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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 3
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Corrieri
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Cronaca
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0271

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232

CORRIERI

Non finirei per ora se volessi descrivere succinta-
mente tutte le figure rilevabili nei frammenti delle

Maiolica (sec. xvi). Deruta, Museo Comunale

mattonelle. Vi sono santi, guerrieri, persone preganti,
meditanti sopra la morte, satiri, tritoni, centauri, Par-
che, Ercole, Nettuno ed altre divinità.

Tanta ricchezza di motivi decorativi la troviamo
anche nei pavimenti del Museo di Parma e di San Pe-

tronio di Bologna che per la finezza dell’esecuzione
e la leggiadria delle figure ben possono stare alla pari
con quello del Museo di Deruta, quantunque questo
sia di epoca molto più tarda.

Difficile sarebbe indicare l’autore di quest’opera: la
varietà e freschezza dei colori, la soavità che regna
in molte figure, il fondo delle mattonelle, in cui risalta
la campagna umbra fertile di piante e di fiori come
di paesaggi e colline, indorate dai raggi solari, che
sono riprodotti con sfumature in giallo, ci richiamano
evidentissima la scuola umbra, come umbre erano le
officine di maiolica, dove i disegni doveano eseguirsi.
Si può certamente arguire che più artisti abbiano por-
tato il loro tributo sia per la vastità dell’opera, sia
per la diversa maniera di stile, sia perchè la scadenza
di alcune figure, troppo stuona con la perfezione delle
altre.

In molte mattonelle logore dall’attrito non puossi
rilevare alcun disegno, ma è certo che le muse, le
sibille, le costellazioni, le virtù teologali e cardinali,
le arti liberali, di cui ci rimangono pochi esemplari,
doveano completare il quadro.

Questo pavimento che potrei senza azzardo chia-
mare l’opera più fine che sia uscita dalle fabbriche
derutesi, dà nuovo lustro all’antica arte ceramica ita-
liana, che lasciò ovunque le orme della sua grandezza.

Gli artisti che in quel torno albergava Perugia
onorarono l’umile maiolica dei loro disegni, nei quali,
ma specialmente nei nudi, chiara si rileva l’influenza
delle idee michelangiolesche che correvano il mondo
infiltrandosi in ogni centro di arte.

Milziade Magnini.

CRONACA

11 29 aprile p. p. si è inaugurata a Perugia la
mostra di antica arte umbra. A traverso moltissime
difficoltà gli ordinatori, fra cui principalissimo il no-
stro collaboratore prof. Giulio Urbini, hanno saputo
creare una mostra degna dell’Umbria e dell’arte sua,
tale da portare agli studiosi una facilitazione immensa
a far progredire le loro conoscenze in materia, tale
da far rivivire innanzi agli amatori gli antichi cimelii
nelle loro più elevate espressioni. Rimandando ai fasci-
coli futuri de L’Arte lo studio critico delle moltissime
opere d’arte raccolte (e già cominciamo con lo studio
del Magnini), ci contentiamo qui di dare un’idea com-
plessiva della vastità e dell’importanza della mostra,

per eccitare i nostri lettori a non perdere un’occa-
sione favorevolissima di conoscere e di godere. La
mostra è posta nel Palazzo dei Priori e occupa dodici
saloni, in cui gli oggetti sono stati esposti, per quel
che lo spazio permetteva, in ordine cronologico. Nella
prima sala sono i quadri che risentono l’influsso bi-
zantino; nella seconda (la sala dei Notari), le opere
degli artisti umbri ancor gotici del secolo xv, oltre che i
paramenti pontificali di Benedetto XI estratti dalla sua
arca in S. Domenico di Perugia; nella terza, la mostra
speciale di Niccolò Alunno e degli artisti che hanno
qualche relazione con lui, Bartolomeo della Gatta e
Benozzo Gozzoli ; dalla quarta alla sesta, altre opere
 
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