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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 2.1874

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Vespignani, Virginio; Visconti, Carlo Ludovico: Antica sala da recitazioni, ovvero auditorio scoperto fra le ruine degli orti mecenaziani, sull'Esquilino
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https://doi.org/10.11588/diglit.10816#0161
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ARCHEOLOGICA MUNICIPALE.

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Nella tav. XVII, alle figg. P e 2% si hanno due soggetti
dei meglio conservati, fra quelli delle figure a fondo nero, che
nella parte media della sala ricorrono al di sopra e appiè delle
nicchie. Cotesti due soggetti nella suddetta sezione della sala
trovansi l'uno dirimpetto all'altro, appiè dei primi due vani che,
l'uno a dritta e l'altro a sinistra, si aprono immediatamente
dopo la curva dei gradi. Eappresenta l'uno e l'altro delle donne,
vestite di tunica e corta sopravveste e coronate di frondi, forse
delle cultrici di Bacco — due di esse reggono una specie di
tirso — le quali sembrano attendere ad allestire le cose oppor-
tune pel sacrifizio. A sacrifizio infatti potrebbero accennare le
corone ch'esse portano in capo. Il primo soggetto (u.° 1) ci
esprime una donna stante, che appoggiandosi al tirso è in atto di
osservare una sua compagna, la quale col piè sinistro sopra di un
sasso, curvasi alquanto verso di una grande anfora posta per
terra; e mentre accosta la mano all'orlo superiore di quella, come
per indicarla, sembra interrogar collo sguardo colei che le sta
vitta dinanzi. Neil' altro soggetto (n.° 2) vediamo una donna,
pure appoggiatesi al tirso, accovacciata per terra dinanzi ad una
larga pietra, su cui stanno alcune cose di natura non ben di-
stinta; ella ne ha preso una tenia, ed innalza il volto verso di
una compagna, che sta in piedi alla sua presenza, ma senza
punto badare all' azione di lei, e sorregge colla mano sinistra
una cassetta. — È manifesto il parallelismo di azione e di
movenza fra le descritte due scene, destinate a farsi riscontro.

Queste figure, al pari di tutte le altre che campeggiano
sull' indicato particolare ornato della sala, nella loro picciolezza
sono condotte di bello stile, dipinte con franchezza e con grazia
singolare, nè temono punto il confronto dalle migliori cose di tal
genere che si ammirino in Pompei. La pratica del dipingere è la
medesima; vale a dire con colori adoperati sull' intonaco asciutto.

Sotto il n.° 3 della medesima tavola si ha la rappresentanza
di un artifizioso giardino ; uno appunto di quelli, che dicemmo
alternati da storie di figure nella fascia dell'emiciclo. Presenta esso
 
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