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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0013

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INTRODUZIONE

9

il proprio mandato ; e della sua esistenza non si ebbe mai
altro indizio che nel Calendario generale del Regno (i).
Giustizia vuole si dica, che gli egregi uomini, chiamati
a comporre quella Giunta di Antichità e Belle Arti, erano
animati da vivissimo desiderio di porre tutta l'opera loro
nella ricerca e nella conservazione dei monumenti : ad essi,
conosciuti in Italia e pregiati per opere d'ingegno, da ogni
parte degli Stati Sardi s'indirizzavano fiduciosi tutti coloro,
che studiosi delle patrie antichità, vedevano con dolore acce-
lerata la rovina di vetustissimi edifizii, che dopo tanti secoli
di vicende erano rimasti in piedi. La qual cosa diede occa-
sione alla Giunta, dopo due anni della sua esistenza, d'in-
vocare dal Governo l'assegno di una somma annua, quan-
tunque minima, senza di che non era possibile, che le savie
disposizioni contenute nei regii decreti (24 nov. e 11 dee.
1832) raggiungessero in alcun modo lo scopo che il legi-
slatore si era prefisso. La verità si faceva strada nei consigli
della Corona, ma non giungeva a rendere benevoli gli
amministratori del pubblico tesoro; nè valeva il fatto degli
scavi intrapresi con frutto nel luogo dell'antica Luni per
venire in soccorso della Giunta stessa; la quale, nè ascoltata,
nè coadiuvata, diede un ultimo segno di vita il 20 novembre
1837, quando si fece manifesta la necessità di accorrere al
riparo dell'arco di Susa, minacciato da immanchevole distru-
zione. E questa raccomandazione era dovuta ai consigli
dell'architetto Carlo Promis, nominato ispettore dei monu-
menti di antichità (25 aprile 1837): l'illustre uomo aveva
diretti gli scavi lunensi, e rilevata l'importanza dei monu-
menti antichi di Susa e di Aosta.
Le esposte considerazioni indussero alcuni cittadini, in-

(1) Robeiito D'Azeglio. Studi storici ed archeologici sull'arte del di-
segno, pag. 163 (Firenze 1861).
 
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