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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

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Claretta, Gaudenzio: L' abitazione de' Tesauri in Torino
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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0123

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

quella dei Tesauro, che se non apparteneva a quelle dodici
antichissime famiglie dette di piazza, rinomate sin quando
quella città reggevasi a popolo, vuole però essere conside-
rata ed apprezzata in età più recente, siccome madre fe-
conda di eletti ingegni, che nelle lettere e particolarmente
nella magistratura non poco ebbero a distinguersi.
La fortuna di questa casa devesi attribuire al padre del
nostro Antonino, che chiamavasi Antonio. Filosofo e medico
di credito ai suoi tempi, potè esser ammesso al servizio del
buon duca Carlo III di Savoia, che l'annoverò fra i suoi
archiatri, e lo tenne in molta dimestichezza. E servendo il
duca, riuscì anco di piacere alla disdegnosa ed altera sua
consorte, la duchessa Beatrice di Portogallo, la quale logora
assai nella salute, sconcertata dai frequenti parti (ne aveva
avuto nove tra maschi e femmine), e dal dolore di scor-
gere così a basso ridotta la fortuna della casa, a cui s'era
congiunta, doveva con frequenza ricorrere ai cultori dell'arte
salutare. E molti di costoro, italiani e spagnoli bazzicavano
a palazzo, e lo speziale Equitano lasciò memoria di se poco
gradita, in grazia di moleste note di medicinali spedite alla
corte, che costarono molti fiorini all'erario squinternato.'
Anco il medico Tesauro potè crearsi una invidiabile for-
tuna, e procacciarsi molta clientela nel patriziato special-
mente, avvegnaché questo riputasse di ottenere almeno certa
longevità, ricorrendo a colui, che dovea ad ogni costo procac-
ciare l'immortalità al sovrano! Sai che la corre il mondo.....(i)

(i) Poco o nulla giovò a quei nostri principi di essere circondati da
una turba di seguaci di Esculapio. Invero la duchessa Beatrice morì
a Nizza nel 1538 in seguito a puerperio, ed il buon Carlo III morì nel
1550 a Vercelli improvvisamente e miseramente nelle braccia del suo
barbiere catalano Cebuorno, che fu il solo ad assisterlo, c che ai lasciò
poi una curiosa lettera con cui partecipava ad Emanuele Filiberto
quell'avvenimento, lettera che fu da me pubblicata nella Rivista con-
temporanea italiana del 1S68.
 
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