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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Appunti sulla storia della pittura in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0401

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APPUNTI SULLA STORIA DELLA PITTURA

IN SARDEGNA

Pittori spagnoli del Quattrocento in Sardegna.

ra i pochissimi pittori fioriti in Sardegna nel secolo XV, dei quali
resta memoria,1 sono due catalani : Giovanni da Barcellona e Be-
rengario Picalull. Un’opera firmata del primo resta nella Pinacoteca
di Cagliari ; ed è questo l’unico caso in cui, di una pittura esistente
nell’isola, si possa dir che è spagnola con la certezza data dal
documento. Del Picalull, compreso fra i pittori sardi dallo Spano
ma designato sicuramente per catalano dal cognome, sappiamo
che visse in Cagliari fra il 1423 e il 1436 1 2 e che dipinse un’ancona
per la chiesa di Santa Maria presso Uta.3 Quivi l’opera del Pi-
calull rimase fino a tempi molto prossimi a noi;4 ma fu poi scom-
posta e venduta, e si ignora oggi qual sorte ne abbiano avuto le membra sparte.5

Accanto a Giovanni da Barcellona e a Berengario Picalull, potrebbe rammentarsi ancora
Epitiens Alonge ; fu questi, secondo il Vivanet,6 un miniatore catalano o provenzale che
ci lasciò un alto saggio del suo valore in uno dei corali della cattedrale di Oristano. Ma
Epitiens Alonge non ebbe mai esistenza: e il preteso nome e il preteso cognome di un
miniatore non rappresentano che l’errata lettura di due parole appartenenti al testo del corale.7

1 Sulla pittura sarda del secolo xv, cfr. Spano,
Guida della città e dintorni di Cagliari, Cagliari, 1861 ;
Id., Storia dei pittori sardi, Cagliari, 1870; Brunella,
Influssi spagnoli sulla pittura italiana del rinascimento,
Roma, 1907.

Notizie sparse, spesso abbastanza notevoli, si tro-
veranno ancora nelle altre infinite pubblicazioni dello
Spano e specialmente nel Bullettìno archeologico sardo
(Cagliari, 1855-64), per dieci anni diretto e quasi in-
teramente scritto da lui. Sarà infine ricordato più oltre
qualche altro autore che si è occupato, parzialmente
e di sfuggita, della pittura sarda primitiva.

2 Spano, Storia dei pittori sardi, pag. 9-12.

3 Spano, Antica chiesa di Santa Maria d'Uta, in
Bullettìno archeologico sardo, a. Vili, 1862, pag. 33-40.

4 L’ancona del Picalull fu acquistata dal conte Fran-

cesco Maria Serra, primo presidente della Corte d’ap-

pello di Cagliari, poco prima del 1862 (cfr. Spano,

art. cit.).

5 Dopo la morte del Serra, la collezione da lui rac-
colta andò dispersa ; solo una piccola parte ne fu ser-
bata dagli eredi e trasportata a Firenze, Quivi non
è dunque impossibile che rimanga, almeno frammen-
tariamente, l’ancona del Picalull ; ma è stato vano
ogni mio tentativo per accertarmene.

6 Vivanet, Nona relazione dell’ Ufficio Regio fiale per
la conservazione dei monumenti della Sardegna, Ca-
gliari, 1902, pag. 23.

7 Fatta astrazione dall’ipotetico Alonge, nella ricca
e pregevole collezione di codici miniati posseduti
dalla Cattedrale d’Oristano è a distinguere l’opera di
scuole e tempi molto diversi. I codici più notevoli
appartengono ai secoli xm-xiv e possono attribuirsi
a miniatori dell’Italia centrale. Forse giunse sino ad
Oristano anche qualche saggio della scuola bolognese
primitiva, la scuola di Franco (?).
 
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