SCOPERTE DI ALCUNE TOMBE 223
3. Un vasetto di terracotta nerastra, largo circa
10 centim. e alto 8, con le lettere P A graffite nella pancia.
4. Tre monete di bronco melano, due delle quali
quasi consunte; la terza, ben conservata, reca nel diritto
il busto di Annia Lucilla , moglie di Lucio Vero , con
l'iscrizione LVCILLA AVGVSTA , e nel rovescio VENVS
(Cohen, III 49, n. 89).
La ter\a tomba fu rinvenuta fra le due precedenti,
vicinissima alla seconda. Aveva perduta la sua forma
primitiva, e gli embrici, de' quali era formata, erano tutti
spezzati e commisti a frammenti di vasi di terra, ch'erano
forse tre di varia grandezza.
Non so se queste scoperte possano essere tanto inte-
ressanti da richiamare l'attenzione degli archeologi e in-
durli a proseguire gli scavi, che potrebbero, come io
credo, dare qualche frutto.
In altro punto del Campo, circa un chilometro e
mezzo dalla batteria Duca di Genova, ho scorto in questi
ultimi giorni larghe traccie di embrici antichi, che forse
accennano ad una più vasta necropoli; anzi un proietto
nostro, caduto in quel punto, ha messo a nudo, formando
il suo imbuto nella terra, gli avanzi di un'altra tomba,
fatta come le prime di larghi embrici e ricoperta di ciottoli.
Dal Campo di Ciriè, 3 gennaio 1882.
3. Un vasetto di terracotta nerastra, largo circa
10 centim. e alto 8, con le lettere P A graffite nella pancia.
4. Tre monete di bronco melano, due delle quali
quasi consunte; la terza, ben conservata, reca nel diritto
il busto di Annia Lucilla , moglie di Lucio Vero , con
l'iscrizione LVCILLA AVGVSTA , e nel rovescio VENVS
(Cohen, III 49, n. 89).
La ter\a tomba fu rinvenuta fra le due precedenti,
vicinissima alla seconda. Aveva perduta la sua forma
primitiva, e gli embrici, de' quali era formata, erano tutti
spezzati e commisti a frammenti di vasi di terra, ch'erano
forse tre di varia grandezza.
Non so se queste scoperte possano essere tanto inte-
ressanti da richiamare l'attenzione degli archeologi e in-
durli a proseguire gli scavi, che potrebbero, come io
credo, dare qualche frutto.
In altro punto del Campo, circa un chilometro e
mezzo dalla batteria Duca di Genova, ho scorto in questi
ultimi giorni larghe traccie di embrici antichi, che forse
accennano ad una più vasta necropoli; anzi un proietto
nostro, caduto in quel punto, ha messo a nudo, formando
il suo imbuto nella terra, gli avanzi di un'altra tomba,
fatta come le prime di larghi embrici e ricoperta di ciottoli.
Dal Campo di Ciriè, 3 gennaio 1882.