RAVENNA E I PRINCIPI COMPOSITIVI DELL'ARTE BIZANTINA
col discorso; e preferiamo limitarci ad alcune im- scuri 0 appartati vai meglio errare per eccesso di
pressioni. perfezione», «la legge che mettiamo in vigore
Dal basso all'alto, vediamo la decorazione interi- esige clic ciò che vogliamo lare e dare sia in en-
sitìearsi e moltiplicarsi. In basso: marmi ve- trambi i casi il meglio del genere ».
nati, più calmi e più larghi; salendo, elementi Fra la tribuna e l'abside, diverse anche d'età,
sempre più vari e più minuti, finché nella volta è facile notare differenza di stile: Romano, anzi
del còro, dov'è maggiore la luce, scintillano sempre fu detto quello della tribuna.
intrecciati ed interrotti l'oro ed il verde, lumeg- Più romano sicuramente nei tipi delle figure e
giandosi l'un l'altro in una fittissima rete di foglie, nella trattazione più varia di ciascuna. Nè questo
d'uccelli, verso il centro dove l'agnello, nel cerchio, è un pregio per esse, se le confrontiamo con quelle
calma un momento col suo bianco il fervore delle dell'abside; questi panneggi sono in parte conven-
luci preziose. Quattro angeli sorreggenti il tondo e zionali e le loro linee sono incapaci di individuare
due lascie in croce regolano la libertà decorativa. la persona, e, nemmeno, le figure hanno coscienza
Fig. 15. — Cristo, Angeli e Santi - Conca dell'Abside di S. Vitale - Ravenna.
(Fot. Alinari).
Sui lati del coro, stanno figure dell'antu a legge,
che appaiono dove la costruzione offre spazio,
in modo da non offenderla, rispettose verso di
essa come fascia ornamentale; piccoli fregi di
tipo orientale allacciano il piano accennandone
la forma.
A San Vitale gli artisti non si contentano mai
nell'ornare; per contorno delle finestre e delle scene
si trovano due o tre fregi accostati, uniti per diffe-
renti altezze; i fregi continuami negli sguanci delle
finestre, con uguale finezza, nè mai in tutta questa
composizione si attenua la cura dell'esecutore.
K certo questo uno dei fattori dell'effetto di San
Vitale. Troviamo realizzato quel e sacrificio », lam-
pada dell'architettura, dedizione all'oliera di tutta
l'anima e delle ricchezze, per cui John Kuskin
diceva: « nell'esecuzione degli ornamenti nei luoghi
perfetta del loro posto decorativo. Ma queste cose
non fanno perdere l'insieme, anche perchè l'archi-
tettura in gran parte limita e determina l'ufficio
della decorazione. Di più, distribuendo i bianchi
delle vesti ed i verdi del paesaggio, si ristabilisce
l'equilibrio che le forme sole potrebbero minac-
ciare. Nella lunetta di sinistra, poi, le ligure si
compongono con cura, ed Àbramo trova l'efficacia
del suo gesto, se pure un po' teatrale, come di chi
fa quel che sa di fare, nella linea dell'arco.
Nell'abside, affrontiamo per la prima volta la pre-
senza del Cristo sovrano (fig. 15). Quello che ne dice
il Wulff1 (di più non aggiungono gli altri) dà l'im-
pressione di non raccogliere lo spirito dell'opera;
non penetra la visione perchè non l'unifica: il
1 Wulff, op, cit., pag. 425.
col discorso; e preferiamo limitarci ad alcune im- scuri 0 appartati vai meglio errare per eccesso di
pressioni. perfezione», «la legge che mettiamo in vigore
Dal basso all'alto, vediamo la decorazione interi- esige clic ciò che vogliamo lare e dare sia in en-
sitìearsi e moltiplicarsi. In basso: marmi ve- trambi i casi il meglio del genere ».
nati, più calmi e più larghi; salendo, elementi Fra la tribuna e l'abside, diverse anche d'età,
sempre più vari e più minuti, finché nella volta è facile notare differenza di stile: Romano, anzi
del còro, dov'è maggiore la luce, scintillano sempre fu detto quello della tribuna.
intrecciati ed interrotti l'oro ed il verde, lumeg- Più romano sicuramente nei tipi delle figure e
giandosi l'un l'altro in una fittissima rete di foglie, nella trattazione più varia di ciascuna. Nè questo
d'uccelli, verso il centro dove l'agnello, nel cerchio, è un pregio per esse, se le confrontiamo con quelle
calma un momento col suo bianco il fervore delle dell'abside; questi panneggi sono in parte conven-
luci preziose. Quattro angeli sorreggenti il tondo e zionali e le loro linee sono incapaci di individuare
due lascie in croce regolano la libertà decorativa. la persona, e, nemmeno, le figure hanno coscienza
Fig. 15. — Cristo, Angeli e Santi - Conca dell'Abside di S. Vitale - Ravenna.
(Fot. Alinari).
Sui lati del coro, stanno figure dell'antu a legge,
che appaiono dove la costruzione offre spazio,
in modo da non offenderla, rispettose verso di
essa come fascia ornamentale; piccoli fregi di
tipo orientale allacciano il piano accennandone
la forma.
A San Vitale gli artisti non si contentano mai
nell'ornare; per contorno delle finestre e delle scene
si trovano due o tre fregi accostati, uniti per diffe-
renti altezze; i fregi continuami negli sguanci delle
finestre, con uguale finezza, nè mai in tutta questa
composizione si attenua la cura dell'esecutore.
K certo questo uno dei fattori dell'effetto di San
Vitale. Troviamo realizzato quel e sacrificio », lam-
pada dell'architettura, dedizione all'oliera di tutta
l'anima e delle ricchezze, per cui John Kuskin
diceva: « nell'esecuzione degli ornamenti nei luoghi
perfetta del loro posto decorativo. Ma queste cose
non fanno perdere l'insieme, anche perchè l'archi-
tettura in gran parte limita e determina l'ufficio
della decorazione. Di più, distribuendo i bianchi
delle vesti ed i verdi del paesaggio, si ristabilisce
l'equilibrio che le forme sole potrebbero minac-
ciare. Nella lunetta di sinistra, poi, le ligure si
compongono con cura, ed Àbramo trova l'efficacia
del suo gesto, se pure un po' teatrale, come di chi
fa quel che sa di fare, nella linea dell'arco.
Nell'abside, affrontiamo per la prima volta la pre-
senza del Cristo sovrano (fig. 15). Quello che ne dice
il Wulff1 (di più non aggiungono gli altri) dà l'im-
pressione di non raccogliere lo spirito dell'opera;
non penetra la visione perchè non l'unifica: il
1 Wulff, op, cit., pag. 425.