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D'ANTONIO TEMPESTA..
non era per così dire mai giorno eh' e gii
alcuna heiia invenzione e capriccio non
portasse a vedere a' fanciulli suoi compagni
di scuola , onde erane da tutti ammirato
ed invidiato insieme. Godevasi allora Santi
di Tito suo maestro quel suo universale
credito di grand' uomo , onde era tanto
adoperato in ogni sorta di lavoro , che a
gran pena potea soddisfare non pure alle
molte istanze ch'erangli fatte tuttavia d'o-
pere di sua mano , ma eziandio al deside-
rio che egli aveva del guadagno, e ad
un suo genio particolare o fosse anche
necessità d' aver a fare in Firenze qnasi
quanti ritratti facevansi in quel suo tem-
po e di maschi e di femmine , o di Prin-
cipi o di private persone , onde egii aveva
incominciato a fare di essi ritratti di sua
mano solamente le facce e le mani e gli
abiti : le acconciature e simili altre cose
dava a dipignere a' suoi giovani più inten-
denti , de' quali uno era Gregorio Pagani
che pot diventò pittore di gran rinomanza.
Questi dunque che malamente sentiva d'a-
ver a porre ogni suo line nell' arte in di-
pignerc guarnizioni e busti, accouciature e
simili altre bagattelle addosso a ritratti al
modo e usanze di que' tempi che erano
senza alcuna apparenza di buon gusto pit-
toresco, forte dolevasi in^se stesso, ma os-
servando poi ogni dì le belle fantasie e le
invenzioni pellegrine e varie che mostrava-
gli il Tempestino , deliberò di pigliar
 
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