OPERE DI MATTIA PRETI
A PALERMO, ROMA, BRUXELLES, VIENNA, HAARLEM
Il Museo di Palermo, fra altre cose belle d'arte napoletana, possiede una delle più
corrusche opere di Mattia Preti: / quattro Evangelisti (tìg. i). Il pittore vi si mostra con-
quiso dall'arte correggesca, di cui son ricordi palesi l'angelo biondo di Matteo e la testa
Fig. i. — Mattia Preti : / Quattro Evangelisti. Palermo, Museo Nazionale.
ardente di Giovanni: nè sapremmo qual opera del Maestro meglio accostare al grande
quadro che il maraviglioso concerto d'angeli nel coro della chiesa di San Biagio a Modena.
La disposizione angolare delle forme, prediletta dal pittore, ha qui una delle sue più
complesse attuazioni: entro il breve spazio, le figure, in pose di sghembo, si oppongono a
vicenda, spigolo contro spigolo, variando all'infinito la direzione e l'intensità della luce,
che si rifrange e scintilla più vivida sull'angolare costruzione, come sulle cuspidi di un
cristallo sfaccettato. E ogni oggetto, plasmato in masse di elastica creta, varia di piano, si
sfalda sotto l'azione varia dei lumi: effetti di controluce modellano con vigore magni-
fico la mano e il braccio di Marco; fra tenebra e sole, il volto allucinato di Luca
s'affossa e s'ingloba sotto lo scalpello della luce e dell'ombra. Una nube torrida, di negro
velluto, greve d'ascoso foco, s'appesa plumbea sopra la testa di Giovanni, abbacinata dal
L'Arte. XXVI, 18.
A PALERMO, ROMA, BRUXELLES, VIENNA, HAARLEM
Il Museo di Palermo, fra altre cose belle d'arte napoletana, possiede una delle più
corrusche opere di Mattia Preti: / quattro Evangelisti (tìg. i). Il pittore vi si mostra con-
quiso dall'arte correggesca, di cui son ricordi palesi l'angelo biondo di Matteo e la testa
Fig. i. — Mattia Preti : / Quattro Evangelisti. Palermo, Museo Nazionale.
ardente di Giovanni: nè sapremmo qual opera del Maestro meglio accostare al grande
quadro che il maraviglioso concerto d'angeli nel coro della chiesa di San Biagio a Modena.
La disposizione angolare delle forme, prediletta dal pittore, ha qui una delle sue più
complesse attuazioni: entro il breve spazio, le figure, in pose di sghembo, si oppongono a
vicenda, spigolo contro spigolo, variando all'infinito la direzione e l'intensità della luce,
che si rifrange e scintilla più vivida sull'angolare costruzione, come sulle cuspidi di un
cristallo sfaccettato. E ogni oggetto, plasmato in masse di elastica creta, varia di piano, si
sfalda sotto l'azione varia dei lumi: effetti di controluce modellano con vigore magni-
fico la mano e il braccio di Marco; fra tenebra e sole, il volto allucinato di Luca
s'affossa e s'ingloba sotto lo scalpello della luce e dell'ombra. Una nube torrida, di negro
velluto, greve d'ascoso foco, s'appesa plumbea sopra la testa di Giovanni, abbacinata dal
L'Arte. XXVI, 18.