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GIOVANNI INCISA DELLA ROCCHETTA
guarda l'attività artistica del Sacchi anche il
mandato del maggio 1635 di scudi quattrocento-
nove e sessantatre a G. lì. Bianchi banderaro per
tanti spesi in fare intagliare e stampare V attione
della giostra di Piazza Navona fatta l'anno 1634
pros.to. Sappiamo, infatti, che il Sacchi disegnò
le illustrazioni per l'opuscolo del Mascardi.
Più frequenti si fanno le notizie dal 1637 m
poi.1 Il Sacchi dirigeva (1638-1639) la copia in
tele ad olio degli arazzi raffaelleschi del Vaticano.
Vi lavoravano: Carlo Maglioni (La pesca miraco-
losa), Monsù Rinaldo Cotton (Pasce oves meas,
S. Pietro che risana lo storpio), Domenico Viola
(// Mago Elima), Francesco Tantibatte (La Morte
di Anania). Rinaldo Cotton copiò anche, da un
arazzo raffaellesco (?), Apollo e le nove Muse.
Troviamo2 che il Sacchi aveva comprato per il
Musco di S. Em.za, un ritratto antico armato di
mano di Tiziano con sua cornice intagliala toc-
cata d'oro, al prezzo di trenta scudi, più uno scudo
dato di mancia al mezano che l'ha fatto comperare.
Xon si sa quale fosse il lavoro fatto d'ordine di
S. Em.za che fu soddisfatto con la vistosa somma
di scudi novecentosessantacinque e ottanta. 3 Per
l'epoca (1639) quel lavoro potrebbe essere il re-
stauro della sacrestia della Minerva, restauro a
cui si riferiscono numerosi pagamenti, che vanno
dal 1639 al 1644, nessuno dei quali, però, accenna
al Sacchi.
Troviamo, però, che Simone T.agi, pittore et
indoratore, aveva ricevuto scudi centoquarantadue
e settantanove per indoratura et altro fatto nella
Camera di S.ta Caterina di Siena e Capella della
Sagrestia della Minerba (16 aprile 1638).4 A quel-
l'epoca, dunque, i lavori erano quasi ultimati, se
il doratore aveva già potuto prestare la sua opera,
ma non è detto che il Crocifisso sacchiano fosse
già al suo posto; è, invece, molto probabile il con-
ti ario.
Spesso il nostro pittore ricevette denari per pa-
gare quadri ed altre opere, destinate alla decora-
zione degli appartamenti cardinalizi: così, per
fregi che fingono arazzi fatti dipingere per la Stanza
di Armida* cioè, per la camera ornata di una serie
di arazzi con la storia di Armida; per distribuirli
per mancia alli pittori che hanno dipinto il parato
di ormesino celeste6 (cesa piuttosto strana, questa,
di dipingere su di una tappezzeria di seta).
1 Libro mastro G. (1636-16.(4) del Card. Antonio Bar-
berini imi.
2 Pag. 196, 6 maggio 1639.
3 Pag. 2on, 11 giugno 1630.
4 Pag. ioi, 16 aprile 1638.
5 Pag. 213, 31 agosto 1639.
6 Pag. 212, 11 ottobre 1639.
Andrea ebbe pure l'incarico di far trasportare a
Roma alcune statue appartenenti al Duca Sforza
e poste nella Sforzesca,1 vicino ad Acquapendente,
probabilmente, ed aveva approvato il conto di
Francesco Rondone, scultore, p. avere restaurate
alcune statue di S. Em.za.2
Ricevette pure un acconto di duecento scudi
per le pitture che fa a S. Agata d'ord.e di S. Em.za^
ne! restauro di S. Agata dei Goti, diaconia del Car-
dinale.
Più interessanti sono le notizie, che si riferiscono
al quadro della Festa al Gesù.
Trascrivo esattamente dal libro mastro (pa-
gina 232): « Andrea Sacchi pittore et architetto di
S. Em.zadeve dare...
« 1641. E à di 8 nov.re s. cento m.ta buoni a
d.i (Siri) pag.li a buone.to della spesa del quadio
che rappresenta la festa del Gesù p. il centesimo de
P.ri Gesuiti in g.le 329 in q.o 321 s. 100.
« 1642. E a di 16 ap.le s. cinquanta m.ta buoni
a Siri pag.li a conto della Copia che fa fare del
quadro della festa dell'anno secolare al Gesù fatta
da S. Em.za in g.le 356 in q.o 344 s. 50.
« E a di 19 nov.re s. cinquanta m.ta buoni a
d.i pag.li p. compim.o di s. 100 sim.i p. la copia
fatta fare da lui del quadro che rappresenta la
festa fatta da S. Em.za al Gesù in occ.ne dell'anno
secolare, in g.le 386 (in q.o) 362 s. 50 ».
Evidentemente, si tratta qui dell'originale e di
una copia del quadro sacchiano, attualmente espo-
sto nella sacrestia del Gesù (fig. 5), e che, secondo
quanto dice esattamente Gerolamo 'feti nelle
Aedes Barberinae* « Saeculare nobis Festum re-
praesentat, quod superiori anno a Loiolaea sacra
Familia, adnitente Principis Nostri liberalitate,
omni apparatu, ornatuq. celebratimi fuit... Hic
vero, amota anteriore templi facie, interiores
partes singulas intueri licet, et Urbano Pontifici,
sacras ipsas Aedes invisenti, gratulabundos Pa-
tres undiq. occurrentes, Purpuratos etiam Prin-
cipes Pontificio lateri adhaerentes, Procerum
deinde, atque Aulicorum stipantem catervam,
et, quod maxime admirere, singulos propemodum
ex vultu, atque habitu facile dignescere poteris.
Kffusam praeterea ad Templi limen populi molti-
tudinem cernis Pontificia custodia propellente,
atque inter lecticas, currus, equos, equitum tur-
mas, hominesque prope innumeros discurrentes.
Nec vero inconsulto Sacchius ad alteram Tabulae
partem punctum opticum finxit eique soli lumen
contulit, ut ea nimirum ratione intuentium fa-
1 Pag. 232. 24 aprile 1641; pag. 289, 8 maggio 1641.
2 Pag. 316, 3 ottobre 1641.
3 Pag. 23J, ( maggio 1611.
4 Pag. 163 e segg.
GIOVANNI INCISA DELLA ROCCHETTA
guarda l'attività artistica del Sacchi anche il
mandato del maggio 1635 di scudi quattrocento-
nove e sessantatre a G. lì. Bianchi banderaro per
tanti spesi in fare intagliare e stampare V attione
della giostra di Piazza Navona fatta l'anno 1634
pros.to. Sappiamo, infatti, che il Sacchi disegnò
le illustrazioni per l'opuscolo del Mascardi.
Più frequenti si fanno le notizie dal 1637 m
poi.1 Il Sacchi dirigeva (1638-1639) la copia in
tele ad olio degli arazzi raffaelleschi del Vaticano.
Vi lavoravano: Carlo Maglioni (La pesca miraco-
losa), Monsù Rinaldo Cotton (Pasce oves meas,
S. Pietro che risana lo storpio), Domenico Viola
(// Mago Elima), Francesco Tantibatte (La Morte
di Anania). Rinaldo Cotton copiò anche, da un
arazzo raffaellesco (?), Apollo e le nove Muse.
Troviamo2 che il Sacchi aveva comprato per il
Musco di S. Em.za, un ritratto antico armato di
mano di Tiziano con sua cornice intagliala toc-
cata d'oro, al prezzo di trenta scudi, più uno scudo
dato di mancia al mezano che l'ha fatto comperare.
Xon si sa quale fosse il lavoro fatto d'ordine di
S. Em.za che fu soddisfatto con la vistosa somma
di scudi novecentosessantacinque e ottanta. 3 Per
l'epoca (1639) quel lavoro potrebbe essere il re-
stauro della sacrestia della Minerva, restauro a
cui si riferiscono numerosi pagamenti, che vanno
dal 1639 al 1644, nessuno dei quali, però, accenna
al Sacchi.
Troviamo, però, che Simone T.agi, pittore et
indoratore, aveva ricevuto scudi centoquarantadue
e settantanove per indoratura et altro fatto nella
Camera di S.ta Caterina di Siena e Capella della
Sagrestia della Minerba (16 aprile 1638).4 A quel-
l'epoca, dunque, i lavori erano quasi ultimati, se
il doratore aveva già potuto prestare la sua opera,
ma non è detto che il Crocifisso sacchiano fosse
già al suo posto; è, invece, molto probabile il con-
ti ario.
Spesso il nostro pittore ricevette denari per pa-
gare quadri ed altre opere, destinate alla decora-
zione degli appartamenti cardinalizi: così, per
fregi che fingono arazzi fatti dipingere per la Stanza
di Armida* cioè, per la camera ornata di una serie
di arazzi con la storia di Armida; per distribuirli
per mancia alli pittori che hanno dipinto il parato
di ormesino celeste6 (cesa piuttosto strana, questa,
di dipingere su di una tappezzeria di seta).
1 Libro mastro G. (1636-16.(4) del Card. Antonio Bar-
berini imi.
2 Pag. 196, 6 maggio 1639.
3 Pag. 2on, 11 giugno 1630.
4 Pag. ioi, 16 aprile 1638.
5 Pag. 213, 31 agosto 1639.
6 Pag. 212, 11 ottobre 1639.
Andrea ebbe pure l'incarico di far trasportare a
Roma alcune statue appartenenti al Duca Sforza
e poste nella Sforzesca,1 vicino ad Acquapendente,
probabilmente, ed aveva approvato il conto di
Francesco Rondone, scultore, p. avere restaurate
alcune statue di S. Em.za.2
Ricevette pure un acconto di duecento scudi
per le pitture che fa a S. Agata d'ord.e di S. Em.za^
ne! restauro di S. Agata dei Goti, diaconia del Car-
dinale.
Più interessanti sono le notizie, che si riferiscono
al quadro della Festa al Gesù.
Trascrivo esattamente dal libro mastro (pa-
gina 232): « Andrea Sacchi pittore et architetto di
S. Em.zadeve dare...
« 1641. E à di 8 nov.re s. cento m.ta buoni a
d.i (Siri) pag.li a buone.to della spesa del quadio
che rappresenta la festa del Gesù p. il centesimo de
P.ri Gesuiti in g.le 329 in q.o 321 s. 100.
« 1642. E a di 16 ap.le s. cinquanta m.ta buoni
a Siri pag.li a conto della Copia che fa fare del
quadro della festa dell'anno secolare al Gesù fatta
da S. Em.za in g.le 356 in q.o 344 s. 50.
« E a di 19 nov.re s. cinquanta m.ta buoni a
d.i pag.li p. compim.o di s. 100 sim.i p. la copia
fatta fare da lui del quadro che rappresenta la
festa fatta da S. Em.za al Gesù in occ.ne dell'anno
secolare, in g.le 386 (in q.o) 362 s. 50 ».
Evidentemente, si tratta qui dell'originale e di
una copia del quadro sacchiano, attualmente espo-
sto nella sacrestia del Gesù (fig. 5), e che, secondo
quanto dice esattamente Gerolamo 'feti nelle
Aedes Barberinae* « Saeculare nobis Festum re-
praesentat, quod superiori anno a Loiolaea sacra
Familia, adnitente Principis Nostri liberalitate,
omni apparatu, ornatuq. celebratimi fuit... Hic
vero, amota anteriore templi facie, interiores
partes singulas intueri licet, et Urbano Pontifici,
sacras ipsas Aedes invisenti, gratulabundos Pa-
tres undiq. occurrentes, Purpuratos etiam Prin-
cipes Pontificio lateri adhaerentes, Procerum
deinde, atque Aulicorum stipantem catervam,
et, quod maxime admirere, singulos propemodum
ex vultu, atque habitu facile dignescere poteris.
Kffusam praeterea ad Templi limen populi molti-
tudinem cernis Pontificia custodia propellente,
atque inter lecticas, currus, equos, equitum tur-
mas, hominesque prope innumeros discurrentes.
Nec vero inconsulto Sacchius ad alteram Tabulae
partem punctum opticum finxit eique soli lumen
contulit, ut ea nimirum ratione intuentium fa-
1 Pag. 232. 24 aprile 1641; pag. 289, 8 maggio 1641.
2 Pag. 316, 3 ottobre 1641.
3 Pag. 23J, ( maggio 1611.
4 Pag. 163 e segg.