Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

DOI Heft:
Fasc. 1
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0110

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

Hermann Egger: Codex Escuricilensis, ein
Skizzenbuch aus der Werkstatt Domenico
Ghirlandaio's. Wien, Hoelder, 1906.

Quest’opera, pubblicata dall’Egger con la collabo-
razione di Ch. Huelsen ed Ad. Michaelis, contiene in
due volumi la riproduzione fotomeccanica completa
del prezioso Codice dell’Escuriale ed il testo illu-
strativo.

La prima notizia del Codice si ha nel libro pub-
blicato da Antonio Ponz nel 1777 col titolo Viage de
Espana, ma è appena un cenno. Poca attenzione vi
fece il Padre Garrucci quando pubblicò i disegni dei
musaici della cupola di Santa Costanza del libro di
Francesco d’Olanda. Il primo a darne notizia ampia
e precisa fu il Iusti, il quale lasciò i suoi appunti ad
Eugenio Muntz, che pubblicò l’indice dei disegni in
appendice alle sue Antiquités de la ville de Rome.

Il merito dell’ Egger sta specialmente nell’essersi
posto alla difficile impresa di ricercare a un dipresso
chi possa essere stato l’autore dei disegni per stabi-
lirne quindi la data. La questione dell’autore era già
stata posta da altri e si era creduto di averla risolta
attribuendo il Codice, per la somiglianza di alcune
vedute col libro di schizzi di Giuliano da San Gallo
nella Barberiniana, a questo artista.

L’ Egger con un esame minutissimo delle iscrizioni
poste sui disegni ad illustrazione delle vedute, co-
mincia con lo stabilire che gli errori che vi s’incon-
trano sono segno certissimo che spesso il disegnatore
copiava e non sempre capiva l’originale che gli stava
davanti. Molti dei disegni sono copiati da disegni di
Domenico Ghirlandaio. Evidentemente quindi l’autore
è uno scolaro al quale il maestro aveva, secondo l’uso
comune nel Rinascimento, dato da copiare un suo
libro di schizzi. Il Vasari ci racconta infatti del Ghir-
landaio che questi aveva ritratto a disegno molte an-
ticaglie di Roma, archi, terme, ecc. L’Egger con

esempi molteplici dimostra all’evidenza la dipendenza
dei disegni del Codice da schizzi e disegni di Dome-
nico Ghirlandaio.

Quanto al tempo in cui Domenico Ghirlandaio
avrebbe disegnato le vedute di Roma, copiate poi dal
suo allievo, noi sappiamo di certo che egli fu a Roma
nel 1475 per gli affreschi nella biblioteca di Sisto IV,
nel 1481 e 1482 per le pitture nella Cappella Sistina
ed un’altra volta pure tra il 1480 ed il 1490 per la
decorazione della cappella Tornabuoni a Santa Maria
sopra Minerva. Un primo gruppo di disegni, si può,
secondo 1’Egger, attribuire al soggiorno di Ghirlan-
daio a Roma, durante il 1475, ed un secondo, con le
vedute della città dall’Aracoeli, da monte Mario e dal-
l’Aventino, che può ad un dipresso datarsi perchè vi
si veggono la cupola ed il campanile di Sant’Ago-
stino, condotti a termine nel 1482. Quindi i disegni
originali delle vedute di Roma possono mettersi fra
il 1475 ed il 1492. Per le copie, l’Egger crede che
si possa accettare la data del 1491 segnata a fol. 50, v.
del Codice.

L’importanza del Codice sta tutta nei disegni di
vedute della Roma della fine del Quattrocento. Si
pensi infatti che i disegni di vedute romane di Marten
van Hemskerck del Gabinetto delle stampe di Ber-
lino, che dopo questi del Codice dell’ Escuriale sono
i più antichi di simile soggetto, non rimontano che
agli anni che dal 1532 vanno al 1536. I disegni del
Codice Escurialense ci fanno vedere Roma non sola-
mente quale era prima dei grandi mutamenti edilizi
di Giulio II e di Leone X, ma anche prima dei mag-
giori lavori intrapresi da Alessandro VI.

In alcune pagine del Codice la città si presenta
ancora col suo aspetto medievale, irta di cento torri,
coi castelli appollaiati sulle rovine dei grandi monu-
menti. Interessanti i disegni riproducenti alcune delle
più antiche collezioni di antichità come la collezione
Ciampolini ed altre. Belle sono le riproduzioni di frani-
 
Annotationen