DOI Heft:
Fasc. 1
DOI Artikel:Mazzoni, Guido: Il parziale ricupero di un capolavoro di Guido Mazzoni
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0038
Guido Mazzoni: Pietà. Padova: Museo Civico
IL PARZIALE RICUPERO DI UN CAPOLAVORO
DI GUIDO MAZZONI
EL maggio del 1869 la Commissione provinciale per la conser-
vazione dei monumenti antichi di Padova, su analoga relazione
di due suoi commissari, rivolgeva preghiera scritta all’on. de-
putato ingegnere V. S. Breda, perchè volesse cedere al museo
della città quattro figure di terracotta ed una di pietra tenera,
policrome, esistenti nelfiorticello di una sua casa di Limena.1
I due commissari, il dottor G. A .Berti, benemerito raccoglitore
di memorie padovane, e il prof. Gloria, illustre fondatore del
museo, riferivano che quelle quattro mezze figure, rappresentanti
il Cristo morto disteso in terra 0 adagiato nel sepolcro, la Ver-
gine madre,2 la Maddalena e San Giovanni hanno deciso lo
stile del secolo XV e non lasciano dubbiosi nell'attribuirle ad
un artista non comune; ne celebravano con entusiastiche parole le lodi, rilevando invece
come una quinta figura, San Giuseppe d’Arimatea, fosse di merito artistico inferiore alle
precedenti, anzi un istromento discorde fra stromenti che re?idono un suono perfetto,
tanto da inferirne che appartenesse in origine ad un altro gruppo distinto; narravano
(ed era preziosa, per quanto non del tutto esatta, informazione attinta evidentemente sul
luogo) che quelle sculture erano state trasportate da Venezia dagli appaltatori Stefano
padre e Giovanni figlio Breda quando, tra il 1814 e il 1816, smurarono gli oratorii che
1 Tutti i documenti, di cui stiamo parlando, esi-
stono al Museo civico di Padova tra gli Atti della
locale Commissione conservatrice dei monumenti, al
n. 126 di protocollo.
2 Non è veramente la Vergine, ma, come vedremo,
un’altra Maria.
L'Arie. X, 1.
IL PARZIALE RICUPERO DI UN CAPOLAVORO
DI GUIDO MAZZONI
EL maggio del 1869 la Commissione provinciale per la conser-
vazione dei monumenti antichi di Padova, su analoga relazione
di due suoi commissari, rivolgeva preghiera scritta all’on. de-
putato ingegnere V. S. Breda, perchè volesse cedere al museo
della città quattro figure di terracotta ed una di pietra tenera,
policrome, esistenti nelfiorticello di una sua casa di Limena.1
I due commissari, il dottor G. A .Berti, benemerito raccoglitore
di memorie padovane, e il prof. Gloria, illustre fondatore del
museo, riferivano che quelle quattro mezze figure, rappresentanti
il Cristo morto disteso in terra 0 adagiato nel sepolcro, la Ver-
gine madre,2 la Maddalena e San Giovanni hanno deciso lo
stile del secolo XV e non lasciano dubbiosi nell'attribuirle ad
un artista non comune; ne celebravano con entusiastiche parole le lodi, rilevando invece
come una quinta figura, San Giuseppe d’Arimatea, fosse di merito artistico inferiore alle
precedenti, anzi un istromento discorde fra stromenti che re?idono un suono perfetto,
tanto da inferirne che appartenesse in origine ad un altro gruppo distinto; narravano
(ed era preziosa, per quanto non del tutto esatta, informazione attinta evidentemente sul
luogo) che quelle sculture erano state trasportate da Venezia dagli appaltatori Stefano
padre e Giovanni figlio Breda quando, tra il 1814 e il 1816, smurarono gli oratorii che
1 Tutti i documenti, di cui stiamo parlando, esi-
stono al Museo civico di Padova tra gli Atti della
locale Commissione conservatrice dei monumenti, al
n. 126 di protocollo.
2 Non è veramente la Vergine, ma, come vedremo,
un’altra Maria.
L'Arie. X, 1.