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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 3
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Suida, Wilhelm: Alcuni quadri italiani primitivi nella Galleria Nazionale di Budapest
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0217

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ALCUNI QUADRI ITALIANI PRIMITIVI

NELLA GALLERIA NAZIONALE DI BUDAPEST

ra le raccolte di quadri trecentistici nelle Gallerie d’oltralpe,
quella del Museo di Budapest offre un interesse speciale. Quella
trentina di quadri piccoli e grandi, di origine italiana, del Due-
cento, Trecento e dell’epoca della Transizione al Quattrocento
darà allo studioso una buona idea della varietà e moltiplicità di
quelle scuole e di quei maestri come dello sviluppo dello stile
durante il secolo.

Per oggi basta di occuparci distesamente di alcuni di questi
quadri preziosi, che aspettano finora di essere attribuiti ai loro veri
autori. Sotto il n. 34 vediamo un piccolo trittico che ha sofferto
un poco, non tanto però che non si riconosca facilmente la mano del maestro della Madonna
Ruccellai a Santa Maria Novella di Firenze.1 Vediamo nel centro la mezza figura della Madonna
col Bambino. Il tipo di lei con gli occhi in forma di mandorla, col naso lungo ed aqui-
lino ; il Bambino, vivace ed espressivo ; di molta bellezza, il modo di piegare i panni, special-
mente la piega che separa la parte del panno che cuopre il capo da quella che giace sulle
spalle; poi la mano della Madonna. Tutti questi dettagli ritroviamo nei quadri a Santa Maria
Novella, come a Crevole ed a Paterno. Nell’innovare il fondo d’oro disgraziatamente il
disegno dell’aureola è sparito, che tanto caratteristica si era ritrovata in tutte le altre opere
del maestro. La piccola mezza figura del Padre Eterno di sopra della Madonna a Budapest
trova i suoi analoghi nella cornice della Madonna Ruccellai.

Nella parte destra del piccolo trittico è rappresentato il Crocifisso fra la Madre e San
Giovanni. Non parlo della tranquillità divina, e pure tanto espressiva, del disegno squisi-
tamente fine. Chi negherà la somiglianza della figura del Crocifisso con quelle più grandi
di Paterno e nel Carmine a Firenze? Col paesaggio roccioso (le rocce sono di colore bruno),
nel quale San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, la parte sinistra del trittico arricchisce
la nostra conoscenza del maestro. Il Santo getta le braccia in alto con emozione esagerata.

Di nuovo ci domandiamo se il maestro della Madonna Ruccellai, che ha fatto questo
prezioso trittico intorno al 1280 (la data che anche dal Catalogo viene indicata), sia d’ori-
gine senese o fiorentina senza poterne decidere la questione. Checché sia, Cimabue e Duccio
sono stati i suoi scolari. Dell’ultimo la Galleria di Budapest possiede un bel quadretto, La
predicazione di San Giovanni Battista (n. 43), come del suo scolaro, Segna di Bonaventura,
una mezza figura di .Santa Maria Maddalena (il Catalogo per isbaglio la chiama Santa Lucia,
n. 31). Una mezza figura di San Lorenzo (n. 26) proviene dalla scuola di Lippo Memmi.

1 Cfr. il mio articolo nel Jahrbuch der kgl. preussischen Kunstsammlungen, 1905.
 
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