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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0230
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LIONELLO VENTURI

15. San Ginesio. Municipio.

Tavola centinata rappresentante il matrimonio di Santa Caterina, e il Padre Eterno nella
centina. Questo quadro è stato attribuito alla scuola del Ghirlandaio da Corrado Ricci
(Emporium, XXIII (1906), pag. 209), e si deve ammettere che qualche reminiscenza di
arte ghirlandaiesca apparisca. Ma il pittore non è fiorentino, è Lorenzo II. I medesimi
colori profusi nei freschi di Sarnano si ritrovano qui, e anche le medesime forme con
appena un po’ di maggiore realismo, dovuto appunto al Ghirlandaio. Anche l’architettura
della nicchia si ritrova in Sarnano, dipinta per i Santi Battista e Martino. Il volto di Maria
è un compromesso fra le due Marie di Sarnano e di Matelica (nel quadro di Sant’Anna).
Le mani sono tipiche per Lorenzo. Il panneggiamento della Madonna si ritrova identico
nella Madonna del quadro di Sant’Anna in Matelica (fig. 48).

16. PERGOLA. Cappella dell’Ascensione o Palazzolo.

Nella parete di fronte all’entrata è frescata l’Ascensione con gli apostoli, Maria, due pro-
feti, San Secondo e Sant’Agabito. Nella vòlta erano i quattro evangelisti : restano soltanto
le figure di San Giovanni e di San Marco. Ch’io mi sappia questi affreschi non sono ri-
cordati nella letteratura storico-artistica. Li attribuisco a Lorenzo II, perchè il colore, la
luce, i tipi, le pieghe, tutto corrisponde. Il Sant’Agabito è identico al San Rocco nel
quadro di Sant’Anna a Matelica, il San Secondo è assai affine al San Sebastiano nel
medesimo quadro. Fra gli apostoli si vedono due tipi che si ritrovano nei quadri di
Pergola e di Londra. I profeti hanno atteggiamento e panneggiamento simili ai due
profeti in Santa Teresa di Matelica. L’Evangelista Marco e il profeta Eliseo nei suddetti
quadri hanno il medesimo tipo. Ed è inutile continuare. Questo affresco ha importanza
per la conoscenza di Lorenzo II, perchè è l’unica grande scena di movimento che si
conosca del maestro (figg. 52-54).

17. Cagli. Chiesa della Misericordia.

Vòlta di un ciborio con le figure frescate dei quattro Evangelisti. Attribuisco a Lorenzo
per l’affinità con i freschi di Pergola.

18. ROMA. Pinacoteca Vaticana, n. 191.

Frammento dì una tavola rappresentante la Madonna con Sant’Anna: restano le due teste.
L’attribuzione a Lorenzo è confermata dal confronto con la tavola di Sant’Angelo in
Matelica.

19. Roma. Galleria Nazionale, n. 709.

Madonna col Bambino, San Francesco e San Sebastiano. L’attribuzione a Lorenzo è con-
fermata dal confronto col quadro di Londra. Quello di Roma deriva dalla collezione del
Cardinal Fesch, il quale l’acquistò nel 1823 dal marchese Matteucci di Sanseverino.

Non conosco le seguenti opere indicate dal Berenson come di Lorenzo :

20. CAEN, 5. Santi Paolo e Nicola.

21. Colmar, 263. Crocefissione (?).

22. Frome (Somerset) Mells Park, Lady Horner, Madonna.

23. Moulins, 79. Natività.

24. Roma, Principe Colonna. Grande Madonna.1

Le opere ricordate possono indicare lo sviluppo dell’arte di Lorenzo II da Sanseverino.
Il trittico di Pausula del 1481, la prima opera datata del maestro, è dipinta sotto l’in-
flusso diretto da Antonio di Fabriano. Il compito comune all’arte di Antonio e di Lorenzo
è la ricerca del piano sommario con intento plastico. Già si palesa in Lorenzo una nervosità
maggiore, uno spirito più raffinato e più ideale; ma anche, Lorenzo non ha raggiunto la ca-

1 II Berenson (77z£ Central Italian Painters of thè
Renaissance, 1909, pag. 191 e 192) ricorda anche un
trittico del 1481 a Fermo, ma credo che abbia dupli-
cato il trittico di Pausula; e una Madonna col Bambino

e San Giovannino nella Pinacoteca di San Severino:
non ho trovato questo quadro, forse identificabile con
un San Giovannino ricordato dall’ALEANDRi, op. cit.,
come sequestrato nel mercato romano.
 
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