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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 1
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Toesca, Pietro: Di un pittore Emiliano del Rinascimento
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0055

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DI UN PITTORE EMILIANO

DEL RINASCIMENTO

aenza fu nel Rinascimento, come molto felicemente ha
osservato A. Venturi,1 il punto d’incontro di diverse
correnti artistiche: da Firenze essa ebbe il bel duomo
ispirato all’arte del Brunellesco e 1’ arca del suo santo
patrono, da Venezia forse altri sottili bassorilievi con-
servati nella cattedrale:2 * fra i pittori, G. B. Utili8 si
volse al Verrocchio e a Lorenzo di Credi, il Bertucci
al Perugino e al Pinturicchio, mentre l’influenza della
scuola ferrarese rendevasi evidente nella tavola, ora
della Pinacoteca comunale faentina, ritenuta di Leo-
nardo Scaletti.

E questa veramente un’opera che trattiene a lungo
l’osservatore, improntata non dello spirito di imitazione
proprio degli altri mediocri pittori di Faenza, ma di una
fine e personale sensibilità alle forme : certi tratti cal-
ligrafici che riescono dapprima sgraditi — quali le nuvole dipinte in cumuli stranamente
arricciati — piuttosto che per incosciente manierismo, vi si possono credere introdotti da
una bizzarra passeggera fantasia del pittore (fig. i). Il cielo, ora glauco nell’alto, va schia-
rendosi all’orizzonte, ove si profilano aspre rocce a terrazzi ed a guglie, alberetti disseccati,
un castello costrutto sopra una serie di arcate, cavalieri visti di scorcio : sfondo derivato
dalle fantastiche vedute di paese che, fra i pittori ferraresi, Francesco del Cossa sopra tutti
amò, e forse direttamente imitato dalle sue tempere ora conservate nella Pinacoteca di Brera.4
Su tale fondo, preciso come lavoro d’intarsiatore, le figure sono disposte in modo originale,
e sapientemente eseguite ; accanto all’oro che risplende qua e là, specialmente nel corona-
mento del seggio della Vergine e nella tunicella, tutta aurea, d’uno dei puttini, è diffuso nel
dipinto un tono lieve di ametista, nei marmi del trono, nelle ombre quasi impercettibili che
modellano il pallore dei visi. Il segno, delicato eppur preciso nelle carni, si fa acuto nel
panneggio, con pieghe profondamente incavate o aderenti ai corpi, nei capelli cesellati con
minuzia, in contorni fermissimi delle forme quali bene si scorgono nelle energiche mani di
San Giovanni Evangelista, eh’ è inginocchiato a sinistra, ed in quelle — tanto diverse, perchè
ritratte dal vero — del beato faentino Jacopo Filippo Bertoni, inginocchiato a destra, nella

1 A. Venturi Nelle pinacoteche minori d’Italia (Ar-
chivio storico dell’arte, 1893, pag. 409).

2 Cfr. L’Arte, 1904, pag. 473.

? C. Ricci, Un gruppo di quadri di G. B. Utili

(,Rivista d’Arte, 1906, pag. 135 e segg.).

4 Cfr. specialmente la tavola rappresentante San
Giovanni Battista.
 
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