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Bartoli, Alfonso
I monumenti antichi di Roma nei disegni degli Uffizi di Firenze (Band 6): Descrizione dei disegni — Roma, 1923

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https://doi.org/10.11588/diglit.30565#0042
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(Baldassarre Peruzzi)

37

(Baldassarre Peruzzi)

Tecnica : penna. f

Alt. 340 - Largh. 445.

Carta bianca. Filigrana: un’oca (simile ma non uguale a Briquet, 12147).

È un foglio che ha fatto parte di un libro.

Credo i disegni non originali, ma copiati da altri disegni.

Bibliografia. - Ferri, 130 e 202.

2) Lanciani, St. d. scavi, II, 183.

-«-

Ignoto I DEL Secolo XVI
e BALDASSARRE PERUZZI.

I disegni 437 e 438 contengono piante di edifici romani, delineate
da un ignoto artista della fine del xv e del principio del xvi secolo.

I disegni forse fecero parte di un libro ; certamente passarono in
proprietà di Baldassarre Peruzzi, che a due delle piante ha aggiunto le
relative sezioni,

Da Baldassarre passarono al figlio Sallustio, che vi ha aggiunto
due indicazioni topografiche.

Arch. 437 recto. Tav. CVI, fig. 191.

“a sa \nt\o giouan\n\i i\n\ Laterano • ditto m fonte„

(indicazione aggiunta da Sallustio Peruzzi) :

1) Disegno (d’ignoto) in pianta misurata e con
note del Battistero Lateranense.

2) Schizzo (di Baldassarre Peruzzi) in sezione con
misure dello stesso Battistero.

3) Schizzo (di Baldassarre Peruzzi) con misure di
particolare della cupola dello stesso Battistero.

Arch. 437 verso. Tav. CVII, fig. 192.

“ Tenpio in pace • da latto • di chanfiidoglio „ - Di-
segno (d’ignoto) in pianta di restituzione arbitraria,
misurata e con note, della Basilica di Costantino.

Tecnica : penna, riga e compasso ; ma 2) e 3) a mano libera.

Alt. 234 - Largh. 316.

Carta bianca. Filigrana: un’aquila coronata (Briquet, gi).

Bibliografia. - Ferri, 129 e 140.

Arch. 438 1-ecto. Tav. CVIII, fig. 193.

“ a san\t\o Giouan\n\i i\n\ Laterano • cio e a sa\n |
Giouan\n\i i\n\ fonte „ (indicazione aggiunta da Sal-
lustio Peruzzi) :

1) Disegno (d’ ignoto) in pianta misurata e con note
dell’Oratorio della Croce al Laterano.

2) e 3) Schizzi (di Baldassarre Peruzzi), con note,
di due vedute dell’interno dello stesso Oratorio.

4) Schizzo prospettico (di Baldassarre Peruzzi) del-
l’esterno dello stesso Oratorio.

Arch. 438 verso. Tav. CIX, fig. 194.

Disegno (d’ignoto) in pianta misurata e con note
di grande sala (termale ?).

Tecnica: penna, riga e compasso ; ma 2), 3) e 4) a mano libera.

Alt. 230 - Largh. 327.

Carta bianca.

Bibliografia. - Ferri, 140.

Recto: Lauer, Le Palais du Latran, 59 e fig. 24.

-<&'-

BALDASSARRE PERUZZI

Nato a Siena il 7 marzo 1481, morto a Roma il 6 gennaio 1536.

Venne a Roma circa il 1503 e vi dimorò — eccetto qualche as-
senza più o meno lunga — fino al 1327. Vi ritornò nel 1530, ma ne
ripartì l’anno seguente. Vi si stabilì di nuovo nel marzo 1535 e vi ri-
mase sino alla morte. (Cfr. Milanesi in Vasari, IV, 641).

« Baldassarre.cercò della bella maniera dell’architettura, e

« per meglio chiarirsi qual fussi la migliore, si sottomesse a ritrarre
« tutte le belle maniere che egli vedeva delle cose antiche di Roma ;
« e non tanto in Roma, che ei cercò per tutto il mondo dove fusse
« delle cose antiche, con mezzo di quelli uomini che si trovavano in
« diversi paesi. Et avendo ragunato una bella quantità di queste diverse
« maniere, molte volte disse che cognosceva che Vitruvio non aveva

« scelto di queste belle maniere la più bella.II detto Baldassarre

« aveva per strettissimo amico suo un bolognese, che si domandava
« Bastianino Serlio. Questo detto Bastiano, era maestro di legname, e
« per essere tanto intrinseco di Baldassare, quasi più del tempo si tro-
« vava seco a ritrarre le sopradette opere. Et avendo il detto Baldas-
« sarre assai ragionamenti con il detto Bastiano, mostrandogli per chia-
« rissime ragioni che Vitruvio non aveva dato la regola a quel più
« bello delle cose degli antichi ; di modo che in su quelle fatiche co-
« piate dagli amtichi il detto Baldassarre aveva fatto una scelta, secondo
« il suo buon giudizio, si come eccellente pittore; et avendo messo
« tutto in ordine, sopravvenne la morte al povero virtuoso, qual fu gran
« danno al mondo : e restando queste fatiche in mano al sopradetto
« Bastiano, egli le fece stampàre : che se bene le non sono con quello
« virtuoso ordine che voleva dar loro il detto Baldassarre, a ogni modo

« se ne cava grandissimo frutto.» (Cellini, Discorso dell’Archit-

tura, in Opere, pag. 797).

Baldassarre « cominciò un libro dell’antichità di Roma, ed a comen-
« tare Vitruvio, facendo i disegni di mano in mano delle figure sopra
« gli scritti di quell’autore : di che ancor oggi se ne vede una parte
« appresso Francesco da Siena, che fu suo discepolo; dove in alcune
« carte sono i disegni dell’antichità e del modo di fabricare alla mo-
« derna. » (Vasari, IV, 604).

« Rimase erede di molte cose di Baldassarre, Sebastiano Serlio,
« bolognese ; il quale fece il terzo libro dell’architettura ed il quarto
« dell’antichità di Roma misurate: ed in questi le già dette fatiche di
« Baldassarre furono parte messe in margine, e parte furono di molto
« aiuto all’autore : i quali scritti di Baldassare rimasero per la maggior

« parte in manoajacopo Melighino, ferrarese,.ed a Francesco

« sanese, stato suo creato e discepolo. » (Vasari, IV, 606).

Dalle concordi testimonianze del Cellini e del Vasari ricaviamo
dunque che il Peruzzi preparò un’illustrazione di Vitruvio, che raccolse
a Roma e altrove largo materiale grafico relativo a monumenti antichi
e che di questo materiale fece una « scelta » per un « Libro delle an-
tichità di Roma », che egli cominciò ma lasciò incompiuto.

Gli studi e i disegni autografi di Baldassarre per l’illustrazione di
Vitruvio non ci sono pervenuti. Li ebbe il Serlio, che su di essi nel 1537
— un anno dopo la morte del maestro — pubblicò a Venezia per i
tipi di Francesco Marcolini le regole generali di architettvra. . . .

CHE PER LA MAGIOR PARTE CONCORDANO CON LA DOTTRINA DI VITRVVIO.

II Serlio stesso nella prefazione dichiara che il merito dell’opera — la
quale forma il libro quarto dell’Architettura — spetta al Peruzzi.

I disegni autografi dall’antico, non ostante le molteplici disper-
sioni, sono pervenuti in buon numero fino a noi : si conservano per
la maggior parte agli Uffizi; alcuni pochi nella Biblioteca Comunale di
Siena. L’esame dei disegni ci permette di precisare megiio le informa-
zioni del Cellini e del Vasari.
 
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