LE CIVILTÀ PRIMITIVE DEL LAZIO
(continuaz. e fine : v. fase, preced. pag. 53).
(Tav. X, XI).
V.
La fase di civiltà descritta nel precedente paragrafo, a giu-
dicare dai tipi delle fibule ed in genere dalla omogeneità del
materiale, fu di breve durata e deve attribuirsi ad elementi
dovuti ai contatti coi coloni greci e fenici, che alla fine della
civiltà micenea cominciavano a stabilirsi qua e là nelle coste
dell'Africa settentrionale, dell' Italia meridionale e della Sicilia.
In quest'epoca infatti il gusto per l'ornamentazione a forme umane
e zoomorfe che caratterizza l'arte ionica, l'argiva, quella delle
isole dell' Egeo e la fenicia, era sorto qua e là nei centri civili
che maggiori contatti avevano coli' Egitto e coli'Asia, si andava
sovrapponendo agli elementi micenei in completa decadenza e
cominciava ad insinuarsi anche in quelle officine che decoravano
ancora con quegli ornati geometrici che mai erano caduti in di-
suso, dal più antico periodo ibero-ligure nel quale si erano svi-
luppati, ma non aveva ancora conquistato il predominio su tutti
i mercati. E del resto i coloni greco-fenici dell' occidente ave-
vano ogni vantaggio nello spacciare nel Lazio i prodotti anti-
quati dell'Egeo, ad ornamentazione geometrica, i quali, benché
di gran lunga più progrediti di quelli indigeni, pure meno urta-
vano i vecchi gusti abituati appunto a quel genere di decorazione
e più facilmente perciò, malgrado la diversità delle tecniche,
potevano introdursi nei mercati e vincere la concorrenza delle
fabbriche locali. Ben presto però nelle officine dell' Egeo la nuova
11
(continuaz. e fine : v. fase, preced. pag. 53).
(Tav. X, XI).
V.
La fase di civiltà descritta nel precedente paragrafo, a giu-
dicare dai tipi delle fibule ed in genere dalla omogeneità del
materiale, fu di breve durata e deve attribuirsi ad elementi
dovuti ai contatti coi coloni greci e fenici, che alla fine della
civiltà micenea cominciavano a stabilirsi qua e là nelle coste
dell'Africa settentrionale, dell' Italia meridionale e della Sicilia.
In quest'epoca infatti il gusto per l'ornamentazione a forme umane
e zoomorfe che caratterizza l'arte ionica, l'argiva, quella delle
isole dell' Egeo e la fenicia, era sorto qua e là nei centri civili
che maggiori contatti avevano coli' Egitto e coli'Asia, si andava
sovrapponendo agli elementi micenei in completa decadenza e
cominciava ad insinuarsi anche in quelle officine che decoravano
ancora con quegli ornati geometrici che mai erano caduti in di-
suso, dal più antico periodo ibero-ligure nel quale si erano svi-
luppati, ma non aveva ancora conquistato il predominio su tutti
i mercati. E del resto i coloni greco-fenici dell' occidente ave-
vano ogni vantaggio nello spacciare nel Lazio i prodotti anti-
quati dell'Egeo, ad ornamentazione geometrica, i quali, benché
di gran lunga più progrediti di quelli indigeni, pure meno urta-
vano i vecchi gusti abituati appunto a quel genere di decorazione
e più facilmente perciò, malgrado la diversità delle tecniche,
potevano introdursi nei mercati e vincere la concorrenza delle
fabbriche locali. Ben presto però nelle officine dell' Egeo la nuova
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