GIUSTA NICCO
un insieme di membra disarticolate, coopera qui che v'è sovrapposto è il più lontano che vi sia dal
''in la forma per ((istruire una vasta scena. Di bizantino. In origine, oltre il cerchio attuale di
nuovo, non possiamo a meno di vedere una robusta finestre, c'era un cerchio sottostante di tinestrette
trasfusione di spirito classico, che utilizzando la basse alternate con queste, per cui si collegavano
sensibilità propria di altri popoli, ha fatto di più strettamente chiesa e cupola,
membra sparse un corpo animato. ha costruzione è di per sé ornata, decorativa;
Ci piace che San Vitale 1 chiuda il nostro esame per la cupola che la sovrasta e per il girare d'ogni
dei monumenti di Ravenna. Ivi architettura e lato, è la più capace di avvolgere da ogni parte
decorazioni compongono un mirabile effetto, ca- l'osservatore col suo colore ritmico. Ai bei tempi
pace ancora di sorprenderci dopo la nostra espc- della chiesa, il colore e la decorazione non si spe-
rienza di bellezze bizantine. giravano neppure nel pavimento; rimangono delle
L'esterno è uno di quelli dove gli elementi si parti, alcune sono rifatte sul modello delle antiche;
complicano, ed ammiriamo l'ingegnere; ma, (pianto verso la tribuna si vedono motivi puramente egi-
Fig. 14. — Conca dell'Abside di S.
al risultato, per le molte parti, mancando la possi-
bilità di un'armonia chiara, l'esterno è stato
sacrificato all'interno. Accenniamo perciò solo di
sfuggita alla costruzione, che sviluppa i lati di un
corpo ottagonale, complicando un lato di corpi
minori.
All'interno, ogni lato da pilone a pilone si svi-
luppa in un'arcata a tre piccoli archi e due colonne,
su due file, sormontate da una nicchia; in alto ad
ogni lato corrisponde una finestra. Non si può veder
altro che la forma, presentemente, perchè quel
1 Lo storico Agnello dice che nel tempo dell'arcivescovo
Ecclesio (521-34) «Ecclesia beati Vitalis martiris a Juliano
Argentario una curii ipso praestile fundata est ». La chiesa
fu compiuta nel 547, con la contribuzione dell'imperatore e
dell'imperatrice, consacrata dall'arcivescovo Massimiano.
Apollinare in Classe, (hot. Alinari).
ziani, e nella sala centrale della chiesa c'è una
vasta composizione che rinnova il gioco dei lati
e della cupola: in mezzo reca un cerchio ornato a
giri concentrici, che forti raggi uniscono all'estre-
mità, dove ad ogni lato corrisponde un altro cerchio
tutti a motivi radiati, benché differenti d'inven-
zione.
A destra, un lato si apre nella tribuna: l'arco
curvo a colonne si è spartito in due pareti, che
fanno ala all'abside. L'arte bizantina vi ha raccolto
i suoi maggiori fulgori, disciplinati da una mente
chiara e potente.
Descrivere particolarmente questa vasta fan-
tasia sarebbe frammentare nelle parole quello che
qui è armoniosamente unito; sperdere la vivezza
del tutto. Davanti a San Vitale l'analisi è timorosa
di perdere la proporzione delle parti affrontandole
un insieme di membra disarticolate, coopera qui che v'è sovrapposto è il più lontano che vi sia dal
''in la forma per ((istruire una vasta scena. Di bizantino. In origine, oltre il cerchio attuale di
nuovo, non possiamo a meno di vedere una robusta finestre, c'era un cerchio sottostante di tinestrette
trasfusione di spirito classico, che utilizzando la basse alternate con queste, per cui si collegavano
sensibilità propria di altri popoli, ha fatto di più strettamente chiesa e cupola,
membra sparse un corpo animato. ha costruzione è di per sé ornata, decorativa;
Ci piace che San Vitale 1 chiuda il nostro esame per la cupola che la sovrasta e per il girare d'ogni
dei monumenti di Ravenna. Ivi architettura e lato, è la più capace di avvolgere da ogni parte
decorazioni compongono un mirabile effetto, ca- l'osservatore col suo colore ritmico. Ai bei tempi
pace ancora di sorprenderci dopo la nostra espc- della chiesa, il colore e la decorazione non si spe-
rienza di bellezze bizantine. giravano neppure nel pavimento; rimangono delle
L'esterno è uno di quelli dove gli elementi si parti, alcune sono rifatte sul modello delle antiche;
complicano, ed ammiriamo l'ingegnere; ma, (pianto verso la tribuna si vedono motivi puramente egi-
Fig. 14. — Conca dell'Abside di S.
al risultato, per le molte parti, mancando la possi-
bilità di un'armonia chiara, l'esterno è stato
sacrificato all'interno. Accenniamo perciò solo di
sfuggita alla costruzione, che sviluppa i lati di un
corpo ottagonale, complicando un lato di corpi
minori.
All'interno, ogni lato da pilone a pilone si svi-
luppa in un'arcata a tre piccoli archi e due colonne,
su due file, sormontate da una nicchia; in alto ad
ogni lato corrisponde una finestra. Non si può veder
altro che la forma, presentemente, perchè quel
1 Lo storico Agnello dice che nel tempo dell'arcivescovo
Ecclesio (521-34) «Ecclesia beati Vitalis martiris a Juliano
Argentario una curii ipso praestile fundata est ». La chiesa
fu compiuta nel 547, con la contribuzione dell'imperatore e
dell'imperatrice, consacrata dall'arcivescovo Massimiano.
Apollinare in Classe, (hot. Alinari).
ziani, e nella sala centrale della chiesa c'è una
vasta composizione che rinnova il gioco dei lati
e della cupola: in mezzo reca un cerchio ornato a
giri concentrici, che forti raggi uniscono all'estre-
mità, dove ad ogni lato corrisponde un altro cerchio
tutti a motivi radiati, benché differenti d'inven-
zione.
A destra, un lato si apre nella tribuna: l'arco
curvo a colonne si è spartito in due pareti, che
fanno ala all'abside. L'arte bizantina vi ha raccolto
i suoi maggiori fulgori, disciplinati da una mente
chiara e potente.
Descrivere particolarmente questa vasta fan-
tasia sarebbe frammentare nelle parole quello che
qui è armoniosamente unito; sperdere la vivezza
del tutto. Davanti a San Vitale l'analisi è timorosa
di perdere la proporzione delle parti affrontandole