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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

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Bertolotti, Antonino: Artisti subalpini in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, [1]: notizie e documenti raccolti nell'Archivio di Stato Romano
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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0278

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

alla pubblica quiete , di burle più o meno offensive e di
consimili piccoli reati, effetti di eccessiva allegria. E la
medesima spensieratezza rendeva talora vittima gli artisti
stessi di usurai, farabutti, cortigiane, -da costringerli a
ricorrere al Governatore di Roma per aver giustizia e
riparazione. Nemmeno posso accertare di presentare qui
notizie di tutti gli artisti, che lavorarono per conto dei
Papi; giacche, oltre la mancanza di vari registri nelle serie
delle tesorerie papali, non sempre si poteva conoscere la
patria, quando si trattava specialmente di artista scono-
sciuto, non registrato negli abecedarì e nelle storie del-
l'arte, o di altri, segnati soltanto col nome di battesimo.
A giudicar dei molti, che per la prima volta vengono qui
a conoscersi per subalpini, forse avrei diritto di arguire che
non pochi abbia dovuto lasciar fuori da questo mio lavoro.
Esso, col titolo di artisti subalpini, vorrebbe far intendere
che racchiude non soltanto i Piemontesi ; ma tutti i nati
nelle provincie, che già formarono gli antichi Stati Sardi.
Il materiale è diviso per secolo e per arte, sembran-
domi che tale divisione possa giovare assai a chi credesse
poi utile attingere allo stesso per altre pubblicazioni. Pre-
cedono ordinariamente gli architetti, gli scultori, fonditori,
poi vengono i mosaicisti, gli incisori, intagliatori, orefici,
pittori, indoratori, arazzieri, ricamatori, musici ecc. Se-
condo la maggiore o minore importanza del soggetto più
o meno documenti si troveranno intrecciati, quando, ben
inteso, il raccolto dei medesimi fu abbondante abbastanza
da poter scegliere il meglio per ogni artista.
Ciò premesso, a mo' di prefazione, entro senz'altro nel
secolo XV, del quale pur troppo il raccolto è bene scarso;
ma si deve tener conto che le provincie subalpine non
diedero mai numeroso contingente alle belle arti, e che io
tratto, direi, dell'emigrazione delle medesime nell'alma
 
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