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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 4
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Nicco Fasola, Giusta: Ravenna e i principi compositivi dell'arte bizantina, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0273

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RAVENNA È I PRINCIPI COMPOSITIVI
DELL'ARTE BIZANTINA

[Continifazione - vedi numero precedente)

Chi vuol sedere in Occidente cristallini esempi
di ;irte bizantina, vada, eon pio animo, a Ra-
venna .

A Ravenna in alcuni monumenti rimani' qual-
che raggi" della gran luce che nel V e vi secolo
investì il mondn green. I moderni usano il loro
ingegno a difenderli dal tempo, dall'acqua e dal-
l'inesorabile loro addentrarsi nel snolo.

Piccola parte, all'età d'oro di Ravenna, nella
profusione di miracoli colorati, sono ora meravi-
glioso e singolare esempio di quegli altissimi
sogni. Ed i moderni li guardano come gemme
di gran pregio, elle ei si accontenta di proteggere
con ogni cura. La città è lo scrigno; poiché Ravenna
è arrivata tino a noi esaurendo le sue interne ri-
sorse di vita, ed appare come un gran corpo che
elihe una vitalità poderosa, e resiste perla robu-
stezza degli organi, avendo ridotte le sue fun-
zioni all'essenziale.

I.a felix i vive ora pallidamente, ionie ombra
tutelare, di fronte al mondo di quel sacro deposito,
e dell'altro, di versameli te santo, ugualmente grande
ehe la fa per un momento la prima, per la sua pietà,
delle città d'Italia: le ossa di Dante.

Dalla compagine bruna delle case di Ravenna,
. he per breve spazio spegne 1 colori chiari e dolci
della pianura romagnola, sovrastano alcune torri
e qualche mole di cupola. Sono le insegne di Ra-
venna imperiale e regale. Ma alcune cupole solo
all'esterno serbano intatta la forma gloriosa; nel-
l'interno secoli più civili, a disprezzo dell'oscuro
medioevo scrostarono le decorazioni di gusto
barbarico donde pareva nascere la luce (« diceres...
fulgorem in ipso tempio enasci»1).

Per avere una prima impressioni- non fram-
mentaria dell'arte bizantina, allo sialo attuale
di conservazione, si può entrare al battistero degli
ortodossi, presso il Duomo (fig. 2).-

1 Procopio, op. cit.

- L'edificio fu una salii di bagno romana, costruita in-
torno al 11 secolo; l'arcivescovo Neone, nella metà del v se-
colo, lo trasformò radicalmente; altri restauri fece l'arcive-
scovo Massimiano (vi secolo), il cui monodramma è su due
degli archi inferiori.

I .a costruzione è assai sobria, semplice; «insi-
gnificante « dicono i manuali. È un ottagono
di piccole dimensioni sorretto su quattro lati,
alternati, da piccole al siili basse, che ne allargano
la base. Nei lati liberi e sopra le absidiole la linea
angolare sale ferma e non rigida, per troncarsi nel
tetto che avanza di poco sulla faccia dell'edificio.
Poco sotto la metà, ogni lato ha una finestra;
sopra di essa due archi ciechi appena indicati,
e suddivisi in due archetti nella centina segnano
nel fianco uniforme una variazione, insieme ai
fori quadrati sparsi su tutta questa zona.

l.e finestre sono più tozze e raccolgono maggior
ombra; gli archi sono più lunghi ed appena adom-
brati al contorno; il rapporto di > ad 1, variato, si
presenta ancora accennato alla loro curva. Nes-
suna aggiunta è fatta al piano, ma ad esso sono
adattati, senza slancio di fa ntasia, semplici elementi.

b. vero che tutto questo ha un senso non casuale,
e chela linea d'archi ciechi disegna, a poca distanza
dal tetto, tre lesene di egual larghezza su ogni
lato, tra le quali ogni arco si chiude, ed ancora che
le basse absidi (più basse ora per il sopraelevarsi
del terreno attorno) hanno un ufficio di sostegno
non solo architettonico, ma visivo, sia per la
pianta più larga, quasi circolare che causano al
battistero, sia per la forte massa di luce che spo-
starlo, Ma gli effetti di armonia severi e raccolti
non sono quelli più capaci di colpire gli occhi del
pubblico, che, guardando, non sia reso accorto da
una simpatia sempre attenta.

K se ora, istruiti da questa prima esperienza si
passa la porticina, quando si levano gli occhi
l'impressione è così forte che si dimentica al-
l'istante ogni riflessione, ogni pensiero che non
sia immediata rapita ammirazione (iig. ,i).

Al primo momento non si distinguono parti,
si capisce soltanto, guardando tutto intorno, che
siamo introdotti in un sorprendente universo,
piccolo e che pare illimitato; e quando si vuol
cercare un punto ove fermarsi, un tratto più im-
portante degli altri, si trova che tutto è necessario,
che ogni punto si lega al tutto, che ciascuno coo-
pera all'insieme con intensità somma. L'impres-
sione è di ordine e di splendore.
 
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