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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 3
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0266

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CORRIERI

Notizie di Parigi.

Esposizione di ritratti dipinti e a disegno dal
XIII al XVII secolo presso la Bibliothèque Na-
tionale a Parigi (aprile=giugno 1907). — L’esposi-
zione, ideata con criteri iconografici più che artistici
non offre molto di nuovo, poco essendosi aggiunto al
materiale posseduto da istituti pubblici (Biblioteche
Nationate, de V Arsenal e Saint Genevièvè) ; ciò non
di meno non è senza godimento che si vedono riu-
nite in numero davvero considerevole opere preziose,
specialmente miniature, che costituiscono il nucleo
più ragguardevole della mostra ; mentre poi un vero
contributo allo studio di esse è il catalogo ragionato,
che d’ogni oggetto dà le più interessanti notizie sto-
riche, frutto in gran parte di accurate nuove ricerche,
ed una bibliografia quasi esatta.

Lo scopo dell’esposizione è d’illustrare la storia
del ritratto in Francia; ciò nondimeno alcuni gioielli
della miniatura italiana non sono stati esclusi. Meri-
tano di essere ricordati, oltre al noto manoscritto del
Petrarca col ritratto probabilmente più antico (1379)
che si conosca del poeta, una tavoletta della Bicherna
del 1331 (la Bibl. Nat. di Parigi ne possiede altre
due) ; il magnifico codice contenente gli statuti del-
V Ordre du St. Esprit au droit désir (135 "2-53), le cui
ricche miniature sono state oggetto particolare di
studio in queste stesse colonne (L’Arte, 1905, pag. 1-
17) da parte del conte Erbach von Furstenau (il cui
articolo sembra non noto ai compilatori del catalogo)
che le ha dimostrate prodotto della scuola napoletana,
influenzata dalla pittura senese.

Un codice miniato pure del sec. xiv, che al con-
trario non è punto studiato e che tuttavia presenta
un certo interesse in quanto è, secondo me, un note-
vole saggio di una scuola italiana ancora pochissimo
conosciuta, quantunque da qualche tempo si sia co-
minciato a prenderla in considerazione (la lombarda
del xiv secolo e prima metà del xv), è un libro d’ore
(Bibl. Nat. Lat. 757), databile fra il 1394 e il 1395.
I motivi d’ornamentazione dei fregi, di sapore tutto
oltremontano, nonostante il colore prettamente ita-
liano, come pure il tipo iconografico degli angioletti

librati presso la Madonna, raffigurata nella pagina
esposta, con le gambe perdute nelle ampie e lunghe
vesti, svolazzanti, secondo un’usanza tutta nordica, ci
assicurano trattarsi di un prodotto dell’Italia subal-
pina, mentre il tipo della Vergine ad ampia fronte
scoperta sotto i capelli biondi spartiti, che ricorda
Giovanni da Milano, è spiccatamente lombardo.

Passando al periodo più glorioso dell’arte italiana
quattrocentesca, le ricche miniature di un codice della
Difesa di Platone offerta nel 1471 a Ferdinando I ci
fanno conoscere un miniatore quasi sconosciuto sin
qui: Nicolò Rubicano o Rapicano, che sembra ispi-
rarsi alla miniatura ferrarese con i suoi ornati a viticci
bianchi su fondi bleu, verde e rosso cupo a puntini
bianchi, con putti, uccelli ed animali vari, medaglioni
ornati di teste d’imperatori romani a chiaroscuro ecc.,
eseguiti con più accuratezza che genialità di senti-
mento decorativo e artistico. Assai superiori sono le
pagine della Sforziade, eseguito per Ludovico il Moro
nel 1491 ornato di un bellissimo ritratto equestre di
Francesco I Sforza ; un capolavoro della miniatura lom-
barda, opera di Antonio da Monza, secondo Adolfo
Venturi ; di una straordinaria ricchezza di decorazione,
di cui sono motivo principale gioielli e perle e gemme
e numerosi putti che hanno del mantegnesco e del
leonardesco insieme ; dovuto indubbiamente al mede-
simo miniatore che ornò il frontespizio della Simonetta
posseduto dalla stessa Bibliothèque Nationale, stam-
pato a Milano nel 1490.

Fra gli oggetti presentati dalla biblioteca dell’Ar-
senale è interessante un libretto contenente la Passio
Mauritii et sociorum eius, oltre che per il finissimo
ritratto in profilo del veneziano Jacopo Antonio Mar-
cello, per la curiosa rappresentazione miniata sulla
pagina che sta di fronte, ove si vede un elefante re-
cante sul dorso il palazzo ducale di Venezia, ritratto
in tutti i suoi minimi particolari, essendone soltanto
la facciata verso la laguna ridotta, per ragione di
spazio, a sole tre finestre. Il catalogo lo suppone mi-
niato a Padova verso il 1453 ; ma il tipo della Giu-
stizia, rappresentata viva sopra il grande finestrone
di mezzo del palazzo sembra di tipo tutto veneziano,
o meglio muranese.
 
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