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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Donatello a Padova
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0316

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DONATELLO A PADOVA

LLA fine del 1443 Donatello giunse a Padova. Già uno scultore
fiorentino, Giovanni Nani, aveva apportato a questa città i
primi segni forieri dell’arte donatelliana, nello scolpire la porta
laterale della chiesa degli Eremitani. Essa, certamente fioren-
tina per arte, reca la data del M • CCCC • XXNXII ; così
che non è ardito supporre che quel tagliapietra da Firenze la
eseguisse prima dell’ arrivo del grande maestro. Vi scolpì
ne’ pilastri sopra piante o cauli, a cui si stringe la vite e si
arrampicano genietti, l’arcangelo Gabriele a sinistra, l’Annun-
ciata a destra; di qua e di là dai due pilastri, i dodici mesi
dell’anno ; nell’architrave, gli angioli che tengono tre cartelle
non interamente dispiegate ; nella cornice che corona l’architrave, una serie di tondetti con
figure di santi. Il tagliapietra non ispregevole, che il 3 di aprile 1443 1 2 si assumeva di rifare
le colonnine della loggia nella facciata della chiesa del Santo, precorse così l’azione e l’opera
di Donatello, cui fu compagno 2 poi nell’ornare la tribuna e altre parti della basilica.

Giunto Donatello a Padova, gii fu dato commissione dai fabbricieri dell’arca del Santo
di eseguire il grande Crocifisso in bronzo, che ora s’aderge sull’altare maggiore ; e allora
(24 gennaio 1444) mastro Zuhane Nani tolse libre 40 de fero dala botega de Piero Man-
gion per fare el Crocifisso de Maistro Donatelo. Trattavasi probabilmente dell’apparecchio
per il modello del Cristo in croce, il quale, modellato già nel 19 di giugno di quell’anno,
veniva gettato in bronzo. Messo sull’altare maggiore e sopra un alto piedistallo composto
dal Nani, veniva tolto di là quando Donatello rinnovò l’altare, e quindi inalberato sulla
loggia che chiudeva il presbiterio, o, al dire del padre Valerio Polidoro, nella « più alta
parte » del prospetto della tribuna. 3

Mentre Donatello attendeva al grande Crocifisso, Giovanni Nani si occupava della
chiusura e delle transenne laterali del presbiterio, eseguite principalmente in marmi bianchi
e rossi, che Bartolomeo di Domenico tagliapietra ricercò in quel di Vicenza e di Verona.
Un’opera di tanta importanza fu necessariamente sottoposta all’esame di Donatello, che
dovette mutarne essenzialmente il disegno. Invero, ai 30 di marzo 1444, Dona tagiapria
ricevette per conto di Bartolomeo tagliapietra, due ducati d’oro per avere lavora 111 li archi
de la balchonà de lo lavoriero de la crociera/4 e agii 11 di aprile Donatello e un suo

1 A. Gloria, Donatello fiorentino e le sue opere
mirabili nel tempio di Sant’ Antonio in Padova, Pa-
dova, 1905. (Cfr. anche Lazzarini, Nuovi documenti
intorno a Donatello e all’opera del Santo, in Nuovo
Archivio veneto, nuova serie, XIII, 1, 1906, pag. 161).

2 Così è chiamato in un documento del 24 gen-

naio 1444, citato dal Gloria, op. sudd.

5 C. Boito, La ricomposizione dell’altare di Do-
natello, in Archivio storico dell’arte, serie II, fasci-
colo 3, 1895.

4 Gloria, op. sudd,, a pag. xm.
 
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