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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0436

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394

BIBLIOGRAFIA

Egli ritiene che le decorazioni dell’abside e del
transetto possano ritenersi eseguite ad un dipresso
intorno al 1270.

Da ultimo egli affronta la questione chi possa es-
sere il Maestro che ha eseguito le decorazioni nel-
l’abside e nel transetto e conchiude che non possa
essere che Cimabue, poiché tutto concorre ad indi-
carcelo e specialmente i documenti. Nel documento
di Santa Maria Maggiore, che è del 1272 si ha la prova
che egli aveva visitato Roma e da ciò le molte carat-
teristiche romane nelle pitture di lui e dei suoi allievi
ad Assisi. Il documento di Pisa ci dice che egli fu a
lavorare in quella città nel 1300 e la figura di San Gio-
vanni dell’affresco della Crocifissione d’Assisi corri-
sponde al San Giovanni nel mosaico dell’abside del
duomo di Pisa per stile ed espressione.

Il bellissimo libro dell’Aubert deve porsi fra le
opere di maggior importanza, pubblicate nell’ultimo
tempo nel campo degli studi di storia dell’arte: le sue
conchiusioni trovano in gran parte conferma da quelle
del Venturi, pubblicate indipendentemente e poco
tempo prima nel V volume della Storia dell'Arte ita-
liana. È ciò dà fidanza sulla loro giustezza.

Federico Hermanin.

L. Cerri e A. Corna : Il architetto Alessio
Tramello di Piacenza. {Boll. St. Piacentino).

Una nuova personalità artistica di grande valore è
stata da qualche mese acquisita alla storia dell’arte
mediante le fortunate ricerche d’archivio di alcuni
suoi concittadini.

Si tratta di un architetto di Piacenza, autore dei
più bei monumenti della Rinascita che adornano quella
città, la chiesa di San Sisto, quella di San Sepolcro,
quella di Santa Maria di Campagna e parecchi palazzi.

Di questo artista prima non si conosceva che una
opera: il chiostro della chiesa di San Sepolcro, citata
come sua anche dal Cicerone ; poi nel 1903 Leopoldo
Cerri nell’effemeride « Interessi piacentini », parlava di
un maestro Alessio come autore della chiesa di San Si-
sto (1499-1511) sulla scorta di un documento del no-
taro da Tridio, e come possibile autore, per induzioni
stilistiche, della chiesa di San Sepolcro e di qualche
palazzo di quel tempo.

Ultimamente lo stesso Cerri nel Bollettino Storico
Piacentino (An. I, fase. 50) del settembre-ottobre 1906,
pubblicava un documento dell’ultimo di dicembre 1527,
in cui è detto che gli Anziani del Comune « visa
supplicatione porrecta per magistrum Alexium Tra-
mellum » il quale « architecturae operam navavit ac
multa palatia ac tempia errexerat quequidem totam
fere urbem illustrant ac magnificam reddunt » gli con-
cedevano, secondo il suo desiderio, d’essere esonerato
« ab omnibus oneribus tam realibus quam persona-
libus et mixtis ac etiam ab odioso ospitandi milites».

Il Cerri dal documento traeva l’identificazione di
maestro Alessio con Alessio Tramello, e supponeva
che a lui si dovessè attribuire « quanto di più degno,
oltre la chiesa di San Sisto fu eseguito in quel torno
di tempo » « e così San Sepolcro e la stessa Madonna
di Campagna ».

Quanto ai palazzi egli crede si possa ritrovare in
maestro Alessio l’autore del « Palazzo Barattieri in
Strà levata, il palazzo già Scotti da Fombio poco
lungi e quello dei conti Rossi (Marazzani da San Vin-
cenzo)». Inoltre rammentava il passo del cronista
Villa, in cui si dice che maestro Alessio Taramello
nel 1529 « a fondò li bastioni de Campagna ».

Poco dopo, nello stesso Bollettino Storico Piacen-
tino del fascicolo marzo-aprile del presente anno, il
P. Andrea Corna pubblicava la intera Convenzione
tra i fabbricieri della chiesa di Santa Maria di Cam-
pagna e il suo autore « Alesio Tramelo architecto de
piasenza per fare dieta fabrica».

Fra i molti particolari del documento ricorrono
spesso dei richiami alla chiesa di San Sepolcro. Così,
per esempio i fabbricieri volevano « li cantonij incor-
nisati come quelli di San Sepolcro» «li cornisoni con
li soj architravi su la fogia de la Gesia de San Se-
polcro » « li pilastri maystri cornisati su la fogia de
San Sepolcro».

Il P. Corna ne deduce facilmente che il Tramello
fu anche autore di San Sepolcro, e le concordanze
con gli altri documenti sono tali, che non se ne può
minimamente dubitare.

Insieme con l’architetto Tramello sono rammen-
tati anche i suoi aiuti, il figlio Fredrincio o Fre-
denzio, e il nipote Sisto.

Da questi documenti dunque risorge intera la figura
di quel fantastico artista che fu il creatore di San Sisto
e di San Sepolcro, che nell’età più avanzata gareggiò
in Santa Maria di Campagna con le più corrette
opere della scuola bramantesca.

Della nuova gloriapuò giustamente vantarsi Piacenza
ed esserne lieto ogni studioso dell’arte italiana. I. o.

A. Canestrelli : La pieve di San Quirico
in Osenna. Siena, tip. Lazzeri, 1906.

Sotto gli auspici della Società senese degli Amici dei
Monumenti, ha iniziato con questo fascicolo il suo cam-
mino una pubblicazione periodica che s’intitola Siena
monumentale, veramente degna di encomio e d’imita-
zione, per la praticità di criteri e per la serietà d’intenti,
che la informano. È suo programma di venir man mano
illustrando graficamente e storicamente i monumenti di
Siena e del suo territorio, «mescolando i più noti a quelli
che pochi conoscono pel solo nome », quali quelli nu-
merosissimi dispersi nelle campagne, e non trascurando
le riproduzioni grafiche dei vari elementi decorativi
che a quei monumenti danno una così caratteristica
veste ornamentale.
 
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