DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
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decimosesto e nei principii del decimosettimo ; quando fiorì il
Sarazani, conosciuto quasi unicamante per l’edizione da lui da-
taci delle opere di s. Damaso. Egli però si occupò eziandio di
archeologia ; come lo prova il manoscritto di Ferrara veduto dal
comm. de Rossi, che ha per titolo « inscriptiones et monumenta
romana ex mss. Martii Milesii Sarazani collecta ». Questa
raccolta non è intera ; e il riferente disse averne rinvenuto una
parte nel predetto codice napoletano ; ove, fra altre notizie, si
legge la descrizione della basilica di s. Agnese accompagnata
dalle epigrafi cristiane e pagane ivi trascritte dal Sarazani me-
desimo. Il pregio principale di questo codice è nella lunga
descrizione dei dipinti, che ornavano la basilica prima che fos-
sero nella maggior parte distrutti per i posteriori restauri. Rap-
presentavano questi gli atti figurati di s. Agnese e di altri santi
con leggende esplicative ; e nomi di antichi pittori che fiorirono
nei secoli XII, XIII e XIV. Alcuni pochi avanzi di cotesti dipinti
restarono illesi dopo tante vicende e tanti male condotti restauri;
e furono staccati sotto il pontificato di Pio IX, e trasferiti al museo
cristiano lateranense.
28 aprile 1878.
Il sig. dott. Schultze fece una breve descrizione dei monu-
menti cristiani da lui testé osservati in Sicilia, e specialmente
in Siracusa. Da un esame cronologico di questi dedusse, che il
più antico cimitero cristiano deve ravvisarsi nel piano inferiore
del sotterraneo esistente nella vigna Cassia; presentò inoltre i
calchi di varie iscrizioni cristiane. Presentò pure la fotografia del
celebre sarcofago cristiano di Siracusa, trovato nelle catacombe
di s. Giovanni in una nicchia cavata demolendo alcuni loculi. Da
questo fatto egli dedusse, che assegnando quei loculi al secolo
quarto, il sarcofago fu adoperato assai dopo : perciò l’iscrizione
di Valerne Comes non può essere stimata contemporanea del
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decimosesto e nei principii del decimosettimo ; quando fiorì il
Sarazani, conosciuto quasi unicamante per l’edizione da lui da-
taci delle opere di s. Damaso. Egli però si occupò eziandio di
archeologia ; come lo prova il manoscritto di Ferrara veduto dal
comm. de Rossi, che ha per titolo « inscriptiones et monumenta
romana ex mss. Martii Milesii Sarazani collecta ». Questa
raccolta non è intera ; e il riferente disse averne rinvenuto una
parte nel predetto codice napoletano ; ove, fra altre notizie, si
legge la descrizione della basilica di s. Agnese accompagnata
dalle epigrafi cristiane e pagane ivi trascritte dal Sarazani me-
desimo. Il pregio principale di questo codice è nella lunga
descrizione dei dipinti, che ornavano la basilica prima che fos-
sero nella maggior parte distrutti per i posteriori restauri. Rap-
presentavano questi gli atti figurati di s. Agnese e di altri santi
con leggende esplicative ; e nomi di antichi pittori che fiorirono
nei secoli XII, XIII e XIV. Alcuni pochi avanzi di cotesti dipinti
restarono illesi dopo tante vicende e tanti male condotti restauri;
e furono staccati sotto il pontificato di Pio IX, e trasferiti al museo
cristiano lateranense.
28 aprile 1878.
Il sig. dott. Schultze fece una breve descrizione dei monu-
menti cristiani da lui testé osservati in Sicilia, e specialmente
in Siracusa. Da un esame cronologico di questi dedusse, che il
più antico cimitero cristiano deve ravvisarsi nel piano inferiore
del sotterraneo esistente nella vigna Cassia; presentò inoltre i
calchi di varie iscrizioni cristiane. Presentò pure la fotografia del
celebre sarcofago cristiano di Siracusa, trovato nelle catacombe
di s. Giovanni in una nicchia cavata demolendo alcuni loculi. Da
questo fatto egli dedusse, che assegnando quei loculi al secolo
quarto, il sarcofago fu adoperato assai dopo : perciò l’iscrizione
di Valerne Comes non può essere stimata contemporanea del