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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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Serra, Luigi: L' educazione artistica del Domenichino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0388

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L’EDUCAZIONE ARTISTICA DEL DOMENICHINO

IOVANNI Pietro Bellori, 1 che fu quasi contemporaneo del
Domenichino e la cui importanza come storiografo dell’arte
— sia per la sicurezza e l’abbondanza delle notizie, sia per
la finezza e la serenità della critica — non è stata ancora
abbastanza apprezzata, accenna così all’ educazione artistica
del Domenichino. Primo suo maestro, egli dice, fu Dionigi
Calvaert; questi era in grande sdegno con i Carracci perchè
i suoi scolari lo abbandonavano per passare a loro : così che
avendo sorpreso il Domenichino a copiare alcuni disegni
dei Carracci, approfittò di una futile occasione per batterlo
violentemente e cacciarlo. Il giovanetto, non osando pre-
sentarsi al padre, stette tutta la notte e parte del giorno
seguente nascosto in un luogo remoto della casa, dal quale uscì poi che udì i lamenti dei
suoi, ignari della sorte toccatagli. Mostrando allora il capo insanguinato, disse che soltanto
dai Carracci egli voleva apprendere la pittura. Alle preghiere del padre, Agostino Carracci
lo condusse presso Ludovico, la cui bottega Domenico frequentò con tanto profitto che il
maestro lo indicava ad esempio. Fatto adulto — continua sempre il Bellori — strinse amicizia
con Francesco Albani e con lui andò a Modena, Reggio, Parma e poi a Roma. La sua par-
tenza per Roma fu determinata dal fatto che a Ludovico giunsero alcuni disegni delle Stanze
Vaticane, innanzi ai quali lo Zampieri sentì rapirsi profondamente. A Roma venne accolto
dall’Albani che lo ospitò per due anni : e fu così eh’ egli potè frequentare Annibaie Car-
racci, allora intento alla decorazione del Palazzo Farnese.

Senza mettere in dubbio la narrazione del Bellori, è forza però riconoscere che le opere
del Domenichino non presentano alcuna traccia profonda dell’insegnamento del Calvaert
e di Ludovico Carracci.

Si potrebbe anche lanciar 1’ ipotesi che il Domenichino derivò dal Calvaert quel ma-
nierismo che infesta le sue prime opere, da lui il trattamento del paese a pochi piani, da
lui anche la costruzione di qualche quadro, esempio quello di San Lorenzo in Miranda a
Roma (prima cappella a sinistra) che ricorda il n. 300 della Pinacoteca di Bologna del
Calvaert. Ma prescindendo dalla sensibile incertezza di questi raffronti, essi son troppo scarsi
per poter affermare un contatto qualsiasi e, meno che mai, tali da spiegarci in qual modo
si sia formata la personalità artistica del Domenichino.

La stessa conclusione si può trarre quando si siano vagliate le assonanze assai facil-
mente infirmabili che è dato riscontrare tra il Domenichino e Ludovico Carracci. Qualche
ricordo di tipi, non sempre sicuro : Gesù (volto) nella Trasfigurazione di Ludovico e Gesù

1 Le vite dei pittori, scultori ed architetti moderni. (Roma, Successore al Mascardi, 1728).
 
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