DUE PITTORI SIGNORELLIANI
Nella sacrestia della chiesa di S. Gerolamo a
Città di Castello, si conserva una pala d'altare an-
cor posata sopra il suo antico gradino e cinta da
una bella cornice policroma a pilastrini trabeati
(fig. i). Vi è rappresentata la Vergine col Bimbo
Fig. i. — Giovanni^Battista: Pala d'altare.
Città di Castello. San Gerolamo.
(Fot. del Ministero della P L).
in trono, contro un panno arancione a fiorami, ai
lati della quale stanno S. ( ier. ila mo, accompagnato
da un minuscolo leone, ed il Battista, campiti en-
trambi su (li un cielo mattinale, sereno. Presso il
secondo, vediamo inoltre genuflesso il beato Gio-
vanni Colombini, fondatore dell'ordine dei gesuiti,
coi quali era venuto a Città di Castello nel 1365.
Nella predella si svolgono con unità narrativa,
tre piccole storie: S. Gerolamo in atto di togliere
la spina dalla zampa del leone, la Natività di Cristo
ed il Santo in penitenza (fig. 2).
Quantunque il dipinto sia ben conservato e si
presenti simpaticamente nel suo aspetto origina-
rio, esso non ha grande valore d'arte. La Madonna,
dall'incarnato rosso e non fuso, dalle vesti aride
e dure nelle pieghe condotte di maniera, con quella
sua piccola testa insensibile ed il Putto sgraziato
sembrano parodiare i solenni tipi signorelliani. Il
Beato inginocchiato ci appare anch'esso duro e
legnoso; invece i due Santi si avvicinano alla gran-
diosità degli esemplari del Maestro. Il S. Giovanni
si inspira, nell'atteggiamento, al Battista della pala
di Signorelli ora nel Palazzo dei Priori a Volterra;
la festa del S. Gerolamo trova il suo tipico esem-
plane in quella del santo Dottore che vediamo in
quella medesima tavola; enei paesaggio e nelle
rosee figure del gradino, si ripetono ■— evidenti —
i ricordi di Luca, cosi che possiamo classificare il
nostro dipinto fra le opere uscite dalla scuola del
Maestro cortonese.1 Ma l'interesse per la pala ca-
stellana è senza dubbio accresciuto quando nel
list elio inferiore del breve basamento sopra al quale
posa la Vergine, leggiamo la firma dell'artefice ac-
compagnata da una data:
HOC, OP'. FECIT. IOHES. B ' A. 1.4,9. 2.
Chi è questo Giovanni Battista che può annove-
rarsi, per tempo, fra i primi divulgatori di Luca
Signorelli?- Poiché va escluso il perugino Gio-
vanni Battista Caporali (il quale, come aiuto
del Pinturicchio, nella tavola della Pinacoteca Va-
ticana proveniente da S. Maria della Pietà ad Um-
Fig. 1. Giovanni Battista: 5. Gero-
lamo in orazione. Particolare della
pala precedente.
(Fot. del Ministero della P. [.).
bertide e nella lunetta sopra la porta di quella
chiesa, rivela una educazione schiettamente um-
1 Per questi e per altri raffronti, si vedano le riprodu-
zioni date da Ah, Venturi, Stolta dell'Arte, VII, p. II,
2 Esso è citato e la sua pala giustamente classificata
ila Ciac. Mancini, Memorie ili alcuni artefici del disegno, „
chi- fiorirono in Città ili Castello, Perugia, 1832, II, pag. 57;
ed in Burlington Fine Aris ( lui), Exibition of the Work 0}
Luca Signorelli and his School, London, 1893, pag. xviii.
Nella sacrestia della chiesa di S. Gerolamo a
Città di Castello, si conserva una pala d'altare an-
cor posata sopra il suo antico gradino e cinta da
una bella cornice policroma a pilastrini trabeati
(fig. i). Vi è rappresentata la Vergine col Bimbo
Fig. i. — Giovanni^Battista: Pala d'altare.
Città di Castello. San Gerolamo.
(Fot. del Ministero della P L).
in trono, contro un panno arancione a fiorami, ai
lati della quale stanno S. ( ier. ila mo, accompagnato
da un minuscolo leone, ed il Battista, campiti en-
trambi su (li un cielo mattinale, sereno. Presso il
secondo, vediamo inoltre genuflesso il beato Gio-
vanni Colombini, fondatore dell'ordine dei gesuiti,
coi quali era venuto a Città di Castello nel 1365.
Nella predella si svolgono con unità narrativa,
tre piccole storie: S. Gerolamo in atto di togliere
la spina dalla zampa del leone, la Natività di Cristo
ed il Santo in penitenza (fig. 2).
Quantunque il dipinto sia ben conservato e si
presenti simpaticamente nel suo aspetto origina-
rio, esso non ha grande valore d'arte. La Madonna,
dall'incarnato rosso e non fuso, dalle vesti aride
e dure nelle pieghe condotte di maniera, con quella
sua piccola testa insensibile ed il Putto sgraziato
sembrano parodiare i solenni tipi signorelliani. Il
Beato inginocchiato ci appare anch'esso duro e
legnoso; invece i due Santi si avvicinano alla gran-
diosità degli esemplari del Maestro. Il S. Giovanni
si inspira, nell'atteggiamento, al Battista della pala
di Signorelli ora nel Palazzo dei Priori a Volterra;
la festa del S. Gerolamo trova il suo tipico esem-
plane in quella del santo Dottore che vediamo in
quella medesima tavola; enei paesaggio e nelle
rosee figure del gradino, si ripetono ■— evidenti —
i ricordi di Luca, cosi che possiamo classificare il
nostro dipinto fra le opere uscite dalla scuola del
Maestro cortonese.1 Ma l'interesse per la pala ca-
stellana è senza dubbio accresciuto quando nel
list elio inferiore del breve basamento sopra al quale
posa la Vergine, leggiamo la firma dell'artefice ac-
compagnata da una data:
HOC, OP'. FECIT. IOHES. B ' A. 1.4,9. 2.
Chi è questo Giovanni Battista che può annove-
rarsi, per tempo, fra i primi divulgatori di Luca
Signorelli?- Poiché va escluso il perugino Gio-
vanni Battista Caporali (il quale, come aiuto
del Pinturicchio, nella tavola della Pinacoteca Va-
ticana proveniente da S. Maria della Pietà ad Um-
Fig. 1. Giovanni Battista: 5. Gero-
lamo in orazione. Particolare della
pala precedente.
(Fot. del Ministero della P. [.).
bertide e nella lunetta sopra la porta di quella
chiesa, rivela una educazione schiettamente um-
1 Per questi e per altri raffronti, si vedano le riprodu-
zioni date da Ah, Venturi, Stolta dell'Arte, VII, p. II,
2 Esso è citato e la sua pala giustamente classificata
ila Ciac. Mancini, Memorie ili alcuni artefici del disegno, „
chi- fiorirono in Città ili Castello, Perugia, 1832, II, pag. 57;
ed in Burlington Fine Aris ( lui), Exibition of the Work 0}
Luca Signorelli and his School, London, 1893, pag. xviii.