informino), che appare tale ritrovamento di un
grande interesse; ed assumono vera importanza le bel-
lissime tavole policrome, in cui il Canestrelli ne ha di-
segnato il rilievo: promettente inizio alla pubblicazione
della Siena monumentale, all’ illustrazione della bella
contrada senese

di leggiadria, di bei costumi piena.

G. Giovannoni.

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO.

Storia dell’arte in generale. Opere di consulta-
zione e divulgazione. Topografia artistica ge-
nerale. Relazioni tra la storia dell’arte e le
altre scienze. Questioni e studi generali di tec-
nica, di estetica, di iconografia.

189. Braune (Heinz), Die kirchliche Wandmalerei
Bozeiis uni 1400. {Zeitschrift des Ferdinandeunis, S. Ili,
fase. XXV, pag. 1-115 ; Innsbruck, 1906).

Fra le molte pitture romaniche esistenti nel Tirolo quelle
di Hocheppan hanno caratteri italo-bisantineggianii, ma du-
rante il '300 l’influenza italiana in Tirolo è del tutto sover-
chiata da quella tedesca ; la germanicità si estende anzi in
tutta l’Italia Superiore : non forse lo stesso nome di Alti-
chieri ci indica che nel maestro veronese scorreva sangue
germanico? Risimi teneatis...

L’A. illustra gli affreschi del castello di Avio, presso
Verona, importanti piuttosto per la storia del costume che
per quella dello stile, e li assegna al principio del xiv sec.;
i mediocri dipinti, di carattere prettamente tedesco, delle
chiese di San Martino a Rampili, di Santa Caterina in
Tiersetal; e segnala infine una corrente di influenza italiana
negli affreschi di San Giovanni in Dorfe presso Bolzano
attribuendoli al principio del xv secolo. Il B. pone in dub-
bio che Stefano da Zevio abbia realmente lavorato in Tirolo
come fu sostenuto dal Semper; indica invece presso Riva,
a Tenno, degli affreschi firmati da un Giuliano da Verona,
a Sant’Antonio de Pelug dei dipinti di Antonio da Ave-

raria (1443), a Santo Stefano presso Coresolo pitture di un
Simone di Averaria, ma senza osservare che è noto come
quest’ultimo pittore abbia lavorato in Valtellina. p. t.

190. Brykczynski (A.), Iésus-Christrépresentécomme
Apothicaire. (Revue de Vart chrétien, a. L, pag. 184-
188; Lille, 1907).

Illustra brevemente alcune pitture tedesche, ove Cristo è
rappresentato cogli attributi di un farmacista. Non ha bi-
sogno d’essere spiegato il significato simbolico di queste
rappresentazioni che derivano da passi biblici, specie dal
versetto XI-28 di San Matteo.

191. Dehio (G.), Handbuch der deutschen Kunst-
denkmaeler, v. IL — Berlin, Wasmuth, 1907.

Il secondo volume di questo importante inventario scien-
tifico che il Bollettino ebbe già a ricordare (1906, n. 56)
comprende i monumenti della Germania settentrionale.

192. Fabriczy (Cornelius von), Summontes Bmef
an M. A. Michiel. (Repertorium f. Kunstwiss., voi. XXX,
pag. 143-168; Berlin, 1907).

Ripubblica la nota lettera del Summonte corredandola
di diligenti note nelle quali tuttavia sembra non abbia po-
tuto tener conto dei recenti studi di A. Venturi sulla pit-
tura del Trecento a Napoli.

193. Frati (Lodovico), Lettere autobiografiche di
pittori al P. Pellegrino Antonio Orlandi. (Rivista d’arte,
a. V, pag. 63 76; Firenze, 1907).

In un manoscritto della Biblioteca Universitaria di Bo-
 
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