Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Corrieri
DOI Artikel:
Cronaca
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0354

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CORRIÈRI

3i3

(Testa di putto, n. 6; fanciullo musicante, n. 5; Ve-
nere, 11. 26; Adone, n. 25; busto detto del Benavi-
des, n. 55; fauni, n. 16; alari, n. 46; vasetto, n. 53;
Venere e Amore, n. 52; Mercurio, n. 50; Adone,
n. 48; medaglioni, nn. 24 e 32, ecc.). Si noti anche
che da San Giovanni di Verdara provennero a Ve-
nezia moltissime medaglie, ritraenti personaggi talvolta
fantastici dell’antichità e del Quattrocento. Chi fu il
falsario? Per ora è un’incognita, ma, senza dubbio,
busti come quelli del Benavides a Venezia e del Fra-
castoro a Vienna derivano da un’officina di Padova,
dove tanti e differenti bronzi arieggianti l’antico
erano raccolti nel Qoo in un Museo cittadino.

Per discorrere di cose migliori, accenniamo ad un
cofano nella sala XIX, n. 170, dell’Hofmuseum, una
vera meraviglia di oreficeria di Elias Lencker di No-
rimberga, morto nel 1591. Non accenneremo a questa
opera estranea all’Italia, se a Modena, nelle collezioni
estensi, non si trovasse un grandissimo stipo, con
statuine di getto, damaschinature, tarsie colorate, che
è stato sempre oggetto d’ ammirazione di tutti e un
mistero per tutti. Lo stipo e il cofano dell’Hofmuseum
sono usciti dalle stesse mani del grande artefice Elias
Lencker. (Cfr. M. Rosenberg, su Lencker il vecchio,

nella Zeitschr. des bayer. Runstgewerbevereìns, Miin-
chen, 1894).

A proposito di collezioni estensi, godiamo di aver
riveduto finalmente una parte dei tesori del Cataio e
alcuni oggetti, già nella galleria estense di Modena,
ora esposti a Beatrixgasse. L’arciduca d’Austria d’Este
ha provveduto a render meno sensibile la iattura sof-
ferta principalmente da Padova per l’esodo delle
antichità dal suolo dove furono raccolte per cura del
marchese Obizi, nel tempo in cui il Correr metteva
le basi del nobilissimo Museo civico di Venezia. Ora
si vede parte di quelle antichità che furono divelte
dall’Italia; almeno si possono studiare! Tra le opere
provenienti dal Cataio e da Modena ve ne sono due
però provenienti da Roma: un busto in altorilievo
di Sisto IV attribuito poco ragionevolmente a Paolo
Romano; e una bellissima vera da pozzo, riccamente
scolpita, proveniente dal palazzo Venezia !

Un altro rammarico per cose d’arte perdute avemmo
a Vienna, nel rivedere il gradevole quadro del Lotto,
apparso già all’esposizione di Macerata, ora presso il
signor Benda! Il collezionista, gentile agli studiosi e
agli amatori, rende egli pure men dura la perdita.

Vienna, 21 giugno 1907. ADOLFO VENTURI".

CRONACA

La legge per l’organico del personale delle An-
tichità e Belle arti è stata votata anche dal Senato,
nonostante le critiche in gran parte giuste mosse al
disegno dal relatore e ispirate da Alessandro D’Ancona.

A Legnago, paese natale di G. B. Cavalcasene, il
giorno 14 del mese corrente, Adolfo Venturi ha com-
memorato l’illustre storico della pittura italiana. I con-
cittadini, per onorarne la memoria, ne daranno il
nome a un istituto scolastico e gli erigeranno un mo-
numento.

A Vignola, patria dell’architetto Giacomo Barozzi,
si preparano onoranze per il IV centenario dalla na-
scita del moderno Vitruvio. Gli sarà dedicato, per cura
del Comitato, un volume che raccoglierà scritti del
Geymuller, del Dimier e di altri. L’attività del Ba-
rozzi a Roma sarà studiata dal nostro collaboratore
Paolo Giordani.

A Verona, grazie al dott. Gerola, si è degnamente
iniziata la pubblicazione di un bollettino del museo
civico. Intanto a Padova, per cura del prof. Moschetti,
si è trasformato quello che da anni si pubblicava pel
museo affidato alla sua solerzia, perchè pure serva

allo studio indefesso delle manifestazioni storico arti-
stiche locali.

A Londra, nella galleria nazionale, ha trovato ri-
fugio uno tra i quadri del Van Dijck asportati clan-
destinamente da Genova, ove stettero da secoli in
casa Cattaneo. Si parla di rivendicazioni, ma pur-
troppo non si tratta di res furtiva, come nel caso che si
va citando del piviale d’Ascoli, bensì di contrabbando!

A Parigi un ritratto della mano del Botticelli, rap-
presentante l’umanista Lorenzo Lorenzano, è stato
scoperto ed acquistato per buona sorte da un italiano,
dal barone Michele Lazzaroni. Un altro quadro del
Botticelli, rappresentante la Vergine col Bambino e
un angiolo, acquistato in Italia al tempo di Napo-
leone I, è ora venuto in luce. La Gazette des Beaux-Arts
dà una riproduzione dello splendido quadro, insieme
con un articolo illustrativo del nostro direttore.

A Mantova si fanno giusti reclami, perchè furono
tolte le tele del Rubens e di Domenico Feti dai luoghi
ove stettero a lungo, per metterle nelle angustie del
museo patrio, ove non c’è spazio e distanza sufficienti
per vederle.

L’Arte. X, 40.
 
Annotationen