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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

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Vayra, Pietro: Avanzi di antichi castelli e di antichi monasteri raccolti nel Museo Civico di Torino
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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0385

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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

Questa ricerca mi presentò non solo le difficoltà che
il più delle volte s'incontrano nei labirinti genealogici, ma
invece di avvicinarmi man mano alla presunta soluzione,
finì per allontanarmene del tutto.
In mezzo ai dati negativi cominciò a spuntare un lieve
dubbio che andò ognora più grandeggiando; quando poi
ricorsi all'ultima e più sicura fonte di notizie, alla stessa
nobile famiglia d'Harcourt (i), e potei chiarire ogni oscu-
rità , mi dovetti convincere che quanto si era presentato
con tanta apparenza di verità, non era che un inganno.
La tradizione in fondo alla quale bene spesso è adom-
brato alcun che di vero, e che cosi spontaneamente si era
offerta di guidarci a conoscere lo stemma del Museo Ci-
vico, era fallace. Era insussistente che la casa donde lo
stemma proveniva avesse appartenuto ai d'Harcourt, tut-
toché la loro signoria del non lontano S. Didero lo po-
tesse far credere colla più ingannevole probabilità. Infine
le alleanze che dovevano dar ragione delle armi del no-
stro stemma non si erano verificate nelle condizioni da
esso determinate. La nostr'arma non era dunque sicura-
mente quella d'Harcourt.
Ma di quale altra famiglia poteva mai essere? Lo scu-
detto di mezzo che ne doveva sicuramente racchiudere il
segreto, logoro com'è, non serba più segno di linguaggio
araldico, esso è più che ostinatamente muto. Nella sola
spezzatura e nello scudo partito rimangono' indicate le
alleanze dell'ignota famiglia cui potè appartenere la casa
di Bussoleno e l'arma ritrovatavi. Il problema abbastanza
curioso che ne risulta potrebbe formularsi. Da;e due fa-

(1) Il signor conte d'Harcourt s'interessò con tanta bontà alle mie
ricerche, ed accolse con tale squisita gentilezza le mie domande, ch'io
non posso ricordarlo che colla più viva riconoscenza.
 
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