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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 4.1883

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Claretta, Gaudenzio: I marmi scritti di Torino e Suburbio dai bassi tempi alla metà del secolo XVIII, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.11586#0086

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So

ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

menico Cacherano, morto nel 1665, il presidente Dalmaz-
zone, il conte Lodovico Goveano, morto nel 1667, il com-
mendatore Francesco Antonio Lanfranchi, segretario di
guerra e di gabinetto, mancato ai vivi nel 1716, il conte
Pietro di Mellarede, primo ministro e segretario di Stato
per gli affari interni, che mori nel 1730, ed il conte e pre-
sidente Giuseppe Bartolomeo Richelmi, passato ad altra
vita nel 1753 (1).

(ù Per mio scarico devo informare i lettori che questi nomi io li
tolsi dal libro III, capo I della Storia di Torino del Cibrario, poiché
avendo chiesto di esaminare il necrologio, insieme con altri documenti
che mai fosse per ritenere questa Chiesa, mi fu risposto non posseder
più né necrologio nè documento veruno. Quindi non so come conci-
liare le espressioni che leggonsi a pag. 302 della storia di questo San-
ntuario pubblicatasi nel 1877 da Giambattista Ghirardi, dove dice: 11 ho
ricavato dal necrologio della Consolata alcune brevi notizie che è pregio
dell'opera riferirle ». E forse l'autore intendeva dire di averle pur egli
tolte dal necrologio riferito nella storia del Cibrario, che a'suoi tempi
potè ancora esaminarlo. Il che ricordo, come or dissi, per mio scarico,
ed anche per avvertire, dacché mi occorse di citare il lavoro del Ghi-
rardi, che in esso hannosi a deplorare molte mende, sia nelle epigrafi,
sbagliate nei nomi e nelle date, senza il menomo cenno dell'ubicazione
loro, nè di quelle più non esistenti, sia nell'aver detto estratta dagli
Archivi Camerali la particella di testamento di Amedeo VIII del 1439,
mentre da quegli archivi fu consegnato alla sezione I degli Archivi di
Stato sin dall'anno 1840. Sono poi deplorevoli i vari errori che detur-
pano le parti riferite dei conti dei tesorieri dello Stato, e fa senso che
abbia riprodotto a pag. 347 sotto l'anno 1448 un ordinato del Muni-
cipio torinese, che invece deve ascriversi al 1428, errore cronologico
da me bensi rettificato sull'originale, ma non senza lieve fatica, ap-
punto per lo sbaglio commesso, ecc. L'uso poi di quest'autore di
citare gli Archivi di Corte, denominatisi per alcuni anni Archivi regii
poi Archivi generali del regno dal 1851 sino al 1870, dal quale, come
oggidì, presero a chiamarsi Archivi di Stato, mi farebbe supporre che
egli, invece di ricorrere ai detti archivi, sia rimasto pago di ricavare le
sue notizie da qualche altro scrittore anteriore, come pure avviene di
coloro che, sebbene ignari della paleografia, pubblicano tuttavia docu-
menti, tolti da collezioni di studiosi, che ai loro tempi li trascrissero,
non senza però cadere nell' inconveniente di riportare errori che si
eviterebbero facilmente, ricorrendo direttamente alle fonti, onde si
attinse la notizia.

G. CLARETTA.
 
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