Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino (1.1875)

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

st'impresa, so però che la lunghezza del tempo non è per
apportare alcun detrimento all'opera, mentre ambiziosissimo
di dimostrare in quest'occasione quale sia il desiderio che
no di servirla e non voglio che il pennello s'impieghi sopra
la tela sol che in quel tempo che più proporzionato co-
nosco al mio genio e più adequato per fare scolpire nei
colori colla perfezione dell'opera, l'obbligata servitù che
professo ai meriti di V. E., il che sarà anche qui conosciuto
da ognuno, quando finita che sarà l'opera, e sarà da me
esposta in pubblico con l'occasione di qualche festività che
qui succederà ».
Il venti settembre finalmente l'opera volgeva al termine,
e con enfasi, ne senza astenersi dalla lode, sebbene in causa
propria, così ragguagliavane il ministro: « Ho finalmente
ridotta all'ultimo termine la pittura principiata già con gli
ordini di V. E., e so che non ha mancato il mio pennello
di palesare in ogni linea che ho impresso in essa quel desi-
derio ardentissimo che ho di farmi conoscere per il più di-
voto servitore della medesima E. V., per il che sono stato co-
stretto ad informare cavalieri e porporati e primi virtuosi
di questa città, ai quali ho fatto vedere l'opera, e spero che
l'istesso arriverà quando verrà esposta agli occhi di V. E.
e di S. A. R. ».
Il Peruzzini non aveva bisogno di commendatizie d'altri,
poiché già da se stesso sapeva esaltare abbastanza i suoi
meriti, ed il sette novembre nel suo carteggio col ministro,
scrivevagli : « Vedrà S. A. R. e V. E. quel po' di talento che
mi ha conceduto l'onnipotente Dio nell'età di 25 in 30
anni, dipingendo di figure, paesi, marine, frutta, fiori, uc-
cellame, pesci, arnesi, bambocciate, battaglie, prospettive,
ritratti, dipingendo a fresco, in grande, in piccolo, a tem-
pera e in miniatura ».