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Bullettino di archeologia cristiana — 1.1863

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Nr. 9 (Settembre 1863)
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La sottoscrizione di S. Pamfilo martire ricopiata nel codice sinaitico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17350#0075
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— 67 —

volumi sub collatione priscorum codicum. In un ma-
noscritto di Boezio il correttore notò contra codicem
Renati viri spectabilis correxi, qui confectus ab eo est
Theodoro antiquario qui nunc palatinus (est) (1); e in
quelli di Livio emendavi ad exemplum parenlis mei
Cimentimi (2). Onde è avvenuto, che come del difetto
d'un compagno, così di quello d'un ottimo esemplare
in ajuto dell'emendazione, gli antichi correttori hanno
fatto memoria nelle loro soscrizioni: temutavi emendare
sine antigrapho (3): emendavi sine exemplario: legi et ut
potai emendavi: ex mendosissimis exemplaribus emen-
davi (4).

Fin qui ho ricordato in genere le sottoscrizioni
de' codici simili a quella del martire Parafilo, ed ho
questa con quelle paragonato ed illustrato. Ora dal-
l'istoria medesima del santo martire trarrò luce a dichia-
razione del prezioso documento, che veniamo studiando.
Egli spese molta parte delle sue ore in trascrivere di
sua propria mano e moltiplicare e rivedere gli esem-
plari de'libri santi, che poi liberalmente donava a chi
gliene faceva dimanda (o). Talché s. Girolamo disse,
le provincie tra la Siria e l'Egitto essere state piene
degli esemplari delle divine scritture dati in luce da
Pamfilo e da Eusebio (6). Ed infatti in parecchi codici
greci e siriaci de'libri del vecchio testamento sono ri-
copiate le antiche annotazioni segnate primitivamente
da Pamfilo e da Eusebio a piè de'raanoscritti per loro
cura emendati. Per avere piena notizia di questi codici
mi sono volto alla cortesia e dottrina del eh. P. Ver-
cellone, il quale ha tosto appagato il mio desiderio.
Oltre il noto manoscritto di Geremia divulgato dal
Montfaucon (7), egli m'ha indicato i manoscritti siriaci,
de'quali ragionano il Bugatti, Gian Bernardo De Rossi
ed il Middeldorpf (8). In questi giusta la versione del
Middeldorpf si legge: corrigendo accurate ego Eusebius
correxi, Pamphilo collationem instituente - Pamphilus
et Eusebius sedalo correxerunt - manti propria sua Pam-
philus et Eusebius correxerunt - iterum manu nostra
nosmet Pamphilus et Eusebius correximus - haec nosmet
Pamphilus et Eusebius correximus. Anche queste an-
notazioni sono conformi al costume degli antichi emen-
datori, che in due ponevansi al lavoro, l'uno leggendo,
l'altro emendando. Pamfilo ebbe a suo ajutalore Eu-
sebio, lo storico famoso, che pel grande amore di lui

(1) L. c. p. 354.

(2) V. la mia diss. sopra Nicomaeo Flaviano p. 41.

(3) Cancellieri, De secret, basii. Vat. T. Il p. 922.

(4) Jahn, 1. c. p. 334, 344, 351, 353, 369.

(5) V. Tillemont, Hist. eccl. T. V p. 420.

(6) S. Hieronymi, Contro- Rnfìnum Kb. II; opp. ed. Vallarsi T. II
p. 522. Alexandria et Aegyptus in sepluaginta sids Ilesychium laudai
auctorem: Constanlinopolis usque ad Anliochiam Luciani marlyris exem-
plaria probat. Mediae inler has provinciae palaestinos codices legunt,
quos ab Origene elaboratos Eusebius el Pamphilus vulgaverunt.

(7) Hexapla Origenis T. 1 praelim. p. 14, 15, 74.

(8) Bugatus, Daniel secundum editionem LXX interpretum p. XXIV;
Joannis Bernardi De Rossi, Specimen ineditae et hexaplaris bibliorum
versionis syro-estranghelae, Pannae 1788 §. IV; Middeldorpf, Codex
Syriaco-hexaplaris, Berolini 1835 P. 11 p. 405, 508, 568, 603, 639, 658.

si chiamò Eusebio di Parafilo. Ma quanto nuova e ricca
di notizie preziose è l'annotazione segnata nel codice
sinaitico ! Nella (piale 1' ajutatore di Parafilo non è
Eusebio , ma Antonino confessore della fede , e del
lavoro è notato il luogo e con questo implicitamente
il tempo; il carcere cioè, nel quale il martire aspettava
la condanna di morte.Commentiamo brevemente queste
belle notizie.

Pamfilo confessò la fede in Cesarea di Palestina
circa la fine dell'anno 307 dinnanzi ad Urbano preside
di quella provincia. La dottrina e l'eloquenza, colla
quale egli perorò la causa della fede cristiana, irrita-
rono il magistrato bestiale, che atrocemente e in varii
modi crudeli straziò il santo. Infine più che la ferocia
del giudice potè la sovrumana costanza del martire,
che vittorioso fu rinchiuso in una prigione, ove altri
confessori della fede giacevano. Quivi egli trasse la
vita circa due anni, finché il 16 Febbrajo del 309
Firmiliano succeduto ad Urbano nel governo della
Palestina lo condannò a morte con molli altri fedeli
di Cristo. 11 loro glorioso martirio è raccontato da
Eusebio testimone quasi oculare (1). Tra i confessori,
che furono chiusi con Pamfilo nella prigione, la storia
non ci ha tramandato il nome e il ricordo d'un An-
tonino: ma sarà facile l'indovinare chi egli è. Appunto
in Cesarea di Palestina quando la persecuzione, che
avea alquanto rimesso del primo impeto , si riaccese
più violenta che mai, un Antonino il 13 Novembre
del 308 spontaneamente presontossi a Firmiliano rim-
proverandogli l'empietà e la crudeltà sua, e tosto fu
ucciso (2). Egli è probabilmente l'Antonino, che ajutò
Pamfilo nella revisione de'sacri testi dentro il carcere.
Vero è, che quest'Antonino era libero, (piando si pre-
sentò a Firmiliano. Ma forse era slato dimesso dal car-
cere , allorché scemò la violenza della persecuzione ;
forse in (pioli' intervallo di requie ebbe egli facile e
quotidiano accesso alla prigione, come dc'eondannati
alle miniere Eusebio ci attesta che ebbero durante quel
breve respiro libertà e quiete assai grande. Comunque
ciò sia avvenuto,- l'identità del nome, del luogo e del
tempo di coleste due menzioni d'un Antonino con-
fessore della fede lasciano poco spazio al dubbio, se
essi sieno due persone diverse e non piutosto una sola.

Resta ch'io dichiari come abbia potuto il martire
Parafilo nel furore della persecuzione dioclezianea,
nella quale appunto i sacri codici erano condannali
alle fiamme, e sotto gli occhi de'carcerieri pagani oc-
cupare le. ore in un siffatto lavoro. A questa dimanda
potrebbe servire di risposta quello, che ho accennato,
della sosta per alquanto tempo data alla persecuzione
de'cristiani in Palestina mentre Pamfilo era prigione. Se
i condannali alle miniere ebbero tanta libertà, quanta
Eusebio racconta, poterono averne altrettanta i rin-
chiusi nel carcere di Cesarea. Ma a me sembra, che
una diversa risposta sia più conforme alla verità. Fozio
ci fa sapere, che anche Eusebio fu in carcere con

(1) V. Euseb. De martyrib. Paleslinae cap. XI.

(2) L. e. cap. IX.
 
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