ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
per citare solo quelle poche prove, di quanto ho detto
prima, che mi son cadute sottocchio scorrendo rapida-
mente le opere degli scrittori e greci e latini, che ho ri-
cordato.
Però sebbene dalle medesime risulti, come spero di
avere dimostrato, che gli antichi dei sogni, di questi com-
pagni e servi del nostro Hypnos e Somnus si permette-
vano di dubitare non poco, non è a credere che non ne
fossero solleciti e nelle vicende della loro vita non dessero
loro una certa importanza. Nelle opere sia di prosa, sia
di poesia dei Greci e dei Romani, e fra i primi special-
mente nelle Vite parallele di Plutarco (i), e fra i secondi
nelle Commedie di Plauto (2), c'è addirittura un subisso
di narrazioni di sogni, la cui raccolta completa potrebbe
riempiere parecchi volumi. Dai grandiosi poemi omerici
agli insignificanti frammenti di un umile logografo, dalle
sublimi odi di Pindaro alle canzonette della plebe romana,
dalle tragedie di Eschilo, di Sofocle, di Euripide alle raf-
fazzonature di alcuni tragici latini, dalle severe dispute di
Platone alle frivolezze del festivo Anacreonte (3), alle note
(1) vV. nelle vite corrispondenti i sogni di Agesilao, Alcibiade,
Alessandro, Annibale, Antonio, Bruto, Cicerone, Demostene, Lucullo,
Lisandro, Pelopida, Siila, Temistocle ...
(2) V. nelle Commedie Mercator (II, I, i),Rudens (III, I, 2), Miles
gloriosus (li, IV, 33, 47), Amphitruo (II, II, 106) ...
(3) Al lettore non dispiaccia che io riferisca qui la bella odicina di
Anacrqonte, £<5 tòv icunov ovetpov:
$<« vvxtÒ$ éyxo&svììcov
àÀnroptpvpoig Tannai,
yeyct.vvpi.hoi; Avaioi,
sSóxovv axpoiai rapsoìi;
ÌSp'opiov àtxiiv kxr Avite tv,
per citare solo quelle poche prove, di quanto ho detto
prima, che mi son cadute sottocchio scorrendo rapida-
mente le opere degli scrittori e greci e latini, che ho ri-
cordato.
Però sebbene dalle medesime risulti, come spero di
avere dimostrato, che gli antichi dei sogni, di questi com-
pagni e servi del nostro Hypnos e Somnus si permette-
vano di dubitare non poco, non è a credere che non ne
fossero solleciti e nelle vicende della loro vita non dessero
loro una certa importanza. Nelle opere sia di prosa, sia
di poesia dei Greci e dei Romani, e fra i primi special-
mente nelle Vite parallele di Plutarco (i), e fra i secondi
nelle Commedie di Plauto (2), c'è addirittura un subisso
di narrazioni di sogni, la cui raccolta completa potrebbe
riempiere parecchi volumi. Dai grandiosi poemi omerici
agli insignificanti frammenti di un umile logografo, dalle
sublimi odi di Pindaro alle canzonette della plebe romana,
dalle tragedie di Eschilo, di Sofocle, di Euripide alle raf-
fazzonature di alcuni tragici latini, dalle severe dispute di
Platone alle frivolezze del festivo Anacreonte (3), alle note
(1) vV. nelle vite corrispondenti i sogni di Agesilao, Alcibiade,
Alessandro, Annibale, Antonio, Bruto, Cicerone, Demostene, Lucullo,
Lisandro, Pelopida, Siila, Temistocle ...
(2) V. nelle Commedie Mercator (II, I, i),Rudens (III, I, 2), Miles
gloriosus (li, IV, 33, 47), Amphitruo (II, II, 106) ...
(3) Al lettore non dispiaccia che io riferisca qui la bella odicina di
Anacrqonte, £<5 tòv icunov ovetpov:
$<« vvxtÒ$ éyxo&svììcov
àÀnroptpvpoig Tannai,
yeyct.vvpi.hoi; Avaioi,
sSóxovv axpoiai rapsoìi;
ÌSp'opiov àtxiiv kxr Avite tv,