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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 3.1875

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Il tempio di Giove Ottimo Massimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.10814#0189
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Ottobre — Decembre 1875

IL TEMPIO DI GIOVE OTTIMO MASSIMO

(Tav. XVI-XVIII.)

La storia della edificazione e delle vicende del tempio di
Giove Ottimo Massimo è argomento così familiare ai cultori
della romana topografia, che inutil cosa sarebbe ora il ripeterla,
quasi a proemio del racconto che siamo per imprendere intorno
le scoperte di recente avvenute sul monte capitolino. Nondi-
meno considerando come gli scrittori che del tempio fanno
menzione mescolano al racconto storico notizie topografiche di
gran valore, siccome termine di confronto per gli odierni tro-
vamenti, così trarremo da questa fonte soltanto quelle notizie
che potranno servire di guida e di conferma al nostro ragio-
namento.

Le autorità principali intorno il tempio capitolino sono
Dionigi di Alicarnasso e Plutarco, il primo dei quali nel capo 61°
del 4° libro descrive i particolari del suo primo stabilimento:
il secondo, al capo 16° della vita di Poplicola narra a lungo
le successive riedificazioni. Da loro sappiamo che l'edifìcio, di-
segnato da Tarquinio Prisco (cf. Livio I. 38) costruito da suo
figlio il Superbo (ibid. c. 53 e seg.) e dedicato da M. Orazio
Pulvillo console suffetto dell'anno 245-509 alle idi di Settem-
bre (cf. Plutarch. Poplic. 15 — C. J. L. J. 486 —Livio 2, 8 —
Dionis. 5, 35 — Tacit. Hist. 3, 72 — Val. Max. 5. 10 — Seneo, ad
Marc. 13) sorgeva sopra un alto basamento (ini -/.pzni^oq ityvjXijg)
di forma pressoché quadrata, misurando ciascun lato duecento

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