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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

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Gamba, Francesco: Abbadia di S. Antonio di Ranverso e Defendente de Ferrari da Chivasso: pittore dell'ultimo de'Paleologi
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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0147

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

edifìzii di prezioso e sapiente gusto architettonico, richie-
denti l'opera e l'ingegno di artefici versati nel disegno di
ornato e di architettura, nonché nell'arte dell'intaglio.
Che il Defendente De Ferraris avesse allievi od aiuti lo si
scorge meno facilmente nelle tavole uniche, ma diviene pa-
tente ne' suoi trittici, nei quali le singole parti difettano tal-
volta di unità, ed accusano una lieve differenza nell'esecu-
zione, ed appalesano il sentimento proprio di ciascun arte-
fice cooperatore. E questa differenza, non sensibile p. e. nel
trittico di Chieri 1503, perchè fatto nell'età sua più giovanile,
appare più palese nei trittici di data posteriore, come a mo'
d'esempio in quello di S. Crispino in S. Ciovanni d'Avi-
gliana colla data 1535, la più moderna da noi conosciuta.
Le tavole dipinte di mano del nostro artefice sono rico-
noscibili al primo sguardo, tanta è la loro vaghezza di co-
lorito alla veneziana, e di disegno ed atteggiamento.
La parte prediletta però per il Defendente era la predella;
poiché in essa abbandonando la disposizione arcaica dei
suoi personaggi poteva, rappresentando i fasti del santo, cui
era dedicato il trittico, dilettarsi nel comporre ed aggrup-
pare le sue figure; e così ci lasciò veri capolavori, nei quali
l'esattezza e l'eleganza del disegno va di paro colla sapienza
del comporre e disporre, e col sentimento del bello e del
vero. E prova ne sia fra gli altri la predella dei santi Cri-
spino e Crispiniano nella cattedrale di Avigliana, ove lo
scomparto della flagellazione dei Santi avvinti alla colonna,
è degna, per disegno, de' migliori artefici della scuola Um-
bra , e gii altri sono degni per disposizione e colorito di
esser messi a paro colla leggenda di S. Orsola del Carpaccio.
Né qui vuoisi dimenticare di far cenno come talvolta il
De Ferraris si compiacesse pure di dipingere a rabeschi la
base o gli intervalli di separazione dei scomparti delle pre-
delle, e dimostrasse quanto gli fosse famigliare il disegno
 
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